Legittima difesa, gli italiani sono meglio dei loro politici
Dopo aver visto prima il servizio della Gabanelli sul dispositivo Dukic, e poi i servizi delle Iene, del 31 gennaio scorso, e quello di Presa Diretta del 14 febbraio, spero che qualcuno raccolga le denunce sul problema dell’inquinamento. Guardando questi reportage si evince che anche il procuratore capo di Roma, Giuseppe Pignatone, sostiene, come l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), che il Fap (filtro antiparticolato) è nocivo alla salute. Secondo l’Oms produce nano particelle di 2,5 micron estremamente cancerogene. Ogni anno questa organizzazione stila una classifica dei morti per inquinamento.
Dopo la Procura, il solo ad aver denunciato la gravità della situazione è stato il dr. Stefano Montanari. Al contrario, il ministro delle Infrastrutture e dei trasporti, Graziano Del Rio dichiara addirittura “che non gli risulta che quelle nano particelle facciano danni”. Mi domando chi dovrebbe farsi carico della salute dei cittadini vista l’incompetenza e la trascuratezza di politici e funzionari .
Questo problema scotta perché tocca troppi interessi e troppe problematiche e nessuno vuole affrontare davvero il problema.
L’Italia va a rotoli, ma tanto se la prendono con la Raggi
Lo spettro dell’U nità mercoledì 10 maggio titolava a tutta pagina: “333 giorni di niente’’. Ecco, io ora vorrei sapere se davvero in Italia non sia successo proprio niente in questi giorni: non è che per caso qualcuno ha sentito parlare di un sottosegretario bugiardo, un sindaco ai domiciliari insieme a mezza giunta, un costruttore amico invischiato con la mafia, qualche patto segreto con personaggi discutibili o dei padri imbarazzanti. No, niente di tutto questo è successo tanto che si è dovuti ricorrere a un titolo encomiastico contro la sindaca di Roma, che in quasi un anno non ha prodotto uno solo di quei prodigi a cui eravamo abituati da lunghi anni. “Che barba, che noia” diceva Sandra Mondaini. Almeno una festa con giovani rampolli vestiti da maiali la poteva autorizzare, ma si sa la Raggi è quella dei “no”. Che ci possiamo fare? Certo c’è il problema dei rifiuti, come c’era a Napoli quando ci furono avvisaglie di cambiamento, ma si sa siamo nella migliore Italia possibile. CARO FURIO COLOMBO, credo che molti ricordino la storia del “canaro”, un tosatore di cani della periferia romana che, esasperato dalla poca considerazione dei suoi vicini, si è trasformato in un assassino feroce. Mi è tornato in mente leggendo la frase leghista “Non esiste il reato di eccesso di legittima difesa” ( 5 maggio 2017). DICIAMO CHE, SULLA QUESTIONE dell’avere armi in casa e della tendenza a celebrare come eroi coloro che sparano subito, molte celebrazioni eccessive hanno avuto luogo, nonostante autorevoli avvertimenti (Istat e Forze dell’ordine) sul declino costante, da anni, dei reati violenti (salvo lo sfregio o l’omicidio della moglie o compagna che, nel nostro Paese, resta al livello di una vittima ogni tre giorni). Dunque il popolo invoca le armi non perché polizia e carabinieri “ci lasciano soli”(se fossimo soli, i reati violenti non sarebbero diminuiti) ma perché molti pensano che, con la pistola in pugno, hai in pugno anche il tuo destino. Contrordine. Neppure questo è vero e tornano le gelide statistiche ad avvisarci che l’acquisto di armi personali, dopo l’approvazione della famosa e confusa legge sulla legittima difesa, è diminuito, non aumentato. Trascuriamo la bruttezza e l’incoerenza della modestissima legge e domandiamoci: perché a molti politici (che, come abbiamo visto, c’entrano poco con la volontà popolare) interessa promuovere con vera e propria azione di propaganda, la presenza di due nuovi protagonisti della vita pubblica, la paura e le armi? Naturalmente tutto ciò avviene a destra (però bene accolto anche dalla sinistra che vuole sempre sembrare destra) ed è in netto contrasto con un altro tipico atteggiamento di destra, La distinzione tra giorno e notte in caso di furto non è affatto un’e ccentrica “bizzarria” del nostro legislatore. Se ne discute da secoli in molte legislazioni, dalla “legge delle dodici tavole”, fino all’attu ale art. 122-6 del Codice penale francese, il quale sancisce che: “Si presume che abbia agito in stato di legittima difesa chi ha commesso l’atto difensivo nel tentativo di respingere, ‘di notte’, l’ingresso con effrazione, violenza o inganno in un luogo abitato”. Ed invero il sistema limbico è più reattivo al pericolo durante la notte e quindi è portato a reagire con violenza estrema alla presenza di intrusi in casa, legittimando così la presunzione di legittima difesa “iuris et de iure”. Quanto alla “vaghezza” rispetto al concetto di “n o tt e ”, torno a ripetere che è di difendere polizia e carabinieri quando accadono clamorose violazioni di diritti dei cittadini come la Caserma Diaz e i diversi casi Cucchi, ma li abbandonano e, implicitamente, li denigrano (“dov’è lo Stato?”) quando si tratta di ricordare il grande e rischioso lavoro di proteggere i nostri giorni e le nostre notti (con un certo successo, a quanto pare). Allora tutta una parte dello schieramento politico italiano finge che l’Italia sia un Far West abbandonato alla legge del più forte (e del più armato). È la forza delle lobby? In parte sì, senza dubbio. Le armi personali sono un grande business in Italia. Ma credo che l’ideologia (i tanti camuffamenti del fascismo, da Fratelli d’Italia alla Lega) faccia la parte del leone. Infatti la paura del ladro (che sarebbe un bene organizzato tuo connazionale, ma il più delle volte “ha l’accento slavo” fino alla cattura) si associa bene alla paura del rom, che porta dritto alla paura del negro, che certo è venuto da di là del deserto e del mare per rapinarti, persino quando finge di essere calciatore (vedi le denunce contro questo pericolo, espresse a gran voce da gruppi informati, negli stadi). Il vero consuntivo di questa pagina è che, nonostante brutti episodi, i nostri connazionali sono di gran lunga migliori dei loro politici. Se li ascoltassero davvero, avremmo numeri di vittime come nella Notte di Natale 2016 a Chicago (27 cadaveri irrigiditi dalla neve un po’dovunque nell’area metropolitana di quella città). Invece, se Minniti non si associa alle altre esuberanti forze politiche nella loro predicazione della paura, siamo allo 0,1 per cento di quel tremendo primato.
00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquotidiano.it che vi si ricorre spesso, in vari campi della legislazione penale italiana: ad esempio, rappresenta un aggravante nel caso in cui, una persona alla guida in stato di ebbrezza, uccide qualcuno. Eppure nessuno sembra essersi mai scandalizzato per questo.
Dite ad Harvard che abbiamo ministri non laureati
Vorrei dire due parole al ricercatore italiano dell’Università di Harvard che si è scagliato contro Luigi Di Maio: forse è necessario che si documenti meglio sulla situazione politica italiana. È diritto di tutti esprimere le proprie idee politiche, ma va fatto cum grano salis.
Il ricercatore insiste sul suo cursus scolastico, definendo Harvard “tempio di eccellenza universitaria”. Fortunato, allora, ad avere avuto una si- mile possibilità visto che oggi i giovani sembrano non avere alcuna chance. Gli deve essere sfuggito però che nel nostro attuale governo ci sono molti ministri non laureati: Lorenzin in primis, seguita da Orlando e Poletti. Dulcis in fundo, il ministro dell’Istruzione, Valeria Fedeli, che ha dichiarato di essere in possesso di una laurea “mai conseguita”. Loro possono disquisire e dare pareri anche senza una preparazione ad hoc, oppure sono soltanto Di Maio o la Taverna a non avere diritto di espressione?
Questo atteggiamento da parte di uno studioso risulta contraddittorio perché la cultura aiuta a colmare le proprie lacune e a crescere. Noi miseri mortali “chiniam la fronte al Massimo Fattore che volle in lui del creator suo spirito più vasta orma stampar”. DIRITTO DI REPLICA
Il 5 maggio, nell’articolo “Tu tt o ciò che nascondono i padroni di vaccini e farmaci” si descrivevano le distorsioni nei rapporti fra industria e ricerca pubblica. Articolo che oggi sembra profetico. Si cita un lavoro del 2008 di cui sono coautore e si riporta la dichiarazione dei miei conflitti d’interesse “LazioSanità ha ricevuto un finanziamento da Sanofi Pasteur MSD, per uno studio sulla malattia da HPV. Paolo Giorgi Rossi ha ricevuto rimborso delle spese di viaggio per presentare i risultati”. Mi preme chiarire che:
1) Il finanziamento non aveva vincoli su pubblicazione e proprietà dei dati. L’obiettivo era condiviso dalle due parti. Non ho ricevuto alcun compenso da Sanofi Pasteur MSD.
2) Il lavoro del 2008 non riportava valutazioni delle politiche vaccinali, allora già definite. Costatava che il vaccino era molto caro ed esortava a spendere bene i soldi pubblici, coordinando vaccinazione e screening. I ricercatori hanno l’obbligo di dichiarare tutti i potenziali conflitti d’interesse, facendo poi giudicare al lettore quali possano essere stati condizionanti. Purtroppo c’è ancora molta reticenza nel dichiararli e troppa disinvoltura nell’usarli per screditare chi li dichiara.
Furio Colombo - il Fatto Quotidiano
La ringrazio per le integrazioni e il commento. Nel pezzo, come lei stesso fa notare, era infatti riportato come esempio positivo di conflitto d'interessi dichiarato secondo regola.