Migrante ucciso, gli scafisti inchiodati dal video della Ong
Cinque arresti Botte e sevizie sul barcone del giovane freddato per un cappello. Zuccaro ringrazia il Moas: “Ma lì serve la polizia”
Dopo le polemiche sulle Ong arrivano gli arresti: in due distinte operazioni le procure di Palermo e Catania hanno bloccato cinque scafisti accusati di avere torturato, seviziato, bastonato i migranti in viaggio verso l’Europa e uno deve rispondere anche di omicidio. Sarebbe coinvolto, anche se non come esecutore materiale, nel brutale assassinio di Kellie Osman, il ragazzo di 21 anni della Sierra Leone, sbarcato cadavere tre giorni fa nel porto etneo.
A SPARARGLI sarebbe stato un altro degli scafisti per “punirlo’’ di non aver voluto consegnare il suo cappellino da baseball, disattendendo un ordine in arabo, lingua che probabilmente non conosceva. E se Zuccaro rilancia la sua proposta di affiancare agenti di polizia giudiziaria a bordo delle navi Ong (“I trafficanti, prima di ripartire, hanno impedito l'affondamento del natante e Moas ha dovuto abbandonare il proposito per non mettere a repentaglio la vita del personale. Se ci fossimo stati anche noi in quella zona ciò non sarebbe accaduto’’).
Tiscali pubblica una relazione di servizio del Viminale con alcuni rilievi della task force nei confronti delle Ong e di Msf in particolare, accusata di avere indicato come minori non accompagnati un centinaio di migranti “palesemente adulti’’ sbarcati a Reggio Calabria il 27 maggio dell’anno scorso. Nel mirino della Procura trapanese, Medici senza Frontiere ribadisce la sua disponibilità a deporre davanti ai pm e, in un video, il suo direttore Gabriele Eminente rassicura i finanziatori-donatori: “La bufera di accuse non ci distoglierà dal salvare vite umane come facciamo da 45 A INCHIODARE