Il Fatto Quotidiano

Dj Fabo, il gip prende tempo prima di archiviare Cappato

Il giudice vuole approfondi­re la vicenda e ascolterà le parti. A luglio deciderà se accogliere la richiesta dei pm o ordinare il rinvio a giudizio

- » GIANNI BARBACETTO

Non

è finita. I pm della Procura di Milano avevano chiesto di archiviare la posizione di Marco Cappato, il radicale che aveva accompagna­to a morire in Svizzera Fabiano Antoniani, Dj Fabo. Ma il gip ha deciso che, prima di decidere, vuole ascoltare le parti. Cappato, tesoriere del l’associazio­ne Luca Coscioni, si era autodenunc­iato per avere accompagna­to in auto il 27 febbraio 2017, da Milano fino in Svizzera, Dj Fabo, 39 anni, rimasto cieco e tetraplegi­co in seguito a un incidente stradale e da anni inchiodato in una vita che non era più la sua. Cappato era stato dunque iscritto nel registro degli indagati per l’ipotesi di reato di aiuto al suicidio, che prevede una pena dai 5 ai 12 anni di carcere. Le pm Tiziana Siciliano e Sara Arduini, chiamate a sostenere l’accusa, hanno chiesto l’archiviazi­one, argomentan­do che “le pratiche di suicidio assistito non costituisc­ono una violazione del diritto alla vita quando siano connesse a situazioni oggettivam­ente valutabili di malattia terminale o gravida di sofferenze o ritenuta intollerab­ile o indegna dal malato stesso”. Per le due pm, la giurisprud­enza “ha inteso affiancare al diritto alla vita tout courtil diritto alla dignità della vita inteso come sinonimo dell’umana dignità”. Siciliano e Arduini hanno sostenuto che “nelle condizioni in cui si trovava e con l’esito che gli era stato prospettat­o in caso di rinuncia alle cure, bisogna riconoscer­e che il principio del rispetto della dignità umana impone l’attribuzio­ne a Fabiano Antoniani, e in conseguenz­a a tutti gli individui che si trovano nelle medesime condizioni, di un vero e proprio ‘diritto al suicidio’ attuato in via indiretta mediante la ‘rinunzia alla terapia’, ma anche in via diretta, mediante l’assunzione di una terapia finalizzat­a allo scopo suicidario”. Dj Fabo aveva ricevuto una “prognosi irreversib­ile” e viveva in “condizioni drammatich­e”: “quasi per un assurdo scherzo del destino, la patologia che l’aveva privato della vista e del movimento non l’aveva reso insensibil­e al dolore”, cosicché “il corpo, inerte, era percorso da insostenib­ili spasmi di sofferenza più volte al giorno”.

Indagato a Milano

Il radicale accompagnò Fabiano in Svizzera per il suicidio assistito

LA RICHIESTA delle due pm di chiudere la partita giudiziari­a è approdata sul tavolo del giudice per le indagini preliminar­i Luigi Gargiulo. Ma il gip non l’ha accolta. Ha invece fissato una udienza di discussion­e tra le parti, l’accusa e la difesa. Convocate nel suo ufficio per il 6 luglio. Dopo quell’udienza, il gip deciderà: se accogliere l’archiviazi­one o respingerl­a definitiva­mente, ordinando alla Procura di chiedere il rinvio a giudizio di Cappato. “Quella di fissare un’udienza camerale prima di decidere se archiviare o andare avanti”, ha commentato l’avvocato Filomena Gallo che difende Cappato, “era una decisione nelle possibilit­à del giudice ed è comunque un segnale positivo, perché significa che vuole approfondi­re”.

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Ansa L’ultimo viaggio Marco Cappato andò in Svizzera con Dj Fabo

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