Il lento calvario di Schulz la sorte in mano a 2 donne
Domani Amministrative nel più popoloso Land del Paese: la Cdu della Merkel potrebbe superare l’Spd della Kraft
Il Golgota di Martin Schulz è il Nord Reno Westfalia, con i suoi 18 milioni di abitanti land più popoloso della Germania (un quarto del totale). E dopo le sonore sconfitte in Saarland e Schleswig-Holstein la sua eventuale resurrezione è legata alle due donne forti della politica tedesca. Sono Hannelore Kraft, la governatrice uscente del Land e Angela Merkel, la cancelliera.
La regione è storicamente schierata a “sinistra” (dal 1966 a oggi la Spd è stata all’opposizione solo tra il 2005 e il 2010 e Johannes Rau ha governato una giunta monocolore per 15 anni, fino al 1995). La Kraft nel voto di domani chiede una difficilissima conferma agli elettori per un terzo mandato. Difficilissima perché la sua maggioranza rosso-verde ha lasciato insoddisfatti i cittadini: sulla mobilità (70%) e sulla lotta alla povertà (68%) in particolare. Non è stata aiutata dalle polemiche che hanno accompagnato il suo ministro degli Interni, Ralf Jäger, finito nel mirino prima per le aggressioni a sfondo sessuale di Colonia nel Capodanno di un paio di anni fa, e poi per il caso Anis Amri, il terrorista che si è schiantato con un Tir sui frequentatori di un mercatino lo scorso Natale, a Berlino. La formazione, che doveva essere uno dei punti qualificanti della legislatura, è un’altra delle note dolenti: nel 2010, quando Kraft venne votata la prima volta, la disoccupazione nel Land incideva per il 24,1% sul totale nazionale, mentre lo scorso anno era salita al 27%. E a quanto pare, malgrado Schulz venga dalla stessa regione, i rapporti con la sua governatrice più influente non sono affatto buoni: “È contro di me”, avrebbe confidato il segretario a uno dei suoi.
Nel 2012, quando la Kraft aveva rimandato i cittadini alle urne per farsi assegnare un mandato più chiaro, la Spd aveva ottenuto il 39,1% dei consensi, contro il 26,3% guadagnato dalla Cdu guidata dallo spavaldo ministro dell’ambiente Norbert Röttgen. La disfatta dell’Unione potrebbe venire ora vendicata da Armin Laschet, 58 anni, segretario regionale del partito che ha guidato l’opposizione, gratificato dalla Merkel con ben 9 comizi in questa campagna elettorale.
Scia di sconfitte
Il candidato socialdemocratico rischia di arrivare bollito alle legislative di settembre
RISPETTO A 5 ANNI FAi sondaggi sono impietosi, ma anche a paragone di poche settimane fa sono ingenerosi nei confronti della Kraft, che rischia involontariamente di sgambettare il cammino di Schulz verso la cancelleria. Fermo restando che, al solito, saranno gli indecisi a decidere l’esito di questa delicata tornata, la Spd è addirittura data dietro alla Cdu di un punto, avendone perso almeno un paio in pochi giorni. Il partito della cancelliera è accreditato di un consenso tra il 31 e il 32% contro il 30-31% di quello di Schulz. La svolta conservatrice d el l ’ elettorato sembra trovare conferma nel clamoroso risultato dei liberali della Fdp che guada- gnerebbero il 5% e schizzerebbero a quasi il 14% con grande soddisfazione del segretario nazionale, Christian Linder, pure lui dell’Nrw, e che punta a rientrare al Bundestag.
I verdi verrebbero severamente puniti e arriverebbero al massimo al 7%, più o meno sugli stessi livelli della AfD, ma per il movi- mento anti-europeista e xenofobo la forbice è più ampia (fino al 9%). Malgrado la sicurezza sia un tema chiave, il partito non andrebbe in doppia cifra. Per Schulz e la Spd il fine settimana rischia di essere la terza stazione di un nuovo calvario che finirà solo con le elezioni federali di autunno.