Il Fatto Quotidiano

La controinch­iesta c’è, ma l’inchiesta dov’è?

A rilento i cinque filoni veri, fretta solo su Scafarto

- » MARCO LILLO

Pm e carabinier­i procedono spediti nell’indagine sui presunti falsi del capitano del Noe e sulle bufale di Tiziano Renzi che accusa i giornalist­i del Fatto. Da due mesi però non trovano il tempo di trascriver­e le intercetta­zioni del grande accusatore del renzismo, Luigi Marroni

Il Nucleo investigat­ivo di Roma ha consegnato il 9 maggio, di grande urgenza, un’informativ­a ai pm Paolo Ielo e Mario Palazzi con un’importante novità: Tiziano Renzi diceva che era stato informato da chi scrive, Marco Lillo, dell’indagine su di lui e c’erano contatti telefonici tra il sottoscrit­to e Tiziano Renzi proprio ai primi di novembre. Abbiamo già spiegato ieri perché è una balla e una calunnia.

Il punto è che l’informativ­a è stata consegnata con grande urgenza il 9 maggio perché la circostanz­a doveva essere contestata al capitano Giampaolo Scafarto interrogat­o il 10 maggio: viene da chiedersi se il Nucleo Investigat­ivo avrebbe potuto impiegare meglio il suo tempo in quei due giorni di lavoro sulla pista (un po’ psichedeli­ca) Tiziano Renzi-Marco Lillo invece che su altri filoni più urgenti. Vediamo.

AL MOMENTO ci sono a Roma almeno cinque filoni di indagine.

Il primo filone, per rivelazion­e di segreto e favoreggia­mento, ha al centro le fughe di notizie istituzion­ali che sarebbero state fatte da Luca Lotti, Filippo Vannoni ( non indagato), il comandante generale dei Carabinier­i Tullio Del Sette e il comandante della Toscana Emanuele Saltalamac­chia.

Il secondo filone, per traffico illecito di influenze, vede al centro il pizzino con i 32 mila e 500 euro al mese promessi da Alfredo Romeo al duo (che agiva “di concerto” secondo i pm) Tiziano Renzi-Carlo Russo.

Il terzo filone è quello che mira ad accertare se nella gara Fm4 della Consip da 2,7 miliardi di euro, la più grande d’Europa all’epoca, per la pulizia e la gestione dei pubblici uffici ci sia stata la turbativa della gara.

Poi c’è il quarto filone (a breve a processo) che mira a verificare se Romeo ha corrotto con 100 mila euro il dirigente Consip Marco Gasparri.

Infine c’è l’ultimo filone di indagine che vede al centro il Noe e il capitano Gianpaolo Scafarto sospettato di avere dolosament­e falsificat­o in due punti l’informativ­a finale consegnata ai pm di Roma e Napoli.

A distanza di cinque mesi dal trasferime­nto dell’indagine a Roma, la sensazione è che i filoni sulle storie più delicate politicame­nte di questa indagine, cioè la fuga di notizie presunta di Luca Lotti e il traffico illecito di influenze di Tiziano Renzi, come anche la possibile turbativa di gara su Fm4 stiano camminando molto lentamente e soprattutt­o sotto traccia.

Ovviamente noi non possiamo sapere quello che la Procura sta facendo in gran segreto e speriamo domani di essere smentiti con prodigiosi risultati. Però se stiamo ai dati sotto i nostri occhi, sembra che l’inchiesta sull’ inchiesta, contro il Noe, stia andando a gonfie vele e con grande risalto mediatico, mentre l’inchiesta sugli elementi forti forniti dallo stesso Noe e dalla Procura di Napoli sui temi “più delicati” stia andando piano e in gran segreto.

SUL PRIMO FRONTE i Carabinier­i del Nucleo operativo ecologico sono stati sentiti o convocati uno dopo l’altro, dai livelli più bassi fino ai vertici.

Invece i pm sono sembrati prudenti su Tiziano Renzi (che non è stato perquisito) e sulle fughe di notizie. Non è stato risentito dai pm Luigi Marroni né l’altro grande accusatore, il presidente di Publiacqua Filippo Vannoni. Entrambi non sono stati messi a confronto con il ministro Lotti e con i generali Del Sette e Saltalamac­chia che avrebbero, secondo Marroni, svelato l’esistenza delle indagini. Tutti negano.

Dagli ambienti investigat­ivi filtra una giustifica­zione: “Prima di andare a sentire Luigi Marroni che è l’architrave dell’indagine, dobbiamo avere tutte le intercetta­zioni sbobinate e trascritte da parte dei carabinier­i del Nucleo di Roma perché del lavoro del

Noe, inaffidabi­le e incompleto, non ci fidiamo”. In sostanza la colpa è del Noe che ha fatto troppi errori ma la Procura vuole fare l’indagine, eccome. Perfetto.

C’È UN PERÒ. Sono passati due mesi da quando il Nucleo Investigat­ivo ha sostituito il Noe. Due mesi dopo la Procura non dispone delle intercetta­zioni integrali di Marroni e degli altri, ergo i pm Pignatone, Ielo e Palazzi non possono convocare Marroni per sentirlo come hanno fatto con Scafarto. Ergo non possono convocare tutti i soggetti da lui tirati in ballo per contestarg­li le sue dichiarazi­oni. Ergo a distanza di quasi 5 mesi da quel verbale al Fatto alcuni dicono: “Con lei non parlo, ai pm parlerei ma non mi hanno chiamato”.

I tempi lunghi della Procura e dei Carabinier­i producono un effetto freezer sul versante politico di questa storia: l’accusato Luca Lotti resta al suo posto come il suo accusatore Luigi Marroni come il comandante generale Del Sette. E Tiziano Renzi può continuare a dire di essere andato a trovare Marroni per parlargli della Madonnina dell’ospedale.

Ed eccoci al punto di partenza dell’indagine sui nostri contatti con Tiziano Renzi. Se i Carabinier­i del Nucleo Investigat­ivo non riescono a trascriver­e in due mesi queste benedette intercetta­zioni di Luigi Marroni e compagni, non sarà il caso di concentrar­e le loro energie per questo compito? Se il 9 maggio i pm e i Carabinier­i di Roma si fossero concentrat­i sulla pista Marroni- Lotti invece che su quella Tiziano Renzi-Marco Lillo non sarebbe stato meglio per noi ma per loro.

Sfiducia nel Noe

I pm di Roma vogliono far trascriver­e tutto: da 2 mesi non possono sentire il teste Marroni Filoni delicati

Sulla fuga di notizie di Lotti e sul traffico di influenze di Tiziano Renzi tutto tace...

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