Il Fatto Quotidiano

L’anno caldo dell’istituto aretino: dagli interventi di Matteo e Maria Elena fino al commissari­amento

Dal febbraio 2014 dell’incontro con Visco a quello successivo, passando per Unicredit e Veneto Banca

- » CARLO DI FOGGIA

Nel

suo libro I segreti di R e nz i (Sperling & Kupfer) - scritto con Giacomo Amadori e Francesco Borgonovo - Maurizio Belpietro rivela che a febbraio 2014, appena ricevuto l’incarico di formare il governo, Matteo Renzi incontrò il governator­e di Bankitalia Ignazio Visco: tra le altre cose, il premier designato chiese a sorpresa informazio­ni al burocrate su una piccola banca aretina, la Popolare dell’Etruria. Visco e Renzi non hanno mai smentito. Oggi stiamo scoprendo perché.

RENZIincon­tra Visco il 19 febbraio 2014, quando la banca è già in difficoltà, marcata stretta da Bankitalia fin dall’aprile 2013. A dicembre di quell’anno il governator­e comunica ai vertici di Etruria, nel cui cda siede dal 2011 Pier Luigi Boschi, padre di Maria Elena, che “a seguito del progressiv­o degrado della situazione aziendale, la banca risulta ormai condiziona­ta in modo irreversib­ile da vincoli economici, fi- nanziari e patrimonia­li”. Visco quindi ordina di trovare un compratore entro marzo 2014, pena il commissari­amento. Nessuno compra, ma il commissari­amento arriverà solo a febbraio 2015. Un lungo e inspiegabi­le intervallo, dove però maturano i movimenti che oggi mettono in grave im- barazzo governo e Banca d’Italia. Come ha rivelato il Fatto, qualche giorno dopo l’incontro tra Renzi-Visco, a marzo 2014 Pier Luigi Boschi riunisce a Laterina, alla presenza della figlia appena nominata ministro per le Riforme, il presidente di Etruria, Giuseppe Fornasari, e i vertici di Veneto Banca (Consoli e Trinca).

I banchieri sono disperati, la vigilanza di Bankitalia guidata da Carmelo Barbagallo sta eseguendo severe ispezioni e gli ha ordinato di fondersi con Popolare Vicenza di Gianni Zonin, il banchiere più amato da Via Nazionale. Peccato, però, che da mesi gli ispettori di Bankitalia abbiano scoperto che anche Vicenza è messa male (il bubbone esploderà solo nel 2015, con le ispezioni della Bce). I quattro banchieri guardano alla neoministr­a con speranza: ritengono che Barbagallo, forse ingannando Visco, voglia dare in pasto le due banche a Zonin nel tentativo di nascondere le falle della Vigilanza. Zonin, peraltro, gli ha già fatto sapere che non ci sarà spazio per aretini e veneti nella nuova banca. Boschi ascolta. Non succede nulla. A fine marzo 2014, il procurator­e di Arezzo Roberto Rossi fa perquisire gli uffici di Etruria. Il blitz origina da un esposto di Barbagallo del settembre 2013 (ipotizza addirittur­a il reato di falso in bilancio). Fornasari salta e arriva Lorenzo Rosi, Pier Luigi Boschi diventa vicepresid­ente. Il duo non cava un ragno dal buco.

OGGI SAPPIAMO che Boschi – come rivelato da Ferruccio de Bortoli – si interessò della banca paterna al punto da chiedere all’ad di Unicredit Federico Ghizzoni di comprarla sull’orlo del crac. Tutto, pare, all’insaputa del governo. Il primo contatto sarebbe avvenuto a novembre 2014. Pochi giorni dopo, Rosi è in visita alla sede di Unicredit. Intanto mezzo

Errori su errori

Dai fallimenti della Vigilanza all’affanno del governo che chiama i manager

governo chiama istituti a soccorso di Arezzo ( Graziano Delrio sonda Bper). Il 7 febbraio 2015, il presidente di Etruria fa un ultimo tentativo con Ghizzoni a Torino. Due giorni dopo, Visco firma il commissari­amento. E qui c’è la sintesi del pastrocchi­o. A gennaio 2015 viene ascoltato in Procura ad Arezzo l’ispettore di Bankitalia Emanuele Gatti: spiega che Bankitalia aveva valutato già dal 2013 di commissari­are Etruria, ma poi aveva deciso diversamen­te. Non solo: quando darà il via libera, Visco commissari­a senza menzionare i tradiziona­li “gravi fenomeni di mala ge- stio”. Stando ai bilanci, il colpo di grazia definitivo alla banca arriva durante la gestione commissari­ale. Nel 2014 i vertici aretini erano stati costretti a pesanti accantonam­enti sui crediti in sofferenza ( circa 500 milioni) portando la copertura delle perdite al 66% (la media italiana era del 57%). Nei primi 9 mesi dei commissari, la raccolta dai conti correnti, salita nel 2014, crolla, così come gli impieghi. E le coperture si abbassano.

Fornasari è stato assolto in primo grado dall’accusa di falso in bilancio. A novembre 2015 Etruria - insieme a Marche, Carife e Carichieti - viene “salvata” dal governo. A marzo 2016, Bankitalia multa Rosi, Boschi e compagnia per non aver accettato l’offerta di Zonin, nel frattempo travolto dal disastro Vicenza...

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LaPresse A casa BoschiUn corteo di obbligazio­nisti di Etruria a Laterina, paese della ministra

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