La politica al bar del maleducato democratico
In un’intervista al Foglio, Matteo insulta De Bortoli confermando un suo celebre aforisma
Giusto
due anni fa, salutando i lettori del Corsera, Ferruccio de Bortoli scolpì una definizione famosa del “giovane caudillo Renzi”: “Un maleducato di talento”. Giovedì, ospite di La7, ha aggiornato la frase: “Inizio ad avere qualche dubbio sul talento”.
IL GUSTO per il bon mot, si sa, non è più diffuso come nello splendido Seicento e anche le buone maniere, va detto, non si sentono tanto bene. C’è una cosa, però, che non manca mai nell’Italia dei campanili: il bullo di paese. Chi nutrisse dubbi sulla maleducazione dell’ex premier o sulla sua passionaccia per le sfide da gradasso da bancone – dando per scontata quella per aporie logiche e menzogne – legga l’intervista apparsa sul Foglio di ieri: un lungo esercizio di poco stile.
Non è solo la disfida con l’ex direttore del Corriere a sollecitare il côté diciamo “baristico” di Renzi. Il povero Andrea Mazziotti di Celso, ex montiano, reo di aver presentato in commissione alla Camera un testo di legge elettorale che non piace al capo democratico, ne viene fuori così: “È un bravissimo avvocato ma purtroppo non fa parte di un partito che sa prendere voti. Lo stimo a livello professionale e conosco la stima di cui gode tra molti imprenditori. Ma purtroppo non fa parte di un partito che ha molti voti. E il suo unico obiettivo sembra essere quello di far tornare in Parlamento partiti con pochi voti”. Un classico di certi bar poco eleganti, la sfida a chi ce l’ha più lungo: il conto dei voti.
Liquidati Pier Luigi Bersani e soci (“il nostro consenso, oggi, è superiore a quello che avevamo al momento della scissione”), Renzi passa alla fu Popolare Etruria. Cosa accadrà a Maria Elena Boschi se mai l’ex ad di Unicredit, Federico Ghizzoni, dovesse uscire dal silenzio e confermare il racconto di Ferruccio de Bortoli (cioè la richiesta di salvare la banca di cui il padre era vicepresidente)? Nessuna risposta sul merito, ma questo: “De Bortoli ha una ossessione per me che stupisce anche i suoi amici. Quando vado a Milano, mi chiedono: ma che gli hai fatto a Ferruccio? Boh. Non lo so. Forse perché non mi conosce. Forse dà a me la colpa perché non ha avuto i voti per entrare nel cda della Rai e lo capisco: essere bocciato da una commissione parlamentare non è piacevole. Ma può succedere, non è la fine del mondo”.
Poi, dopo un gigantesco non sequitur sul sistema bancario, torna ad attirare l’attenzione degli avventori del suo bar: “De Bortoli ha detto falsità su Marco Carrai. Ha detto falsità sulla vicenda dell’albergo in cui ero con la mia famiglia. Ha detto falsità sui miei rapporti con la massoneria (...) è ossessionato da me”. Accuse riprese dai vari polli da batteria dem e dal membro renziano del cda Rai, il toscano Guelfo Guelfi.
L’ex direttore del Corriere ha replicato, in particolare ricordando che “avendo detto due volte no alla proposta di fare il presidente, non era tra le mie ambizioni essere eletto nel cda della Rai”. Ma il capo democratico non lo avrà sentito: nel bar, gomito sul bancone, stava urlando che col 41% avrebbe fatto di Rignano la nuova Bruxelles.
Frasi da bancone “Ferruccio è ossessionato da me I suoi amici mi chiedono perché: boh”