Mantova, “Radetzky” e l’incuria a Palazzo Ducale
Umidità, cornicioni crollati, Rubens a rischio, tele danneggiate e mostre discutibili
In
quel di Mantova c’è un patrimonio artistico di sconfinata bellezza: l’immenso Palazzo Ducale, diviso tra Corte Vecchia (primo nucleo medievale), Castello di San Giorgio ( fortezza sull’omo ni mo ponte) e Corte Nuova (addizione rinascimentale affacciata sui laghi). Da fine 2015 il direttore, nominato dal ministro Dario Franceschini, è l’austriaco Peter Assman.
Proprio qui, nelle terre in cui imperversò il feldmaresciallo Josef Radetzky, ai tempi dell’ottoce ntesco Lombardo-Veneto. Niente di male, se non fosse che Assman in pubblico si è spinto a definire una “questione storica superata” quella dei Martiri di Belfiore, i patrioti italiani impiccati a Mantova tra il 1852 e il 1855 proprio per ordine di Radetzky. Ma non è questo il punto, da quando Assman è stato nominato direttore – si legge in una interrogazione parlamentare dell’onorevole Alberto Zolezzi (M5s) – “si sono verificati numerosi eventi preoccupanti, segnalati da quaranta custodi museali di Palazzo Ducale che lamentano danni alle opere e agli ambienti”. L’interrogazione è del luglio 2016, quasi un anno dopo poco è cambiato. Basta una visita tra le stanze del complesso per accorgersene.
INIZIAMO il percorso entrando nella Galleria Nuova: qui un anno fa sono state spostate le opere, per lo più grandi pale d’altare, difficili da movimentare. Il tutto in meno di una settimana con personale non specializzato. Alcune grandi tele sono state rimesse infine al loro posto perché non passavano dalle porte, molte di queste adesso sono in cattive condi- zioni, con distacchi di colore.
Continuiamo dalla Sala degli Arcieri nella Corte Vecchia: durante i lavori per installare una guida per il nuovo allestimento della pala della santissima Trinità di Rubens è crollato un pezzo del cornicione frantumatosi proprio a pochi centimetri dal quadro. Rifarlo, adesso, costerebbe troppo e “non è poi così importante”, dichiara la stessa direzione.
Il panorama sul Cortile della Cavallerizza sarebbe mozzafiato ma non si può vedere perché un’ampia zona della Corte Nuova è ancora chiusa: l’estate scorsa qui sono state esposte opere di arte contemporanea, sulle logge rivolte ai laghi. Alcune installazioni lu- minose furono fissate in modo non adeguato e, malferme, durante un temporale, cascarono giù, fino a danneggiare il cinquecentesco bugnato di Giulio Romano.
Entriamo, quindi, nel Castello di San Giorgio e, osservando le pareti della Camera degli sposi, il nostro “Virgilio” sorride: “È chiaro che non possiamo attribuire a Franceschini o ad Assmann la colpa dell’umidità padana che allieta la nostra città, ma bisognerebbe porre rimedio agli affioramenti di sale con l’intonaco che si sgretola nell’ambiente in assoluto più prezioso, nonchè noto e visitato, della città di Mantova”. Accanto alle ferite materiali a Palazzo Ducale si susseguono anche sfregi morali. Cene e pranzi di gala hanno superato il limite del buon senso, come quando a inizio febbraio 2016 durante la festa di compleanno dell’imprenditrice Emma Marcegaglia, gli ospiti hanno ballato la disco dance sotto le pale d’al ta re della Pinacoteca.
Qualche purista non digerisce neppure la scelte delle mostre di arte contemporanea, come “Abitare Gonzaga”, allestita proprio un anno fa con vasche e specchi: mancava solo il gabinetto nel delizioso Camerino d’Orfeo, minuscola stanza decorata a stucco che si affaccia sul Giardino dei semplici. Non proprio un cesso.
Serate mondane Qui si balla la disco dance sotto le pale d’altare della Pinacoteca per le feste vip