Caso Fbi, Trump tira fuori la carta del capo in gonnella
Per sopire le polemiche sul licenziamento di Comey il presidente punta sull’ex procuratore Kelly Ayotte: sarebbe la prima volta per il Bureau
Le
eliminatorie sono iniziate ieri. La finale, probabilmente, si farà la prossima settimana: Donald Trump vuole partire il 22 maggio per la sua prima missione estera, Arabia Saudita e Medio Oriente, Papa, Ue, Nato e G7 a Taormina, dopo essersi tolto il dente della nomina del nuovo capo dell’Fbi, la polizia federale. Prima rimpiazza James Comey, licenziato su due piedi nei giorni scorsi, prima spera che si stemperino le polemiche suscitate dalla brusca decisione: molti la legano al Russiagate, lo scandalo delle connivenze tra figure vicine al futuro presidente ed emissari del Cremlino in campagna elettorale. Dai primi colloqui condotti da dirigenti del Dipartimento della Giustizia sono già emerse sorprese, rispetto al toto-nomina sui media. Sarebbero fuori gioco, ad esempio, o quasi, due personaggi finora candidati a tutto, ma mai prescelti: il governatore del New Jersey Chris Christie e l’ex sindaco di New York Rudolph Giuliani. Il primo giro ha coinvolto il numero due della polizia federale, e direttore ad interim, Andrew McCabe, che ha però varie tare: ha una moglie democratica, intende andare avanti con le indagini sul Russiagate e difende l’operato di Comey. Oltre a lui, sentiti il senatore repubblicano John Cornyn, ex responsabile della Giustizia del Texas; l’avvocato Alice Fisher, ex capo della divisione criminale del Dipartimento di Giustizia quand’era presidente Bush jr; a seguire il deputato repubblicano Mike Rogers, ex agente Fbi e per breve tempo consigliere di Trump nel transition team; e Ray Kelly – già candidato con Clinton e poi Obama – commissario del Dipartimento di Polizia di New York, noto per il pugno di ferro, ma anche per il ricorso a mezzi controversi come lo spionaggio dei musulmani.
IN LIZZA pure lo sceriffo del Wisconsin David Clarke, critico del movimento Black Lives
Matter; e Trey Gowdy, deputato repubblicano della South Carolina, presidente della commissione che indagò sull’operato dell'ex segretario di Stato Hillary Clinton, ai tempi dell'attacco al consolato degli Usa a Bengasi. Ben piazzata, e ben sponsorizzata, è anche un’altra donna, oltre all’avvocato Fisher – l’Fbi non ha mai avuto una direttrice –: Kelly Ayotte, avvocato, 48 anni, senatrice repubblicana ed ex governatrice del New Hampshire, oltre che ex procuratore generale del suo Stato. La Ayotte, il cui nome è gettonato da Fox e Politico, ha il background
Ombra Watergate Due deputati dem hanno chiesto ogni registrazione fra il tycoon e l’ex federale
giusto e si sarebbe conquistata la ‘riconoscenza’ del presidente, lavorando per la conferma della nomina del giudice Neil Gorsuch alla Corte Suprema. La ricerca del successore di Comey non stempera le polemiche sul suo licenziamento; l’opposizione democratica, ma pure molti media, vedono l’ombra d’uno scandalo come il Watergate, che, nel 1974, spinse alle dimissioni Nixon. Due deputati Dem hanno chiesto alla Casa Bianca di consegnare qualsiasi registrazione esistente tra il tycoon e l'ex capo dell’Fbi.