Quel pasticciaccio brutto del ballo sportivo italiano
Danzopoli Lo storico presidente radiato per aver truccato competizioni, i tre successori a processo, dodici dirigenti deferiti e gli imbarazzi del Coni
so, però, che la Danza sportiva dal 2007 sia anche una delle 44 federazioni riconosciute dal Coni. E pure discretamente finanziate: nel 2017 quasi 750mila euro di contributi pubblici per l’attività sportiva e la preparazione olimpica (pur non essendo presente la danza alle Olimpiadi), che salgono ad oltre un milione e mezzo di euro se aggiungiamo i costi del personale. Soldi preziosi per un movimento sconfinato, che supera i 100mila tesserati, spaziando dall’agonismo ipercompetitivo al dilettantismo più amatoriale.
LA STORIA della Fids, però, è stata quantomeno travagliata. Nel 2010 scoppiò lo scandalo ribattezzato “danzopoli”, versione danzerina della più nota “calciopoli”: un sistema volto a “predeterminare o quantomeno fortemente condizionare” i campionati nazionali di ballo, scoperto dalle indagini che portarono alla radiazione a vita dell’allora presidente federale, Ferruccio Galvagno. Il suo nome ritorna anche nell’ultima vicenda giudiziaria che sta investendo il movimento: la procura del Coni ha deferito 12 dirigenti, fra cui l’attuale numero uno Michele Barbone e i suoi predecessori Giovanni Costantino e Cristian Zamblera, per aver avuto dei contatti illeciti con l’ex presidente radiato, che continuerebbe a spostare voti e decidere le sorti della Federazione. Uno dei primi atti della nuova gestione è stato concedere una grande amnistia per tutte le infrazioni commesse prima del 31 dicembre 2016. Un provvedimento che avrebbe dovuto pacificare il movimento ma ha finito per spaccarlo ulteriormente, visto che tra i beneficiari potrebbe esserci proprio Galvagno.
LA STRANEZZE, del resto, non sono mai mancate in questa Federazione, che a lungo ha confuso maestri e giudici: per anni chi allenava gli atleti era anche chi li giudicava, in barba ad ogni principio di terzietà sportiva. Una sovrapposizione di ruoli da cui non potevano che derivare guai. Ora il nuovo presidente Barbone ha finalmente approvato un regolamento che separerà le carriera. Ma potrebbe non fare a tempo a godersi la riforma, travolto dai veleni delle ultime (doppie) elezioni: a ottobre alle urne Costantino aveva sconfitto il presidente uscente Zamblera, il Coni ha disposto la ripetizione per alcune irregolarità nell’assemblea e quando si è tornati al voto dopo qualche settimana a sorpresa c’è stato un altro vincitore ancora. Il tutti contro tutti che ne è derivato (e che è finito sul tavolo della Procura, tra registrazioni nascoste e delazioni) rischia di non risparmiare nessuno. Nemmeno la Federazione: qualcuno vuole fare pulizia, qualcun altro forse spera in un “repulisti” generale per togliere di mezzo buona parte della classe dirigente presente e passata.
MA A RIMETTERCI potrebbe essere proprio la Danza sportiva. Barbone ha negato le accuse, sostenendo che i pochi contatti con Galvagno non possono considerarsi come “attività federale”. Ma se la vicenda dovesse concludersi con una condanna e un altro commissariamento (il terzo in cinque anni), al Coni potrebbero anche decidere di sbarazzarsi della Fids. Al Foro Italico cominciano a interrogarsi sulla scelta di aver concesso lo status di Federazione, che in futuro potrebbe addirittura essere revocato. Finirebbero benefici e contributi. E allora ci sarebbe davvero poco per cui ballare.
Contributi pubblici La Fidas incassa 750 mila euro, motivo: preparazione olimpica (non è sport olimpico)