Gli anarchici: “Colpire chi guadagna con i rimpatri”
Gli 007: “Il decreto Minniti sui Cpr rischia di essere la miccia per altre campagne della Fai”
Se il decreto Minniti sull’immigrazione è la miccia, l’annuncio dell’apertura dei Cpr (Centri di permanenza e rimpatrio) al posto dei vecchi Cie sembra, a tutti gli effetti, la polvere esplosiva per riaccendere con forza e vigore la campagna anarchica contro le espulsioni nel nostro Paese. Il tema è unico, ma le modalità di lotta si annunciano su due piani differenti. Da un lato l’azione operativa e a basso impatto della Fai ( Federazione anarchica informale), dall’altro lo scontro di piazza, in qualche modo spinto anche dal dissenso politico nei confronti della nuova legge. E su questa linea c’è apprensione per la grande manifestazione di Milano del prossimo 20 maggio sul tema dell’accoglienza.
“I NUMERI– spiega una fonte qualificata dell’intelligence– saranno molto grandi. I centri sociali hanno già fatto sapere che ci saranno”. I milanesi, ma non solo. Forse anche i napoletani con i quali il patto è diventato di ferro dopo il concerto organizzato sul pratone leghista di Pontida lo scorso 23 aprile. In quella giornata il discorso passato a mezza voce era di questo tipo: abbiamo fatto chiudere i Cie ora faremo chiudere anche i Cpr. E del resto sempre a Milano il 10 maggio si sono registrati duri scontri tra un gruppo di antagonisti e forze dell’ordine in occasione della visita del ministro dell’Interno Marco Minniti per l’inaugurazione della nuova sede della Direzione investigativa antimafia. Quella del 20 maggio sarà anche una prova del nove per il Pd, il quale dovrà decidere se mettere il cappello (come fin’ora risulta) su un corteo che contesta i criteri proprio del decreto di un governo Pd. L’aria in vista dell’evento appare tesa, anche alla luce delle azioni di forza in Stazione centrale promosse dal Questore e criticate, in parte, dal sindaco Beppe Sala. E se Milano sarà la prima uscita, l’allerta s’impennerà di nuovo per il il G7 a Taormina del prossimo 26 e 27 maggio. Sul fronte della protesta anarco-insurrezionalista e antagonista, l’intellig ence è chiara: “Si tratta di due canali operativi ben distinti”. Uno degli ultimissimi report dei nostri Servizi segreti segnala, poi, che “si assiste a un rinnovato slancio offensivo di matrice anarco- insurrezionalista con il ritorno in scena degli informali della Federazione anarchica informale/Fronte rivoluzionario internazionale ( Fai/ Fri), dopo l’agguato armato del maggio 2012 ai danni dell’ad di Ansaldo Nucleare Roberto Adinolfi”.
ALLARMANTE poi un passaggio successivo nel quale si mette in evidenza una saldatura con i movimenti greci e la prospettiva ormai diffusa in diversi ambienti “di passare dall’attacco ai simboli del potere all’offensiva diretta contro le persone che lo incarnano”.
In questo senso è da leggere, ragionano i nostri 007, il volantino interno al circuito Fai che dà il nome alla campagna contro i Cie prima e i
Cpr ora. Sono venti pagine ciclostilate dal titolo “I cieli bruciano”. La prima edizione risale al 2016, anno in cui è partita la campagna anarchica. Il testo, poi, nel tempo è stato via via aggiornato. Il senso, però, oggi come ieri resta il medesimo: “Rilanciare la lotta contro la macchina delle espulsioni”. E ancora: “I Cie si chiudono con il fuoco”. Ed ecco quindi il passaggio che si aggancia alla nuova necessità di colpire obiettivi fisici. “Conoscere il funzionamento” dei Cie prima e dei Cpr ora “significa conoscere chi li gestisce, ovvero chi sono quegli enti privati, quelle cooperative o quei consorzi che hanno deciso di investire le loro competenze nel controllo dell’immigrazione”. La lista è lunghissima. Ne fanno parte ditte che si occupano di logistica, di pasti e di pulizie. Per tutte vi è nome e indirizzo, perché, si legge sempre nel ciclostile interno alla rete anarchica, “crediamo che sia giusto identificare i collaboratori della macchi
na delle espulsioni”.
Nel mirino
In un report nomi e indirizzi di molte ditte che lavorano a vario titolo nella filiera delle espulsioni Le date
TRA QUESTE nel mirino, come dimostrato anche dall’attentato di due giorni fa a Roma, ci sono le Poste. E il motivo viene presto spiegato nel volantino: i voli charter organizzati per i rimpatri e “finanziati da Frontex”. “Ad aggiudicarsi il primato di questo triste business – si legge – è la compagnia area delle Poste italiane, Mistral Air (…) . Altre compagnie complici della deportazione sono Egypt Air, la compagnia inglese Charter Viaggi, Meridiana Fly e Air Patner”. La legge Minniti dovrà passare anche al vaglio della piazza di varie anime del movimento antagonista
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È prevista la marcia dell’accoglienza organizzata dal Pd a Milano
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A Taormina per il G7 c’è il rischio che arrivi il Blocco nero