Tra Chelsea e Roma-Juve, il miracolo Spal
Venerdì il trionfo di Conte in Premier, stasera i bianconeri si giocano lo scudetto
L’orgoglio un po’ naif di chi oggi esulta perché gli italiani lo fanno meglio, il sapore antico del miracolo di provincia, l’eterna lotta tra chi non sa che vincere e chi si sarebbe stufato di perdere. C’è un mix insolito di ingredienti nel fine settimana dei verdetti per il pallone italiano, quelli già declamati e quelli che si apprestano ad arrivare.
LA RASSEGNA era cominciata venerdì sera con il trionfo del Chelsea di Antonio Conte in Premier League. Il tecnico salentino, capace di rianimare un gruppo reduce da un deprimente decimo posto, al primo tentativo ha compiuto un capolavoro. Oggi l’ex bianconero è tra i primi cinque allenatori al mondo, per questo motivo non è destinato a tornare presto a profetizzare in patria. Il pallone di casa nostra, intanto, saluta il ritorno tra i grandi della Spal dopo 49 anni. La squadra di Ferrara ha ottenuto ieri la promozione matematica, nonostante la sconfitta a Terni. Nel 2012 era in Eccellenza, l’anno prossimo giocherà a San Siro. Merito della gestione virtuosa del presidente Colombarini e di un ambiente in simbiosi con la squadra.
La sentenza più attesa, e al contempo più scontata, potrebbe arrivare questa sera. Tre anni fa, alla penultima giornata, la Juventus passò al minuto 94 all’Olimpico con un gol di Osvaldo, fino a un anno prima centravanti dei giallorossi e oggi aspirante rock star. Questa sera nello stesso stadio, in caso di vittoria o pareggio, i bianconeri festeggerebbero il sesto scudetto consecutivo, come nella più efferata delle sceneggiature. Per una Roma incerottata è questione di onore, classifica e portafoglio. As- sistere al trionfo a domicilio della rivale degli ultimi anni sarebbe l’ennesimo smacco di un’ottima stagione, destinata però ad andare in archivio alla voce fallimenti. Soprattutto, c’è da resistere all’assalto del Napoli. Arrivare terzi piuttosto che secondi fa tutta la differenza del mondo: De Rossi e compagni, eliminati ai preliminari di Champions dal Porto ad agosto, lo sanno bene.
Appena una settimana fa la Roma strapazzava il Milan a San Siro. Al posto della celebrazione è arrivato lo psicodramma con le polemiche tra Spalletti e Francesco Totti, pensionato pochi giorni prima dal nuovo Ds Monchi. Improbabile che il capitano scenda in campo questa sera, inevitabile che lo faccia tra quindici giorni contro il Genoa. I supporter, che da anni portano avanti un braccio di ferro con il presidente Pallotta, hanno snobbato la sfida con la Juventus e preferiscono pensare all’ultima esibizione del loro idolo. Sarà un momento emozionante e agrodolce, l’ennesimo di un’annata vissuta nella centrifuga dalla Lupa.
BEN DIVERSOlo stato d’animo della Juventus. “Anche in caso di vittoria, dopo la partita con la Roma mangeremo qualcosa e poi a letto” ha detto Massimiliano Allegri, in un esercizio di understatement molto torinese. Mercoledì, sempre all’Olimpico, è in programma la finale di Coppa Italia contro la Lazio. Il Triplete è diventata un’ossessione, per svilire la principale arma polemica rimasta ai tifosi interisti. Dopo di che sotto con il Real Madrid: i bianconeri si sentono più forti persino dei campioni in carica. Probabilmente lo sono.