Colosseo, arriva lo stop all’appalto sui biglietti
Gestione della biglietteria Alla definizione della gara ha partecipato anche l’indagato Marco Gasparri
La disputa per la gestione del Colosseo si arricchisce di un nuovo colpo di scena: il Consiglio di Stato ha sospeso la scadenza del bando Consip per l’appalto dei servizi di biglietteria del monumento più visitato in Italia.
Un provvedimento cautelativo in attesa che, il 7 giugno, il Tribunale amministrativo regionale affronti nel merito il ricorso presentato dalla D’Uva Srl, la società che da venti anni fornisce le audioguide all’interno dell’Anfiteatro Flavio. È una sospensione che, se confermata dal primo grado della giustizia amministrativa, potrebbe aprire una nuova crepa nel contestato riassetto della gestione dei beni culturali varato dal ministro Dario Franceschini.
LO SCORSO ANNO il ministero dei Beni culturali affida a Consip le gare per i servizi gestionali (pulizie e sicurezza) e per quelli aggiuntivi (biglietteria, audioguide e visite guidate) dei suoi enti. Una scelta pensata per accompagnare la centralizzazione nella gestione dei poli museali e monumentali voluta dal Mibact. La prima gara bandita dalla stazione appaltante pubblica riguarda proprio il Colosseo: base d’asta 33 milioni per i ticket e 12 milioni per la sicurezza. Alla stesura del bando partecipa anche Marco Gasparri, dirigente Consip ora indagato dalla Procura di Roma per concorso in corruzione assieme all’imprenditore Alfredo Romeo. Ad oggi l’affidamento pre- vede che il gestore della biglietteria – il servizio è svolto da Coopculture – ottenga una percentuale sugli incassi, motivando così il privato a incrementare i ricavi al botteghino per far salire i propri guadagni. Invece, con il nuovo bando di gara, sostanzialmente, chi vince si assicurerebbe una rendita a priori. L’entità del- la posta in gioco è alta, basti pensare che il Colosseo con 6,4 milioni di visitatori annui incassa attorno ai 60 milioni di euro.
L’ITER DELL’APPALTO voluto da Franceschini, però, procede a rilento. Il bando è pasticciato e arrivano numerose richieste di precisazioni da parte di chi vi partecipa. Così, con le buste delle offerte ancora chiuse, già fioccano i ricorsi al Tar per la sospensiva urgente del bando. Il giudice monocratico respinge queste richieste, rinviando quella della D’Uva a un giudizio collegiale a inizio giugno. Nel frattempo, la società si rivolge al Consiglio di Stato che l’11 maggio scorso ema- na un decreto che “sospende gli effetti dell’ordinanza impugnata e sospende” anche “gli effetti dei provvedimenti impugnati in primo grado incluso il termine per la presentazione delle offerte”. Il bando Consip, quindi, viene di fatto congelato in attesa del pronunciamento collegiale del Tar.
“NOI NON RICORRIAMO contro la gara, che auspicavamo da tempo, ma contro degli elementi che riteniamo illogici, come la scelta inserire audioguide e visite guidate in un appalto di servizi, anzichè in concessione come stabilito dal Codice dei beni culturali”, spiega Ilaria D’Uva, amministratore delegato dell’azienda omonima. “Inoltre le audioguide non possono essere separate dai contenuti come invece prevede questo bando – aggiunge – perché si rischia che qualcuno vinca la gara per il supporto e altri quella per il contenuto: è un’assurdità”.
Intanto lunedì prossimo il Tar del Lazio tornerà nuovamente ad occuparsi del Colosseo. Sotto i riflettori c’è l’atteso pronunciamento sui ricorsi presentati dal Campidoglio e dalla Uil contro la decisione del ministero dei Beni culturali di creare il Parco archeologico del Colosseo. Una battaglia lanciata solo un mese fa dalla sindaca Virginia Raggi, che ha accusato senza mezzi termini il ministro Dario Franceschini e il governo di voler gestire autonomamente il patrimonio culturale di Roma, creando poli monumentali di serie A e altri di serie B, definendo tutto questo una “scelta inaccettabile”.