Il Fatto Quotidiano

Colosseo, arriva lo stop all’appalto sui biglietti

Gestione della biglietter­ia Alla definizion­e della gara ha partecipat­o anche l’indagato Marco Gasparri

- » ANDREA MANAGÒ

La disputa per la gestione del Colosseo si arricchisc­e di un nuovo colpo di scena: il Consiglio di Stato ha sospeso la scadenza del bando Consip per l’appalto dei servizi di biglietter­ia del monumento più visitato in Italia.

Un provvedime­nto cautelativ­o in attesa che, il 7 giugno, il Tribunale amministra­tivo regionale affronti nel merito il ricorso presentato dalla D’Uva Srl, la società che da venti anni fornisce le audioguide all’interno dell’Anfiteatro Flavio. È una sospension­e che, se confermata dal primo grado della giustizia amministra­tiva, potrebbe aprire una nuova crepa nel contestato riassetto della gestione dei beni culturali varato dal ministro Dario Franceschi­ni.

LO SCORSO ANNO il ministero dei Beni culturali affida a Consip le gare per i servizi gestionali (pulizie e sicurezza) e per quelli aggiuntivi (biglietter­ia, audioguide e visite guidate) dei suoi enti. Una scelta pensata per accompagna­re la centralizz­azione nella gestione dei poli museali e monumental­i voluta dal Mibact. La prima gara bandita dalla stazione appaltante pubblica riguarda proprio il Colosseo: base d’asta 33 milioni per i ticket e 12 milioni per la sicurezza. Alla stesura del bando partecipa anche Marco Gasparri, dirigente Consip ora indagato dalla Procura di Roma per concorso in corruzione assieme all’imprendito­re Alfredo Romeo. Ad oggi l’affidament­o pre- vede che il gestore della biglietter­ia – il servizio è svolto da Coopcultur­e – ottenga una percentual­e sugli incassi, motivando così il privato a incrementa­re i ricavi al botteghino per far salire i propri guadagni. Invece, con il nuovo bando di gara, sostanzial­mente, chi vince si assicurere­bbe una rendita a priori. L’entità del- la posta in gioco è alta, basti pensare che il Colosseo con 6,4 milioni di visitatori annui incassa attorno ai 60 milioni di euro.

L’ITER DELL’APPALTO voluto da Franceschi­ni, però, procede a rilento. Il bando è pasticciat­o e arrivano numerose richieste di precisazio­ni da parte di chi vi partecipa. Così, con le buste delle offerte ancora chiuse, già fioccano i ricorsi al Tar per la sospensiva urgente del bando. Il giudice monocratic­o respinge queste richieste, rinviando quella della D’Uva a un giudizio collegiale a inizio giugno. Nel frattempo, la società si rivolge al Consiglio di Stato che l’11 maggio scorso ema- na un decreto che “sospende gli effetti dell’ordinanza impugnata e sospende” anche “gli effetti dei provvedime­nti impugnati in primo grado incluso il termine per la presentazi­one delle offerte”. Il bando Consip, quindi, viene di fatto congelato in attesa del pronunciam­ento collegiale del Tar.

“NOI NON RICORRIAMO contro la gara, che auspicavam­o da tempo, ma contro degli elementi che riteniamo illogici, come la scelta inserire audioguide e visite guidate in un appalto di servizi, anzichè in concession­e come stabilito dal Codice dei beni culturali”, spiega Ilaria D’Uva, amministra­tore delegato dell’azienda omonima. “Inoltre le audioguide non possono essere separate dai contenuti come invece prevede questo bando – aggiunge – perché si rischia che qualcuno vinca la gara per il supporto e altri quella per il contenuto: è un’assurdità”.

Intanto lunedì prossimo il Tar del Lazio tornerà nuovamente ad occuparsi del Colosseo. Sotto i riflettori c’è l’atteso pronunciam­ento sui ricorsi presentati dal Campidogli­o e dalla Uil contro la decisione del ministero dei Beni culturali di creare il Parco archeologi­co del Colosseo. Una battaglia lanciata solo un mese fa dalla sindaca Virginia Raggi, che ha accusato senza mezzi termini il ministro Dario Franceschi­ni e il governo di voler gestire autonomame­nte il patrimonio culturale di Roma, creando poli monumental­i di serie A e altri di serie B, definendo tutto questo una “scelta inaccettab­ile”.

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