Il Fatto Quotidiano

Renzi come B.: ramazza e bugie per ripulirsi da Etruria&Consip

Spot a Roma e in tv sull’inchiesta-banche (bloccata da lui da 15 mesi)

- » VIRGINIA DELLA SALA

Presenzia alle “magliette gialle” e poi va da Giletti: “Siamo persone trasparent­i. Da Boschi nessun favoritism­o”. Ma sorvola sulla riunione in casa dell’allora ministra

Trova trenta persone e ti portiamo Matteo Renzi”: la telefonata al capogruppo del quarto municipio di Roma arriva intorno alle 11 del mattino di ieri. In Piazza Balsamo Crivelli (prima periferia est della Capitale) sono più o meno in dieci: maglietta gialla, simbolo del Pd sul petto e sacchi neri dell'immondizia, i militanti dem che partecipan­o alla giornata per pulire le aree verdi di Roma (in polemica con la gestione della giunta Raggi) aspettano che l’Ama venga a prendersi i sacchi. Hanno pulito solo metà della piazza. “Non avremmo fatto in tempo”, spiegano alle 11.30. All’annuncio dell’arrivo di Renzi, fremiti ed entusiasmo. “Raggruppat­evi tutti – dice concitato il capogruppo -. Dobbiamo trova’ subito almeno 30 persone”.

LA MACCHINA dem si mette in moto. Le dieci magliette gialle si attaccano ai telefoni per convincere familiari e amici. “Ma sei sicuro che viene?”, chiede uno. “Sì, sì, ho parlato ora con Luciano Nobili”, risponde il capogruppo. C’è un bel daffare: si chiamano a rapporto le piazze vicine, le mogli, le sorelle. “Che fa l’amica tua?” si sente chiedere. “Sta ‘a studià”. “Dille che posa tutto e viene qua. Subito!”. Contattano pure gli altri sparuti gruppi. Bisogna fare massa. “Annari’, smonta tutto lì e correte qui che viene Renzi”. Proteste dall'altro capo del telefono. “Non me ne frega niente, buttate tutto”. Un vecchietto in ciabatte ha recuperato un megafono. “Cosa dico?”, chiede. “Niente – rispondono – che se poi non viene come facciamo?” Profetico. Nel giro di 20 minuti, lo storytelli­ng cambia tre volte: dal “forse viene Renzi” all’ “accettiamo il rischio che venga qui”. Fino a un defini- tivo: “Non so se viene”. Quarantaci­nque minuti dopo è chiaro che non verrà. Oltretutto, le trenta persone non ci sono.

Renzi sceglie di fermarsi a pochi chilometri di distanza, alla stazione Tuscolana. Lì, dal mattino, c’è Roberto Giachetti (il ministro Madia e Matteo Orfini erano invece a Tor Bella Monaca, estrema periferia della Capitale). Parla per cinque minuti, in camicia bianca. Rifiuta la maglia gialla “s en nò sembra che voglio fare uno spot”. Qui, a pulire, sono una ventina e insieme ai giornalist­i sono arrivate maglie gialle da tutte le piazze vicine. Renzi scrive qualcosa sulla t-shirt di un ragazzo, poi va via mentre i volontari continuano a pulire. In media, in ognuna delle 52 piazze della Capitale, si sono radunati una quindicina di militanti. Il Pd aveva parlato di alme- no mille volontari. “È evidente che il Pd non sa che il problema arriva dopo la raccolta, quando bisogna chiudere il ciclo dei rifiuti - hanno commentato i parlamenta­ri Cinque Stelle - . Grazie magliette gialle ma farsi i selfie con la ramazza non basta a gestire un ciclo dei rifiuti”. La domenica di propaganda del segretario continua nel salotto tv de L’Arena, su Rai 1. Qui resta molto più tempo che in strada. L’obiettivo è più importante: spazzare i casi Etruria e Consip sotto il tappeto.

“PENSOche il tema di Banca Etruria – dice - torni ciclicamen­te. Ci vuole grande chiarezza: se qualcuno dice che il mio governo ha fatto favoritism­i, reagisco perché non è vero. Banca Etruria fu commissari­ata: siamo stati molto duri con tutti”. Dimentica della riunione in casa Boschi, nel 2014, tra la neo ministra, il padre - allora consiglier­e di amministra­zione - , il presidente di Banca Etruria e l’ad e il presidente di Veneto Banca (entrambe le banche, al tempo, erano nel mirino della Vigilanza di Bankitalia) e pronuncia cinque parole a effetto: commission­e di inchiesta sulle banche. “Va in votazione – dice riferendos­i al 22 maggio, quando dovrebbe essere approvata alla Camera -. Gente come noi, trasparent­e e per bene, non ha niente da temere”. La risposta arriva dal capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta: “Matteo Renzi dice di volere la commission­e. Lo disse anche a dicembre 2015”. Quindi la ricostruzi­one: la proposta in Commission­e bilancio, il 9 dicembre del 2015, l’immobilism­o nel 2016, la richiesta di una discussion­e e l’opposizion­e di governo e maggioranz­a. Solo nel 2017, la legge (che unifica 14 testi e su cui resta il problema dei tempi: come ha fatto notare il M5s, ne servirà ancora molto altro già solo per avviare i lavori).

L’inchiesta “Voglio la verità”: ma la commission­e parlamenta­re sulle banche è in suo ostaggio

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Ansa Nel segno di Silvio Renzi ieri a Roma, sotto B. a Napoli nel 2008
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Ansa Double face Renzi con le “magliette gialle” e su Rai 1

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