Renzi come B.: ramazza e bugie per ripulirsi da Etruria&Consip
Spot a Roma e in tv sull’inchiesta-banche (bloccata da lui da 15 mesi)
Presenzia alle “magliette gialle” e poi va da Giletti: “Siamo persone trasparenti. Da Boschi nessun favoritismo”. Ma sorvola sulla riunione in casa dell’allora ministra
Trova trenta persone e ti portiamo Matteo Renzi”: la telefonata al capogruppo del quarto municipio di Roma arriva intorno alle 11 del mattino di ieri. In Piazza Balsamo Crivelli (prima periferia est della Capitale) sono più o meno in dieci: maglietta gialla, simbolo del Pd sul petto e sacchi neri dell'immondizia, i militanti dem che partecipano alla giornata per pulire le aree verdi di Roma (in polemica con la gestione della giunta Raggi) aspettano che l’Ama venga a prendersi i sacchi. Hanno pulito solo metà della piazza. “Non avremmo fatto in tempo”, spiegano alle 11.30. All’annuncio dell’arrivo di Renzi, fremiti ed entusiasmo. “Raggruppatevi tutti – dice concitato il capogruppo -. Dobbiamo trova’ subito almeno 30 persone”.
LA MACCHINA dem si mette in moto. Le dieci magliette gialle si attaccano ai telefoni per convincere familiari e amici. “Ma sei sicuro che viene?”, chiede uno. “Sì, sì, ho parlato ora con Luciano Nobili”, risponde il capogruppo. C’è un bel daffare: si chiamano a rapporto le piazze vicine, le mogli, le sorelle. “Che fa l’amica tua?” si sente chiedere. “Sta ‘a studià”. “Dille che posa tutto e viene qua. Subito!”. Contattano pure gli altri sparuti gruppi. Bisogna fare massa. “Annari’, smonta tutto lì e correte qui che viene Renzi”. Proteste dall'altro capo del telefono. “Non me ne frega niente, buttate tutto”. Un vecchietto in ciabatte ha recuperato un megafono. “Cosa dico?”, chiede. “Niente – rispondono – che se poi non viene come facciamo?” Profetico. Nel giro di 20 minuti, lo storytelling cambia tre volte: dal “forse viene Renzi” all’ “accettiamo il rischio che venga qui”. Fino a un defini- tivo: “Non so se viene”. Quarantacinque minuti dopo è chiaro che non verrà. Oltretutto, le trenta persone non ci sono.
Renzi sceglie di fermarsi a pochi chilometri di distanza, alla stazione Tuscolana. Lì, dal mattino, c’è Roberto Giachetti (il ministro Madia e Matteo Orfini erano invece a Tor Bella Monaca, estrema periferia della Capitale). Parla per cinque minuti, in camicia bianca. Rifiuta la maglia gialla “s en nò sembra che voglio fare uno spot”. Qui, a pulire, sono una ventina e insieme ai giornalisti sono arrivate maglie gialle da tutte le piazze vicine. Renzi scrive qualcosa sulla t-shirt di un ragazzo, poi va via mentre i volontari continuano a pulire. In media, in ognuna delle 52 piazze della Capitale, si sono radunati una quindicina di militanti. Il Pd aveva parlato di alme- no mille volontari. “È evidente che il Pd non sa che il problema arriva dopo la raccolta, quando bisogna chiudere il ciclo dei rifiuti - hanno commentato i parlamentari Cinque Stelle - . Grazie magliette gialle ma farsi i selfie con la ramazza non basta a gestire un ciclo dei rifiuti”. La domenica di propaganda del segretario continua nel salotto tv de L’Arena, su Rai 1. Qui resta molto più tempo che in strada. L’obiettivo è più importante: spazzare i casi Etruria e Consip sotto il tappeto.
“PENSOche il tema di Banca Etruria – dice - torni ciclicamente. Ci vuole grande chiarezza: se qualcuno dice che il mio governo ha fatto favoritismi, reagisco perché non è vero. Banca Etruria fu commissariata: siamo stati molto duri con tutti”. Dimentica della riunione in casa Boschi, nel 2014, tra la neo ministra, il padre - allora consigliere di amministrazione - , il presidente di Banca Etruria e l’ad e il presidente di Veneto Banca (entrambe le banche, al tempo, erano nel mirino della Vigilanza di Bankitalia) e pronuncia cinque parole a effetto: commissione di inchiesta sulle banche. “Va in votazione – dice riferendosi al 22 maggio, quando dovrebbe essere approvata alla Camera -. Gente come noi, trasparente e per bene, non ha niente da temere”. La risposta arriva dal capogruppo di Forza Italia, Renato Brunetta: “Matteo Renzi dice di volere la commissione. Lo disse anche a dicembre 2015”. Quindi la ricostruzione: la proposta in Commissione bilancio, il 9 dicembre del 2015, l’immobilismo nel 2016, la richiesta di una discussione e l’opposizione di governo e maggioranza. Solo nel 2017, la legge (che unifica 14 testi e su cui resta il problema dei tempi: come ha fatto notare il M5s, ne servirà ancora molto altro già solo per avviare i lavori).
L’inchiesta “Voglio la verità”: ma la commissione parlamentare sulle banche è in suo ostaggio