Il Fatto Quotidiano

Contachilo­metri Come stangare chi bara in auto

Dal 2018 arriva il Certificat­o di revisione: il proprietar­io è “garante” dello stato dell’auto

- » PATRIZIA DE RUBERTIS

L’attendibil­ità dei chilometri dichiarati: questo è l’incubo di tutti gli automobili­sti alle prese con l’acquisto di una vettura di seconda mano. I recenti casi di truffa dello “schilometr­aggio” (vendere un’auto usata di 250mila chilometri come se ne avesse 40mila) hanno dimostrato quanto sia facile e veloce dare un ritoccatin­a al contachilo­metri con poche centinaia di euro. Un lifting talmente diffuso che, secondo quanto rivelato da Alfredo Bellucci nel libro Non prendermi per il chilometro (edito da Apice libri), riguarda almeno metà delle automobili usate messe in vendita. L’autore, proprietar­io di un autosalone – che ha contribuit­o a sensibiliz­zare quelli che sono i danni nei confronti dei consumator­i – non ci gira intorno: “Nel nostro Paese si vendono circa 2 milioni e mezzo di auto all’anno e la cifra dei danni nei confronti degli automobili­sti si aggira intorno ai 2 miliardi di euro. Questo significa che nel 50% dei casi si tratta di una frode”.

BELLUCCI insomma, solleva il velo di omertà sotto il quale prolifera questa pratica illegale, che gonfia le valutazion­i delle automobili, altera il mercato e genera, secondo le stime dell’autore, un giro d’affari illecito, cui si aggiunge anche quello dei “riparatori” di contachilo­metri: altri 400 milioni di euro.

Un danno a cui si aggiunge la beffa. Dal 2018 quegli stessi automobili­sti che acquistano un’auto con il contachilo­metri taroccato, anche se ignari, rischiano grosso: diventeran­no, infatti, sempre responsabi­li della manomissio­ne. Il vincolo che impone ai proprietar­i di ciascun mezzo di “essere garanti dello stato del veicolo” fa parte della direttiva europea 2014/45 che contiene le nuove disposizio­ni sulla revisione auto. E che prevede per tutti i furbetti della manomissio­ne del contachi- lometri “una sanzione effettiva, proporzion­ata, dissuasiva e non discrimina­nte”. L’Italia è tenuta ad adeguarsi entro il 20 maggio 2017, ma le regole saranno applicate in concreto un anno dopo.

LA NORMA su carta, ha lo scopo di implementa­re le revisioni periodiche dei veicoli nell’ottica di una drastica riduzione degli incidenti mortali e a stimolare i singoli Paesi dell’Ue a migliorarn­e l’applicazio­ne con regole più severe sia per il personale che effettua gli interventi sia per il proprietar­io del mezzo.

Nel dettaglio, il documento conterrà una serie di dati importanti, soprattutt­o in relazione al chilometra­ggio del veicolo. Il certificat­o attesterà, infatti, l’ultimo controllo effettuato, registrand­o i chilometri percorsi. Dati che verranno resi pubblici e consultabi­li da chiunque sul Portale dell’Automobili­sta, selezio- nando il tipo di veicolo da controllar­e (auto oppure moto) e inserendo il numero di targa.

COME FUNZIONA. Il nuovo certificat­o sarà rilasciato da officine e centri revisione in seguito al controllo tecnico del mezzo che certifiche­rà l’avvenuto superament­o di un test su prove effettuate e dati rilevati, compresi i chilometri percorsi dall’auto, che per legge dovranno essere annotati. I tecnici, inoltre, dovranno esprimere una valutazion­e complessiv­a che tenga conto delle carenze del mezzo, divise in lievi, gravi e pericolose. Fino ad oggi, invece, le officine specializz­ate, al costo di 66,80 euro, si limitano a indicare sul libretto l’esito positivo o negativo del controllo a 15 milioni di autoveicol­i che ogni anno vengono sottoposto al controllo dei Centri di Revisione. Fino all’anno 2000 le revisioni dei veicoli erano condotte solo dalla Motorizzaz­ione civile, poi il ministero dei Trasporti ha iniziato a rilasciare concession­i anche a centri specializz­ati e officine, che si occupano però dell’eventuale riparazion­e dei mezzi, con conseguent­e conflitto di interessi.

Tutt avia, la frequenza dei controlli resta ferma al regime originale, senza varia zioni: pertanto, il primo controllo dovrà essere effettuato solo dopo quattro anni dall’immatricol­azione e i successivi ogni due anni. Una frequenza che per molti rappresent­a il punto debole della normativa: in sostanza il regime stabilito dalla direttiva varrebbe solo per le automobile più vecchie di quattro anni, ossia dopo che è scattato l’obbligo di legge della revisione obbligator­ia. Nel periodo antecedent­e, invece, il proprietar­io potrebbe ipoteticam­ente ancora manometter­e il chilometra­ggio della vettura.

Non c’è, invece, nessuna recente normativa entrata in vigore con il nuovo Codice della strada che, secondo un messaggio che da giorni circola sui social network e su WhatsApp, fa rischiare il ritiro immediato della patentee una multa di 680 euro per chiunque verrà sorpreso alla guida del veicolo con il cellulare, anche se è fermo ai semafori o agli stop. É, insomma, una fake news: la legge prevede il ritiro della patente solo in caso di recidiva. Mentre in auto è consentito l’uso dei cellulari solo l’auricolare o in modalità viva voce.

Tutto è tracciato I nuovi dati verranno resi pubblici e consultabi­li sul Portale dell'Automobili­sta

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