Il Fatto Quotidiano

In pubblico disse “Falso Quotidiano” e accusò pm e Noe

Le frasi di MatteoVole­va solo “la verità” ma poi si è scatenato sul caso Scafarto

- » DAVIDE VECCHI

Nulla da dichiarare. O quasi. Quando a dicembre il Fatto ha svelato l'esistenza dell'inchiesta Consip, Matteo Renzi ha osservato qualche settimana di silenzio. Seppur tra gli indagati figurasse anche Luca Lotti, ex sottosegre­tario e attuale ministro dello Sport. Si concesse a Repubblica solo a metà gennaio: “La mia linea è sempre una sola, che si vada a sentenza. Noi chiediamo ai giudici di fare presto, sempre”. Ovviamente, aggiunse, “non ho alcun dubbio sulla totale correttezz­a dei carabinier­i e dei membri del governo in questa vicenda”.

A essere indagato, poi, è toccato al padre Tiziano. E allora l'ex premier è diventato parecchio più attivo. Invitando la magistratu­ra a “f ar e chiarezza il prima possibile” e ribadendo a ogni trasmissio­ne e intervista: “Voglio la v er it à ”. Sul padre, anzi, si spinse pure oltre, invocando “una pena doppia” a suo carico nel caso di una sua accertata colpevolez­za. Lo disse a Otto e Mezzo, rispondend­o a Lilli Gruber. Era inizio marzo. A giorni sarebbe arrivata in aula il voto di sfiducia su Lotti. Ma per Renzi le dimissioni del ministro non devono essere chieste “è una persona straordina­riamente onesta”. Ancora: sono “inqualific­abili le richieste di dimissioni”. Poi ancora sul padre: “Una brava persona”. E quando è emerso che il capitano del Noe, Giampaolo Scafarto, è stato indagato dalla procura di Roma perché accusato di aver commesso un errore di trascrizio­ne, attribuend­o una frase espressa da Italo Bocchino (consulente di Alfredo Romeo, l'imprendito­re arrestato) a babbo Renzi, l'ex premier ha concentrat­o su questo le sue attenzioni. E dichiarazi­oni. Da Bruno Vespa: “Potrei venire qua a dirvi 'avete visto'... invece ripeto che voglio la verità”. Il padre rimane comunque indagato. Ma tant'è. A Rtl 102.5: “Se le prove sono false sarebbe di una gravità inaudita”. A Otto e Mezzo, ancora da Lilli Gruber, sempre sul presunto errore che diventa un “falso da parte di un pubblico ministero”: “Si tratta di una vicenda molto grave”. Ancora a Porta a Porta: “Ho appreso la notizia dalle agenzie, ho chiamato io mio padre e lui mi ha detto ‘ cosa è successo?’, perché non lo chiamo spesso. Gli ho letto l’agenzia e la reazione è immaginabi­le. Si è messo a piangere. È pur sempre un uomo di 65 anni e questa vicenda è una roba grossa che colpisce come accadrebbe a qualunque famiglia. Infatti sto andando a casa perché voglio portare i miei figli a cena dal nonno”.

Del ministro Lotti che, come sostengono due testimoni, ha spifferato l'esistenza di un'inchiesta su presunte tangenti in Consip ai possibili responsabi­li? Il coinvolgim­ento di molti renziani, oltre al padre, all'amico di famiglia e imprendito­re Carlo Russo? Gli sms inviati da Lotti e babbo Tiziano a Emiliano, con i quali chiedevano al governator­e della Puglia di accogliere l'amico Russo? Su questi passaggio non v'è traccia di commenti o prese di posizione o richieste di verità. E quando Lilli Gruber fa notare a Renzi che “Travaglio dice 'male non fare, paura non avere'”, l'ex premier ribatte: “Travaglio talvolta fa il Falso Quotidiano”. “Alla politica, ai M5S dicono che se vogliono attaccarmi giochino pulito, per il resto mi sono rivolto ad un avvocato per valutare querele. Finita la parte di quello che sta buono e zitto, andremo in tribunale a dire quello che bisogna dire”.

La fuga di notizie? Nessun dubbio sulla totale correttezz­a dei carabinier­i e dei membri del governo in questa vicenda Male non fare paura non avere? Travaglio invece di fare

‘il Fatto Quotidiano’ talvolta fa ‘il falso quotidiano’, il buonismo è finito

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