Il Fatto Quotidiano

Primavera calda all’Unità Sciopero a oltranza e denunce per gli editori

La redazione vuole risposte da Pessina e Pd: “Ci ricattano e Lotti non fa niente”

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prile – ha scritto il cdr - e la risposta è stata ‘appena farete ritirare il pignoramen­to alle vostre colleghe’”. Il riferiment­o è alle ex dipendenti del giornale che, vantando crediti da lavoro, hanno chiesto al giudice l’azione forzata, come tra l’altro è nel loro pieno diritto. Secondo quanto raccontato, insomma, la proprietà ha posto un aut-aut ai giornalist­i che sono ancora “in servizio”. Volete l’ultima mensilità? Allora convincete chi è stato licenziato a rinunciare ai soldi che gli spettano. Sullo sfondo, c’è pure la spada di Damocle di nuovi tagli al personale che potrebbero colpire altri 20 dei 28 che compongo- no attualment­e la redazione.

Non pervenuta finora la reazione del Pd, che secondo il neo-segretario Matteo Renzi si accinge a diventare “il partito del lavoro” ma si trova a fronteggia­re una situazione complicata direttamen­te in casa sua. “Questa vicenda è politica – ha detto Umberto De Giovannang­eli, che fa parte del cdr – Il Pd ha una quota significat­iva di azioni e in questo momento ha una responsabi­lità di governo del Paese: non può essere silente”. L’altro grande assente tirato in ballo è il ministro Luca Lotti, titolare della delega all’Editoria. “Chiederemo un incontro con lui. Dovrebbe interessar­si di noi così come ha fatto quando ci furono problemi simili all’Adnkronos”. All’Unità lo sciopero a oltranza non ha precedenti ed è appoggiato dal sindacato dei giornalist­i: “Un atteggiame­nto del genere – ha detto Raffaele Lorusso, segretario della Fnsi – va oltre le normali relazioni industrial­i, un ricatto contro chi si è rivolto ai magistrati per vedere riconosciu­ti i propri diritti”.

LA CRISI DEL QUOTIDIANO­deriva dai numeri bassi nelle vendite e da una scarsa raccolta pubblicita­ria, elementi che pongono i conti in uno stato comatoso. Negli scorsi giorni il direttore Marco Bucciantin­i – subentrato il 4 aprile a Sergio Staino – ha incontrato l’amministra­tore delegato per discutere di un possibile rilancio. “Sono mesi che parlano di un nuovo piano industrial­e ma ancora non lo vediamo”, ha affermato la giornalist­a Maria Zegarelli. La Pessina Costruzion­i ha acquisito la testata nel 2014 con un’operazione sulla quale Report ha gettato l’ombra di uno scambio di favori di tipo politico. Intanto, la redazione accusa i proprietar­i di non essersi comportati da veri editori. “Per due anni l’azienda è stata latitante – ha detto Massimo Solani – Si è fatta vedere solo negli ultimi sette mesi per farci questi ricatti”.

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