Vitalizi, il Pd porta in aula i tagli (ma non passeranno)
Bluff Renzi riesuma una legge ferma da due anni, appoggiata anche da M5S ma è solo strategia: sa che in Senato non ci sono i numeri, a partire dai dem
Il balletto sui vitalizi è come i trenini nella Grande Bellezza di Sorrentino: non va da nessuna parte. Seppellita da due anni in commissione Affari costituzionali alla Camera, la proposta di legge di Matteo Richetti ( Pd) è improvvisamente tornata in auge da qualche settimana. Prevede che tutte le pensioni maturate dai parlamentari siano ricalcolate con il sistema contributivo. Una soluzione che taglierebbe in modo drastico gli assegni degli ex onorevoli e di molti ancora in carica. Negli ultimi giorni Renzi ripete urbi et orbi che bisogna ripartire da qui. Lo stesso Richetti garantisce che la sua legge “sarà portata in aula a Montecitorio la prossima settimana, tra il 23 e il 24 maggio”. Ufficialmente l’appoggiano tutti, nei fatti – come spieghiamo tra poco – non se ne farà nulla.
INTANTO si continua a litigare: i 5Stelle hanno promesso di votare la Richetti rinunciando al proprio testo sui vitalizi, firmato da Roberta Lombardi. Il Pd ora è costretto a inseguire e rispolverare la proposta del renziano, per di più in abbinamento a quella della deputata grillina.
Per i dem non solo c’è la pressione martellante di Di Maio e compagni sull’argomento, la settimana scorsa è arrivato un servizio de Le Ie- ne che ha fatto infuriare il quartier generale renziano: l’inviato Filippo Roma ha inseguito il capogruppo del Pd Ettore Rosato per strappargli la promessa di calendarizzare la legge alla Camera. Potere della tv: al Nazareno se la sono segnata (c’è chi a microfoni spenti definisce le Iene “l’ufficio stampa” dei 5Stelle) ma poi hanno ceduto; il 23 maggio il testo di Richetti arriva in aula a Montecitorio.
Perché non è successo prima? Ovviamente le due parti in causa si accusano in modo speculare. I 5Stelle indicano il Pd: “Renzi ha insabbiato la proposta Richetti sui vitalizi per anni – dichiarano in una nota i parlamentari pentastellati – e ora afferma, a parole, che vuole portarla in aula. Ma la settimana scorsa Richetti ha detto che non c’è più tempo per approvarla”.
Il diretto interessato replica: “La mia legge è in commissione da quasi due anni. In tutto questo tempo i grillini non hanno fatto nulla, pur sapendo benissimo che serviva il loro appoggio per farla passare, altrimenti non avremmo avuto i numeri. Adesso che il tempo stringe, tornano alla carica. Ma il loro obiettivo in realtà è che non cambi niente, così possono dare la colpa agli altri”.
Ora il Pd si è adeguato ed è pronto a portare la proposta Richetti in aula, ma con una convinzione di fondo: la legge non va da nessuna parte. Non è solo questione di tempo – come sostiene il deputato renziano – ma soprattutto di numeri.
C’È UNA MINORANZA silenziosa di parlamentari nello stesso Pd (come in altri partiti) che non ha nessuna intenzione di rinunciare alla pensione accumulata nel corso degli anni e delle legislature. Alla Camera, con l’appoggio dei 5Stelle, ci sono i numeri per approvare la legge, al Senato non è così semplice. Il testo arriverebbe a Palazzo Madama nella fase conclusiva della legislatura, in un calendario fitto, con la partita a scacchi della legge elettorale sullo sfondo. Basterebbe un minimo incidente per seppellirlo definitivamente, un voto segreto o un emendamento approvato. A Montecitorio Renzi ha il controllo dei suoi (in vista delle prossime candidature), a Palazzo Madama invece molti onorevoli dem sono arrivati all’ultima corsa e non avrebbero nessuna voglia di mettere mano alla pensione. Questo è il ragionamento dalle parti del Nazareno, mentre ci si prepara a combattere un’altra battaglia di facciata.
Effetto tv
Dopo il servizio de “Le Iene” il testo di Richetti alla Camera abbinato ai 5Stelle