B. populista “responsabile” per l’inciucio
L’ex Cavaliere straparla al “Foglio” e si prepara alle larghe intese contro i grillini
Il
dettaglio che incuriosisce, nella prima parte, è che viene messo il trattino al centro-destra. Poi, però, nel corso della sterminata intervista (due pagine e mezza) tutto ritorna alla normalità e il centrodestra si ricongiunge.
Dopo Matteo Renzi, e in memoria dei tempi andati del patto del Nazareno, il Foglio di Claudio Cerasa interpella il redivivo ottuagenario Silvio Berlusconi, ex Cavaliere e pregiudicato per la nota vicenda della frode fiscale di Mediaset. Il titolo della conversazione è altisonante, “Il mio manifesto anti populisti”, e rispecchia l’ambigua svolta di B. dopo la sconfitta francese del lepenismo. L’anziano ex premier rivendica la formula originale del centrodestra italiano – laddove questa formula prima di Macron era ritenuta una debolezza per governare – e si autointesta, tanto per cambiare, la leadeship politica di un’eventuale coalizione con la Lega di Salvini e i Fratelli d’Italia di Meloni. Ambigua proprio per questo: un contenitore liberale, cristiano, riformatore ed europeista che contenga anche le istanze del fascioleghismo che si definisce ossessivamente “sovranista”.
OVVIAMENTE, il perimetro del centrodestra, con o senza trattino, e ritrosie salviniane a parte, dipenderà dalla legge elettorale. E qui, Berlusconi, opera una cesura storica. A distanza di 23 anni dall’inizio della Seconda Repubblica, colui che fu il leader per antonomasia del sistema bipolare e maggioritario, con l’i n d ic azione di fatto del candidato presidente del Consiglio prima delle elezioni, abbraccia il proporzionale, rigetta il Mattarellum travestito da Verdi- nellum, e spera che il voto sia alla scadenza naturale della legislatura nel 2018. Una cesura che smaschera il rinato trionfalismo di vari forzisti che inneggiano alla forza elettorale, intorno al 30 per cento, di un cartello composto da Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Delle due l’una: se il centrodestra è consapevole della propria forza perché non accetta la sfida del maggioritario con gli altri due competitor che vantano la stesso peso, Pd e M5S?
IN QUESTA contraddizione evidente si nasconde il trucco della strategia berlusconiana ieri squadernata sul Foglio. Anche l’ex Cavaliere sa perfettamente che si andrà a votare con il vero sistema che vuole Renzi: Consultellum al Senato e Legalicum alla Camera, con premio di lista e non di coalizione. E se l’obiettivo di un centrodestra riunito è ancora tutto da definire (ieri la “mediatrice” Meloni si è detta certa che B. e Salvini “lo vorranno”), Berlusconi si comporta come se avesse già due schemi di gioco pronti all’uso. Il primo appunto riguarda una vittoria del suo listone onnicomprensivo (Brunetta ha fatto l’elenco degli altri alleati: Fitto, Quagliariello, Mario Mauro, Storace e Alemanno, la Democrazia cristiana di Rotondi, i socialisti di Caldoro, i repubblicani di Nucara e i liberali di De Luca). Il secondo porta obbligatoriamente a unariedizione dell’ inciucio c on ilPd renziano e anche post-renziano.
Un’ipotesi, questa, che B., pur dispensando elogi a Gentiloni, Minniti e Calenda, nega nell’intervista per questioni di propaganda elettorale e soprattutto di opportunità con i possibili alleati fascioleghisti. Ma la strada è tracciata e non ci sono alternative, come dimostra l’ultimo appello di Franceschini. Del resto anche in questa legisla- tura Fi e Lega hanno diviso le proprie strade dopo essere andati insieme al voto. E il populismo “buono” o “responsabile” di Berlusconi è destinato a puntellare il sistema in funzione antigrillina.
L’ ultima annotazione riguarda l’ uso che l’ex Cavaliere fa della memoria di Giovanni Falcone per ribadire il suo antico pallino della separazione delle carriere dei magistrati. Berlusconi è riuscito nell’intento di “ricordare” Falcone senza mai citare la parola mafia. Normale per lui, che ha uno dei suoi migliori amici nonché tra i fondatori di Forza Italia, Dell’Utri, in galera per questo.
Lo schema
Il campione del maggioritario diventa proporzionalista per un listone con Lega e FdI