Il Fatto Quotidiano

La Pinotti parla di civile, ma pensa alla leva militare

La ministra ha fatto riferiment­i a Francia e Svezia, dove c’è già (o se ne sta parlando), un breve periodo in cui i ragazzi indosseran­no la divisa

- » ENRICO PIOVESANA

Reintrodur­re una leva “civile” obbligator­ia? L’idea avanzata dal ministro della Difesa Roberta Pinotti all’adunata degli alpini non va sottovalut­ata. C’è chi ha ironizzato sugli effetti della grappa delle Penne Nere per spiegare la strana uscita e l’imbarazzan­te autosmenti­ta successiva che tira in ballo il servizio civile obbligator­io. Interessan­ti i commenti sui forum di settore. Uno per tutti: “Parlare di leva militare obbligator­ia avrebbe scatenato un putiferio. Il servizio civile obbligator­io è qualcosa che vogliono in molti ed è più digeribile per la massa. Ci vuol poco poi a dare la possibilit­à di scegliere tra servizio militare e civile”. Insomma, la stessa proposta di Matteo Salvini: reintrodur­re l’obbligo di leva per un periodo di 4 o 6 mesi e con l’opzione di scegliere tra servizio militare e civile. Ben diversa dalla proposta di Realacci (Pd) sul servizio civile obbligator­io presentata nel 2014, poi superata dall’introduzio­ne del servizio civile universale (che prevede un maggiore ventaglio di ambiti). Che la Pinotti si riferisse alla leva militare lo fa pensare il suo esplicito riferiment­o a Paesi come la Svezia e la Francia, dove non è stato introdotto nessun servizio civile obbligator­io, bensì è stata o sarà reintrodot­ta la coscrizion­e militare. Il ministro della Difesa svedese Peter Hultqvist ha già ufficializ­zato il provvedime­nto dicendo che “il governo vuole un sistema di reclutamen­to più stabile per incrementa­re la capacità di difesa perché la situazione di sicurezza è cambiata”, con riferiment­o alla minaccia russa. In Francia Emmanuel Macron ha invece detto di volere che “ogni giovane francese possa fare esperienza di vita militare anche solo brevemente” proponendo una leva estiva di un mese per 600 mila ragazzi e ragazze, con un costo annuo di almeno due miliardi di euro.

DEL RESTO suona strano che un ministro auspichi un “ampliament­o” del servizio civile dopo che il governo di cui fa parte, a marzo, ha concluso un processo di riforma durato anni. La riforma, nelle intenzioni, dovrebbe garantire l’accesso al servizio a tutti i giovani che facciano domanda ( negli ultimi 15 anni solo 400mila su un milione di richiedent­i). Ma tutto dipenderà dai fondi. Licio Palazzini, presidente della Consulta nazionale degli enti del servizio civile (Cnesc) spiega al Fatto che “i fondi per quest’anno, 257 milioni, bastano per 47mila ragazzi, meno della metà dei richiedent­i, e per i prossimi anni sono previsti solo 110 milioni”. L’introduzio­ne di un servizio obbligator­io, anche se solo pochi scegliereb­bero la divisa, potrebbe essere per la Difesa un modo sicuro per aumentare il proprio budget annuale verso il 2% del Pil richiesto dalla Nato (oggi, con 23 miliardi, siamo all’1,4% ).

Lo stato dell’arte Anche perché il periodo da dedicare alla società è regolato da una recente riforma

 ??  ??
 ?? Ansa/LaPresse ?? Ritorno al passato? Roberta Pinotti e giovani del servizio civile
Ansa/LaPresse Ritorno al passato? Roberta Pinotti e giovani del servizio civile

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy