“Serve un piano sul lavoro, altrimenti è un parcheggio”
Enrico Rossi
Quando
ho sentito la dichiarazione della ministra Pinotti sull’ipotesi del servizio civile obbligatorio, sono rimasto stupefatto - dice il governatore della Toscana Enrico Rossi (Mdp)- : in Toscana ci sono 3150 giovani volontari. Spendiamo 18 milioni all’anno. Altro che estenderlo a tutti: basterebbe che il governo mettesse i soldi per consentire alle Regioni di evadere tutte le domande che arrivano. Sarebbe già tanto”. Governatore, è un’idea insostenibile?
Sì. Al momento, il governo ha solo 1300 volontari a carico. Paga un terzo di quanto paghiamo noi. Se intende intervenire, sarebbe utile che contribuisse alle nostre spese, con le quali sostituiamo competenze che sono nazionali. Oggi abbiamo la coda di domande e non riusciamo a smaltirle nei tempi adeguati.
Poi c’è l’obbligatorietà. Non se ne dovrebbe neanche discutere: è stato eliminato il servizio militare obbligatorio, perché ora si dovrebbe introdurre questo? È singolare che solo quando si parla di qualcosa che ha le stellette spuntano fuori i soldi, mentre quando bisogna rispondere a una domanda che già c’è si preferisce scaricare sulle Regioni. Facciamo la nostra par- te, ma ormai siamo senza soldi, mentre associazioni, enti e società continuano a chiedere di attivare il volontariato.
E dietro ci sono i giovani.
Il servizio civile è spesso richiesto, patito e sofferto come una forma di sfruttamento perché non c’è lavoro. Se vogliamo che ritrovi la sua identità, di un periodo della vita in cui si sceglie volontariamente di fare un attività ri- conosciuta con poche centinaia di euro, allora c’è anche bisogno che poi i giovani abbiano la possibilità reale di accedere a un lavoro vero. Servono soluzioni serie. Serve un piano per il lavoro. Penso a tanti settori della Pa che ne gioverebbero e anche, attraverso la Pa, a settori che possono essere affidati ai privati, dall’ambiente alla manutenzione, dalla cultura alla sanità. Costerà sicuramente qualche miliardo, ma sarebbe una reale opportunità per recuperare la cosiddetta “generazione perduta”.
Secondo lei, perché questa proposta?
Per tornare a qualche forma di inquadramento della gioventù dal sapore antico. O forse per la necessità di trovare un palliativo al bisogno reale: un’occupazione stabile, l’unica vera soluzione.
Il governo pensi prima a pagare le richieste che devono coprire le Regioni. Per il servizio c’è la fila Ma non ci sono i soldi