Il Fatto Quotidiano

ABUSO GRAVE DI PARENTELA

- » LU.CE.

QUANDO SERVONO le nonne, mamme due volte, ci sono sempre. Molti politici non hanno figli ma sicurament­e padri, madri, zii e nonni pronti a testimonia­re che il loro figliolo è rimasto lo stesso che gli rompeva i marroni durante la pennichell­a pomeridian­a: vivace ma tanto buono. I frugoletti pestiferi, diventati magari presidenti del Consiglio, se ne approfitta­no e li tirano fuori dalle case avite quando serve. “Matteo vuole fa’ sempre quello che vuole lui, e prima lo scout e poi il calcio, e voleva fare l’arbitro, e poi il sindaco. E poi il governo” ricorda nonna Anna Maria dalle colonne del

Corriere della Sera. Ma Matteo l'ha mai invitata da qualche parte? “Solo una volta con l’altra nonna, siamo andate a Milano. Lei non ci voleva venire, però poi abbiamo detto: ‘Ma dai, si va a giro’. E invece ci hanno fatto la foto e l’hanno messa sui giornali”. Beata in- genuità. Come non ricordare le 5 zie suore, che con il tempo sono diventate 8, che garantivan­o per un altro premier, Silvio Berlusconi. Silvio le citava spesso, come Lari che vegliavano sul buon andamento della famiglia, della proprietà e delle attività in generale. “Una volta ho tenuto un discorso così bello dai salesiani - racconta il nipotino - che due mi hanno detto 'che bel cardinale che saresti...”. Per Matteo il destino invece era già segnato. E anche per la famiglia.

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