Etruria, Boschi salva per ora No all’audizione di Ghizzoni
La commissione Finanze di Montecitorio rifiuta di sentire l’ex manager Unicredit, l’ex ministra e il giornalista De Bortoli: “Lo faremo nella bicamerale d’inchiesta”
Sopire, troncare, padre molto reverendo: troncare, sopire”. A quanto pare governo e Pd hanno scelto la vecchia saggezza del Conte zio manzoniano per gestire il caso degli interventi pro Banca Etruria di Maria Elena Boschi. Troncare, sopire, lasciar passare il tempo annacquando il tutto nella fiducia sempre rinnovata dall’esecutivo all’ex ministra. Il Conte zio, ieri, si è manifestato in commissione Finanze della Camera: il presidente, l’alfaniano Maurizio Bernardo, plaudito dai democratici, ha deciso di non audire Boschi, l’ex amministratore delegato di Unicredit Federico Ghizzoni e il giornalista Ferruccio de Bortoli. Non c’è fretta, aspettiamo la creazione della commissione d’inchiesta sul sistema bancario. In sostanza, si prende tempo e si consente al pericolante governo Gentiloni di continuare a far finta di nulla.
ANDIAMO CON ORDINE. De Bortoli, nel suo libro Poteri forti (o quasi), ha rivelato l’irrituale richiesta di Boschi - che aveva sempre detto di non essersi mai occupata della “banca del babbo” - a Ghizzoni: salvare Popolare Etruria, istituto aretino di cui il padre Pier Luigi era vicepresidente. Alla rivelazione dell’ex direttore del Corriere della Sera sono seguiti la smentita dell’ex ministra (con relativa promessa di querele non ancora presentate) e il silenzio parlante dell’ex manager Unicredit. Ghizzoni, infatti, qualcosa ha detto: “È normale che i politici par- lino coi banchieri e i banchieri coi politici, lo ha detto anche Maria Elena Boschi. Specialmente quando ci sono situazioni di crisi”. Ammissione evidente, legata a qu es t’altra frase: “Adesso non parlo perché non si può mettere in mano a un privato cittadino la responsabilità della tenuta di un governo. È un caso della politica: sarebbe dovere della politica risolverlo”(se, però, Ghizzoni dovesse parlare per smentire De Bortoli l’esecutivo non sarebbe a rischio). Infine quella che pare una richiesta: “Risponderò in Parlamento, non sui giornali. Se mi convocheranno sono disposto a rispondere a tutte le domande della commissione d’inchiesta parlamentare: ho letto che partirà presto, mi auguro sia vero”.
PROBLEMA: “presto” è un concetto relativo in un caso che riguarda il conflitto di interessi di una ex ministro, oggi sottosegretario a Palazzo Chigi con in mano l’intera attività del governo, in materia di banche (una delle quali, nel frattempo, passata a miglior vita). La commissione d’i nc h i esta, infatti, è di là da venire: la legge istitutiva va in aula alla Camera la prossima settimana. Se passa, come probabile, bisognerà poi indicarne i membri, scegliere il presidente, delimitare il perimetro e il calendario dei lavori, poi procedere con le audizioni: almeno un mese, forse due, volendo anche dopo la vacanze. Non solo: se la maggioranza dei membri lo chiede, le sedute della commissione d’inchiesta possono essere “secretate”.
Per questo le opposizioni han- no chiesto una “rapida” audizione nella commissione Finanze, competente sulla questione banche. Alla Camera il M5S ha proposto una “indagine conoscitiva” con l’audizione dei tre protagonisti. Risposta del presidente: no, perché “lunedì inizierà la discussione in aula sulla istituzione della commissione d’inchiesta: sarebbe superfluo”.
Dice il capogruppo Pd in commissione, Michele Pelillo: “Sono d’accordo. E aggiungo che un soggetto privato potrebbe anche rifiutarsi di partecipare a un’indagine conoscitiva”. La commissione d’i nchiesta, invece, ha i poteri coercitivi della magistratura: solo che Ghizzoni tutto sembra tranne che un testimone che non voglia parlare.
Le opposizioni ci riproveranno in Senato. Gaetano Quagliariello e Andrea Augello di Idea, ad esempio, chiederanno una semplice audizione di Ghizzoni: se farla, lo deciderà la commissione Finanze votando e Maria Elena Boschi spera che non ci siano sorprese. Troncare, sopire e, finché è possibile, sopravvivere.
Troncare, sopire Il nuovo organo non è stato varato Per sentire i tre ci vorrà un mese almeno. A meno che il Senato... La scheda
L’INCHIESTA DEL PARLAMENTO Si discute da due anni della commissione di indagine sul sistema bancario e ora, a meno di un anno dalla fine della legislatura, pare arrivato il momento: lunedì il ddl che la istituisce arriva in Aula. Dovrebbe passare entro la settimana