Sì agli edifici abusivi e anche alle trivellazioni in zone protette
La buona notizia è che legge torna alla Camera, dove potrà essere modificata. Quella cattiva è che comunque ieri il ddl sui nuovi criteri per la demolizione delle costruzioni abusive è stato approvato in Senato con 142 voti favorevoli, 51 contrari e 7 astenuti. A favore hanno votato Fi, Pd, Ap e verdiniani, contro M5s, Mdp e Sinistra italiana. La legge, che porta la firma di Ciro Falanga ( Ala) e che a Montecitorio aveva avuto l’ok di quasi tutti i partiti (grillini compresi), introduce criteri di priorità per le demolizioni secondo cui gli edifici abitati – denominati “abusivismi per necessità”– finiscono in fondo alla lista. In pratica non saranno abbattuti mai, nemmeno quelli costruiti nelle zone sotto vincolo ambientale, anche alla luce delle poche le risorse stanziate: 10 milioni l’anno. I Verdi di Angelo Bonelli ieri mattina hanno inscenato un sit in di protesta davanti al Pantheon, con tanto di finta casa abusiva realizzata in piazza. “Con questa legge basterà che gli edifici siano abitati per farla franca. È peggio di un condono perché la sua applicazione non ha limiti temporali”, afferma Bonelli. Con l’accettazione di emendamenti sulla copertura finanziaria, gli oppositori sono riusciti a modificare la legge e rimandarla alla Camera. Con la speranza di farla saltare.
Sempre sul fronte ambientale, un altro allarme arriva per un emendamento introdotto in extremis alla Riforma dei Parchi, in esame a Montecitorio, che consentirebbe la possibilità di trivellare nelle aree protette. Il governo, infatti, in un articolo della legge che vieta la trivellazioni nei parchi aggiunge un “fatte salve le attività estrattive in corso e quelle strettamente conseguenti”. “Con queste poche parole si firma un assegno in bianco ai petrolieri”, protestano i 5 Stelle. Tra i pozzi presenti nei parchi ci sono anche quelli del centro Eni in Val d’Agri, Basilicata.