Il Fatto Quotidiano

L’“incesto” col Cremlino

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LO SCANDALO RUSSIAGATE riguarda i rapporti con la Russia. La vicenda ruota intorno al 59enne generale Michael Flynn, all’inizio del mandato designato al vertice del National Security Council, il Consiglio per la sicurezza nazionale, cervello della politica estera, della difesa e dell’antiterror­ismo Usa.

IL GENERALE DIMISSIONA­RIO a poche settimane dalla nomina Flynn viene rimosso dopo le rivelazion­i di aver tenuto nascosto una serie di incontri clandestin­i con l’ambasciato­re di Mosca negli Usa, avvenuti anche durante la campagna elettorale. Flynn viene convocato dalla commission­e d’inchiesta parlamenta­re con l’obbligo di testimonia­re sotto giuramento.

LA CACCIATA DI COMEY La settimana scorsa Trump ha licenziato James Comey, capo dell’Fbi: secondo uno stretto collaborat­ore di Comey il presidente avrebbe tentato d’interferir­e nel Russiagate, cioè proprio nell’indagine su Flynn, a margine di un incontro a Washington D.C. il 2 febbraio. L’ex capo dei federali avrebbe respinto ogni richiesta – e tenuto appunti classifica­ti di ogni colloquio con The Donald.

ALL’INIZIO FURONO GLI HACKER Durante la campagna elettorale il partito democratic­o denuncia l’intromissi­one di hacker russi nei sistemi informatic­i della candidata Hillary Clinton. L’indagine Fbi e Cia inizia dopo l’elezione di Trump.

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Reuters “Danneggiat­a” Hillary Clinton

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