Il Fatto Quotidiano

Debutta il governo Macron e i Républicai­ns lo bocciano

Francia, le scelte del presidente - 18 i ministri - definite “ambigue”: cacciati i “traditori” che hanno accettato l’incarico tra cui Le Maire (Economia)

- » LUANA DE MICCO

Sono gollisti, socialisti e centristi, sono uomini e donne, politici di profession­e e figure della società civile. La nuova squadra di governo dell’era Macron che rompe con le tradiziona­li opposizion­i di g au c he e droite e tenta di ricomporre lo scacchiere politico, è stata presentata ieri alle 15 in punto. Sono 18 i ministri, e non 15 come era stato annunciato, a cui si aggiungono 4 Segretari di Stato. Un probabile rompicapo tenuto conto dei rigidi criteri che il neo presidente si era fissato.

L’ECONOMIA della Francia è nelle mani della droite. A Bruno Le Maire, 48 anni, “rubato” al partito dei Républicai­ns, è andato il ministero dell’Economia. L’ex ministro di Sarkozy, che si era candidato alle primarie per il centrodest­ra, è un liberale e europeista convinto.

Il giovane sindaco di Tourcoing, solo 34 anni, Gérard Darmanin, lo affianca al ministero della Finanza, detto dei Conti Pubblici. A sinistra si denuncia l’orientamen­to troppo liberale. A destra, i Républicai­ns, che si sono aggiudicat­i tre posti chiave, se si aggiunge quello del primo ministro, Edouard Philippe, accusano il presidente di a- ver composto un governo “disparato” e “ambiguo” e hanno deciso di escludere dal partito i “traditori” passati a Macron.

Anche i socialisti hanno avuto due ministeri di peso. Jean-Yves Le Drian, 69 anni, dopo essere stato responsabi­le della Difesa per gli ultimi cinque anni, ha preso la testa del ministero dell’Europa e degli Affari esteri. Gérard Collomb, 70 anni, attuale sindaco di Lione, è il nuovo ministro dell’Interno. Sono entrambi uomini di fiducia di Macron che hanno appoggiato l’avventura En Marche! sin dagli inizi. Il neo presidente ha saputo ricompensa­re chi per lui ha preso dei rischi.

IL CENTRISTA François Bayrou, uno dei suoi primi alleati con il MoDem, diventa Guardasigi­lli, mentre il segretario generale di En Marche!, Richard Ferrand, un socialista che ha restituito la tessera del Ps, ottiene il ministero della Coesione dei territori. Nel governo ci sono 11 donne, ma solo una, l’europarlam­entare Sylvie Goulard, 52 anni, ex consiglier­a di Romano Prodi alla Commission­e Ue, ha ottenuto un ministe- ro di punta: quello della Difesa. Se la parità c’è, è dunque soprattutt­o n um e ri ca . Quanto al rilievo degli incarichi assegnati ci sarebbe ancora della strada da fare. Sono volti nuovi e inattesi: la nuova ministra della Cultura, Françoise Nyssen, fondatrice delle Edizioni Actes Sud, la ministra del Lavoro, Muriel Pénicaud, 62 anni, ex manager di Danone, e la ministra della Sanità, Agnès Buzyn, 54 anni, ematologa. Allo Sport è stata nominata la campioness­a olimpica di scherma Laura Flessel. Macron è riuscito a reclutare anche una figura molto corteggiat­a da altri presidenti prima di lui. Già Chirac, Sarkozy e Hollande gli avevano proposto il ministero dell’Ecologia, ma Nicolas Hulot, 62 anni, notissimo animatore televisivo e amato attivista, aveva risposto ‘no’ a tutti e tre. Ha finito invece con l’accettare la proposta di Macron e ha preso le redini della Transizion­e ecologica.

L’uomo dei ‘no’ All’Ecologia Hulot, attivista e volto tv: aveva ignorato Chirac, Sarkozy e Hollande

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Ansa/laPresse
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La squadra I nuovi ministri scelti dal presidente Macron

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