Il Fatto Quotidiano

Raffaello e Fornarina, traditi da un anello

Il dipinto che nessuno doveva vedere

- » GIOVANNI MONTANARO

Non si sa quanti anni avesse, quando si sono incontrati. Probabilme­nte, era solo una ragazzina, e di amore sapeva ancora poco, ma era curiosa e furba. Lui, invece, aveva quasi trent’anni, era già un uomo anche se no, non invecchiav­a, aveva ancora la magrezza della gioventù, custodiva una sua purezza, nella corruzione di Roma. Lui era l’uomo più famoso della città, forse del mondo, il più desiderato. Era bello, ricco, e le ragazze passavano sui carri sotto le finestre del suo palazzo a seno nudo, per attirarne l’attenzione, chiamandol­o a gran voce, offrendosi a lui. Non gli dispiaceva. Lui era Raffaello Sanzio.

DI LEI, INVECE, si sa poco. Ma si sa la cosa più importante; era la donna che lui amava, era la donna che lui ritraeva, era la donna senza la quale lui non poteva stare. Erano così innamorati che lui doveva averla sempre vicino, e se la portava con sé nei cantieri, sotto gli affreschi, altrimenti diventava nervoso, non riusciva nemmeno a dipingere, i suoi angioletti venivano fuori tozzi e sgraziati. Alcuni dicono fosse una cortigiana, ma sono quelli che non tengono in consideraz­ione che la sua pelle – in certi punti – è un poco scottata dal sole, come di una donna che fa lavori di fatica. Secondo la tradizione popolare, infatti, lei è una fornaia, la “Fornarina”, come tutti la ricordano, di nome Margherita Luti, detta Ghita, nata straniera, senese, ma arrivata a Trastevere da bambina, lì dove ancora il popolo la ricorda, con emozione e orgoglio, e le intitola spettacoli e trattorie. È che la sua storia è una storia dolorosa, in cui la felicità, a un certo punto, se ne va via, tutta d’un colpo come succede solo con l’amore. La sua storia, la loro storia, sta tutta in quel dipinto, “La Fornarina”, custodito a Villa Barberini, ammirato e cercato, ma non tanto quanto merita.

C’È UN MOTIVO per cui quel dipinto è meraviglio­so, diverso da tutta l’opera di Raffaello, e pare più vivo, pare che lei ci sia davvero, lì dentro. È che quel dipinto non doveva vederlo nessuno. Raffaello dipingeva sempre per gli altri, per i suoi committent­i, per i papi, i cardinali e i nobili. E invece quel dipinto era stato fatto per loro due e basta, come certe fotografie che ci facciamo con le persone che amiamo e che non abbiamo mai mostrato a nessuno, e che nessuno deve vedere, in cui ci siamo proprio noi, anche se di solito veniamo male, ma quella volta no, chissà perché. Quel dipinto era il loro gioco, la loro intimità, il loro segreto.

Raffaello era f id an za to ufficialme­nte con la nipote di un potente cardinale, che si chiamava Maria Dovizi da Bibbiena e aveva già seppellito un marito.

ERANO ANNI che il loro fidanzamen­to durava, e Maria era diventata la barzellett­a di Roma, perché Raffaello prendeva tempo, non se la sentiva, rimandava. Ma forse non è che lui non voleva prendersi le sue responsabi­lità. Forse, soltanto, non poteva prendersel­e. Forse, in verità, l’amore di Raffaello e Ghita era stato celebrato con un matrimonio segreto. Questo lo dice il dipinto. Meglio, un particolar­e di quel dipinto; un anellino che la Fornarina tiene all’anulare sinistro. Quell’anello prova che i due fossero uniti, che lui non poteva unirsi a nessun’altra. Ed è per questo che, quell’anello, qualcuno l’ha cancellato. È stato accertato dagli storici dell’arte che l’anello fu coperto con una pittura posticcia che però, chissà come, dopo qualche secolo se ne è andata da sola. Nelle prime copie del dipinto, nelle prime stampe, infatti, l’anello non si vede.

IL DIPINTO svela uno dei primi matrimoni d’amore della storia, all’epoca delle nozze combinate e delle amanti tollerate? Nasconde non solo una rivoluzion­e culturale – il primo ritratto così sensuale dell’arte moderna – ma anche una rivoluzion­e ancora più grande, che ancora oggi bisogna difendere, perseguire, la libertà di amare chi si vuole?

Certo, quell’amore fu

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 ?? Ansa ?? L’autore Giovanni Montanaro, veneziano dell’83, è avvocato e scrittore. Grande, il quadro di Raffaello che ritrae la Fornarina. Qui sopra, “La Velata”, da molti considerat­a la stessa Fornarina
Ansa L’autore Giovanni Montanaro, veneziano dell’83, è avvocato e scrittore. Grande, il quadro di Raffaello che ritrae la Fornarina. Qui sopra, “La Velata”, da molti considerat­a la stessa Fornarina
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