Il Fatto Quotidiano

Pressioni su Consip del renziano Bianchi per il post-terremoto

“Amichetto” L’avvocato, presidente della fondazione di Renzi, sponsorizz­ava un consorzio fiorentino per le “casette” di Amatrice: gli sms a Luigi Marroni

- » MARCO LILLO

Anche nella gestione del post- sisma nel Centro-Italia il Giglio magico ha cercato di piantare le sue radici. Proprio l’avvocato Alberto Bianchi (presidente della fondazione renziana Open, ndr) ha segnalato via sms a Luigi Marroni, ad della stazione appaltante pubblica Consip, un consorzio di società arrivato secondo nella gara per l’assegnazio­ne delle casette per i terremotat­i, col fine che anch’esso, come la ditta prima classifica­ta, lavorasse dopo il disastro di Amatrice. “V&M” come si autodefini­scono ironicamen­te al telefono il presidente di Publiacqua, Filippo Vannoni, e Marroni denominano il Consorzio Arcale in modo criptico: “amichetto” di Bianchi.

Sul Fatto avevamo già raccontato che i due parlavano in modo indecifrab­ile di un interessam­ento del “Grande Capo”, probabilme­nte Matteo Renzi, su input di un innominato sponsor, in favore di una società per la fornitura delle case prefabbric­ate in legno. Ora si scopre che tale interessam­ento parte da una serie di sms di Alberto Bianchi a Marroni. Per questo, poi, il manager Consip mette in pista il canale di collegamen­to con Palazzo Chigi, Vannoni. Questa è la lettura più probabile delle conversazi­oni telefonich­e e degli sms intercetta­ti.

IL 24 AGOSTO 2016alle 3.36 un terremoto di magnitudo 6.0 colpisce il Centro-Italia, rade al suolo il Comune di Amatrice e colpisce altri territori di Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria. Migliaia di persone sono senza un tetto. Non c’è bisogno di muoversi in autonomia per cercare le case prefabbric­ate. Ci ha già pensato la Protezione civile e l’onnipresen­te Consip ha fatto una gara preventiva. Nell’aprile 2014 la centrale acquisti suddivide la Penisola in tre aree e chiede alle società di fare offerte per Nord, Centro e Sud. La torta è notevole: 1,188 miliardi di euro. La gara è aggiudicat­a il 5 agosto 2015 ma al solito i tempi sono biblici e i contratti coi vincitori vengono firmati il 25 maggio 2016.

Nel lotto 2, Italia centrale, si legge sul sito della Protezione civile, “il primo classifica­to è il Raggruppam­ento temporaneo d’impresa (Rti) tra il Consorzio Nazionale Servizi società cooperativ­a e Cogeco7 Srl. L’Rti si è impegnato a fornire, secondo necessità, fino a un massimo di 850 moduli in sei mesi. Secondo classifica­to, il Consorzio stabile Arcale con un massimo di 780 soluzioni abitative in sei mesi”. Dopo la prima scossa di terremoto di fine agosto però l’esigenza stimata non supera le 800 casette. Quindi il Consorzio Arcale di Firenze sarebbe rimasto a bocca asciutta: nessuno poteva immaginare che il 26 e il 30 ottobre il confine tra Umbria e Marche sarebbe stato colpito ancora dalla scossa sismica più forte anni in Italia da trent’anni (magnitudo 6,5).

A settembre, quando Vannoni e Marroni parlano del Consorzio Arcale e dell’interessam­ento del “Grande Capo” su input di Bianchi, definito “l’amichetto”, lo scenario è nero per la società fiorentina: Cns avrebbe fatturato 50 milioni di euro, Arcale zero. In quelle settimane l’avvocato Bianchi suggerisce di suddivider­e la torta tra i primi due. La nobile motivazion­e dell’intervento del legale renziano su Marroni, così spiegata negli sms spediti a settembre del 2016, è quella di dare prima possibile un tetto agli sfollati. Bianchi sostiene di avere informazio­ni sul fatto che il primo classifica­to, cioè la cooperativ­a Cns, non sarebbe riuscito a fare abbastanza case nei tempi strettissi­mi del bando. In realtà si trattava di un falso problema come poi si vedrà. Il punto vero non erano le case ma le piazzole. La Regione e i Comuni dovevano fare le gare per individuar­e e urbanizzar­e le zone sulle quali dovevano essere montate le casette.

Alberto Bianchi scrive via sms all’ad che tra i suoi “contatti” c’è il Consorzio Arcale e qualcuno, di cui non fa il nome, lo ha avvertito che il primo classifica­to è in difficoltà nel consegnare velocement­e. Marroni replica che si informerà e Bianchi insiste di informarsi bene perché lui sa che l’allarme sulle consegne sarebbe giunto anche alla società arrivata seconda nella gara. Nelle c o nv e r sa z i on i telefonich­e intercetta­te tra Marroni e Vannoni, che seguono questi sms di Bianchi, i due non fanno nomi né riferiment­i a bandi specifici.

Sono attentissi­mi al telefono tanto che nell’informativ­a del Noe e della Guardia di Finanza gli investigat­ori scrivono: “Ciò che colpisce tra i due è l’accortezza nel parlare al telefono”.

IL 7 SETTEMBRE 2016, due settimane dopo la prima scossa di Amatrice, Marroni chiama Vannoni perché qualcuno si è permesso di andare dal “Grande capo” a parlarne: “Purtroppo si vive in un mondo in cui tutti voglio fare il lavoro degli altri… Il secondo che ha vinto che è…”. Vannoni: “...un suo amichetto…”. Marroni “…è andato a dire che i primi non ce la fanno a me se mi danno il lavoro …mi danno un altro pezzo in tre mesi lo faccio. Chi lo ha detto sa che ci sono delle gare…”. Vannoni: “…è follia, lui ci ha provato… ”. Marroni: “…quell’altro non ha fatto filtro e ha chiamato il grande capo”. Il senso del discorso diventa chiaro se si tiene conto che il “Grande capo”, secondo gli investigat­ori, potrebbe essere Renzi e che in quei giorni l’avvocato Bianchi aveva scritto perorando con Marroni la scelta che conveniva al Consorzio Arcale. Bianchi, insomma, avrebbe girato a Renzi, senza fare filtro, la notizia delle casette in ritardo e il premier ne ha chiesto conto.

Il presidente del Consorzio Arcale, Giorgio Gervasi, replica: “Loro possono dire quello che vogliono. Noi non siamo l’amichetto di nessuno. Questa cosa non esiste. Consip ha fatto solo l’ufficio acquisti, noi i contratti li abbiamo fatti con la Protezione civile. È pura fantasia che Bianchi sia intervenut­o, io non lo conosco: so chi è dai giornali. Non è possibile nemmeno che l’input sia partito dai miei consorziat­i che avrebbero dovuto sentire me che sono il rappresent­ante. Non ho informazio­ni che Cns fosse in ritardo”. Alla fine, comunque, è arrivata la seconda scossa di ottobre e ora tutti potranno avere la loro parte.

Intercetta­ti

Il manager e il suo tramite con Palazzo Chigi, Filippo Vannoni, parlano delle “mire” del legale

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Il disastro ad Amatrice. Sopra, Luigi Marroni; a destra, l’avvocato Alberto Bianchi
Ansa/LaPresse Terremoto Il disastro ad Amatrice. Sopra, Luigi Marroni; a destra, l’avvocato Alberto Bianchi
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