L’effetto maggioritario è nascosto nei dettagli
In Russia, con un sistema simile, ci eleggono la Duma. Ora il Pd vuole adottarlo per il Parlamento italiano. Ma com’è la legge elettorale dei de moc ratici? In sostanza, un sistema ma gg io ritario con forti venature proporzionali. Se passasse com’è ora sarebbe una manna per il Pd, andrebbe bene anche al centrodestra coalizzato (tipo Pdl-Lega) e sarebbe una mazzata per M5S e, soprattutto, Mdp di Pier Luigi Bersani e soci.
Come f unziona. All’ingrosso metà dei seggi (303 alla Camera e 150 al Senato) sarà assegnata in collegi uninominali: si vota il nome del candidato e chi prende più voti va in Parlamento. Sulla scheda, accanto al candidato dell’uninominale, ci saranno i simboli dei partiti che lo appoggiano (Pd, M5S, etc) con una breve lista (da 2 a 4 nomi): questi vengono eletti col proporzionale e senza preferenze. Per conquistare seggi bisogna superare il 5% a livello nazionale.
Favoriti i grandi. Il Mattarellum assegnava coi collegi uninominali il 75% dei seggi alla Camera e il 100% al Senato; ora si scende al 50%: il vecchio sistema, però, nella parte proporzionale penalizzava i partiti che avevano vinto il collegio favorendo gli “sconfitti” (il cosiddetto “scorporo”). Ora non sarà più così: si aumenta per questa via “l’effetto maggioritario”.
Coalizioni variabili. Il sistema prevede collegi uninominali aggregati poi (a 3 o 4) in circoscrizioni più grandi per la parte proporzionale (per la Camera saranno circa 100): ci si può alleare anche solo in una circoscrizione (ma non in un solo collegio uninominale).
Chi ci guadagna. Il Pd per due motivi: avere insediamento territoriale e classe dirigente da candidare conterà di più; ha un consenso diffuso in tutto il Paese. La Lega, per il “premio” alla territorialità”, specie se alleata con Berlusconi & C. Ci perde il M5S per le ragioni opposte al Pd e i bersaniani: dovrebbero mendicare posti al “nemico”.