Dati personali, l’Europa dà un colpetto a Facebook
Il colosso Usa ha fornito informazioni “ingannevoli e fuorvianti” alla Ue quando acquistò WhatsApp. Le informazioni degli utenti passate automaticamente al social. Sanzione di 110 milioni
Per il momento è l’unica arma efficace nelle mani dell’Ue contro i colossi americani del digitale e Margrethe Vestager, commissario europeo per l’Antitrust, lo ha confermato ieri. Facebook è stata condannata a pagare una multa da 110 milioni di euro per aver fornito alla Commissione europea informazioni “ingannevoli e f uo rv ia n ti ” sulla fusione, nel 2014, con WhatsApp, il famoso servizio di messaggistica istantanea. È solo l’ennesimo caso: dalla condanna miliardaria alla Apple per le tasse non pagate in Irlanda alle indagini su Google, McDonald’s e Monsanto, Washington ha già accusato Bruxelles di accanirsi contro le aziende statunitensi ricorrendo proprio all’antitrust. E stavolta tocca ai dati: Facebook avrebbe, per un lasso di tempo ridotto, mentito sulla loro gestione.
“QUESTA SANZIONE non è né la prima né l’ultima – spiega al Fatto Giovanni Buttarelli, garante europeo della protezione dei dati – e se si considera che WhatsApp è stato acquisito per 22 miliardi di dollari a fronte dei 20 dipendenti di allora, si può capire quale sia il valore effettivo di servizi che vengono concessi gratuitamente”.
Il social network fondato da Mark Zuckerberg - è la spiegazione della Commissione - avrebbe riferito (al tempo della fusione) di non essere in grado di stabilire un “efficace e automatico matching tra gli account degli utilizzatori di Facebook e quelli degli utenti di WhatsApp”. Non erano quindi in grado di sapere se numeri di telefono e contatti Facebook potevano essere messi in collegamento. Informazione ribadita per due volte, sia nel modulo di notifica sia in risposta a una richiesta della Commissione. Il sospetto arriva ad agosto 2016, quando WhatsApp annuncia un aggiornamento delle condizioni di servizio e della politica della privacy, inclu- dendo la possibilità di connettere i numeri telefonici con l’identità degli utenti di Facebook. Senza contare che in molti già da tempo vedevano tra i suggerimenti di amicizia sul social network i contatti presenti in rubrica.
DOPO SEImesi di indagine, infatti, la Commissione ha stabilito che la tecnologia era già attiva nel 2014 e che i manager di Facebook ne erano anche al corrente. “Un errore in buonafede”, ha commentato l’azienda, per la quale poco è cambiato visto che la decisione non ha alcun impatto sulla fusione. “110 milioni di euro è una sanzione di routine per questo tipo di aziende, che agiscono su scala planetaria – spiega Buttarelli – le sanzioni dovrebbero essere proporzionate e deterrenti e in questo caso non c’è né l’uno né l’altro aspetto”. Senza contare che non è la prima volta che questa fusione viene multata: l’11 maggio l’Agcm italiana (l’Autorità garante della concorrenza e del mercato) ha condannato WhatsApp a pagare 3 milioni di euro per “pratica commerciale scorretta” per aver imposto ai suoi utenti la mo- difica dei termini e la condivisione dei dati con Facebook. “Evitarlo – spiega Tomacelli – era una missione impossibile. E anche se la sanzione può sembrare elevata, si tratta sempre di un costo di routine. Tanto più che WhatsApp ha provato a difendersi stravolgendo il senso di una nostra osservazione sulla nuova normativa”. Il garante aveva in sostanza fatto notare che, linguisticamente, i dati non possano essere assimilati a una merce. Una questione terminologica su cui l’azienda ha cercato di costruire la sua difesa. Inutilmente. Adesso si dovrà verificare cosa sia successo nel trasferimento dei dati. E non è detto che Facebook non subisca altre condanne dai garanti della privacy nazionali, gli unici che possono infliggere sanzioni sulla gestione dei dati. “Le varie autorità garanti si stanno muovendo – spiega Buttarelli – Ed entro maggio 2018 tutti gli Stati dovranno assimilare il nuovo regolamento europeo sulla privacy che introduce sanzioni alle aziende fino al 4% del fatturato annuo globale. Sarà un cambio di passo”.
Grande fratello Guerra tra Unione e States Il garante: “Gli Stati potrebbero condannarla per la privacy” I numeri
Miliardi di dollari: quanto pagò Facebook per prendersi WhatsApp nel 2014. Allora aveva 20 dipendenti Miliardi: quanto chiese l’Antitrust Ue alla Apple nel 2016 per recuperare le tasse evase dalla Mela in Irlanda