Il Fatto Quotidiano

Minniti: le nuove frontiere italiane sono nel deserto

- ALBAROSA RAIMONDI VIVIANA VIVARELLI SILVIO AM MICHELE LENTI FULVIO TEMPORIN MASSIMO AURIOSO

Quello che lascia più perplessi sulla discussion­e relativa alle intercetta­zioni è che si perde di vista la sostanza del contendere. Il problema non è se si viene intercetta­ti o meno, ma se la sostanza di ciò che viene detto abbia una rilevanza penale o politica. Da sempre i giornalist­i pubblicano intercetta­zioni, foto private, confidenze e, secondo il taglio del giornale o della rivista, mettono in risalto aspetti privati, tipo gossip, o questioni di interesse socio/politico. Il problema non è la pubblicazi­one di intercetta­zioni, pegno da pagare se si vuole la celebrità, ma la sostanza dell’intercetta­zione e cioè quello che viene detto e il suo significat­o. Il problema vero è, molto sempliceme­nte, che non si dovrebbe delinquere, in senso lato, e non se si viene ascoltati, cosa fastidiosa sicurament­e ma necessaria a svelare spesso intrighi e atti riprovevol­i, quando non addirittur­a delinquenz­iali. I cittadini devono essere informati sui loro rappresent­anti politici, in modo da poter decidere, consapevol­i, se votarli oppure no. Lo spessore morale di un politico è fondamenta­le per tutti noi. Se i politici, o loro parenti stretti, non vogliono essere intercetta­ti, non parlino al telefono o ancor meglio la smettano di avere zone d’ombra e agiscano e parlino alla luce del sole evitando frequentaz­ioni ambigue.

“Tutti gli scolari vaccinati” è un’utopia, cara Lorenzin

L’ordinanza della Lorenzin per cui è obbligator­io che un bambino prima di accedere alla scuola dell’infanzia o al nido debba vaccinarsi, a me sembra razzista. In pratica si vieta l’iscrizione a tutti i bambini extracomun­itari. Il 99% degli immigrati provenient­i dall’Africa non sono vaccinati. In 15 Paesi europei i vaccini non sono obbligator­i e non c’è nessuna epidemia: si basano su raccomanda­zione, prevenzion­e e informazio­ne, la copertura è simile a quella presente nei Paesi che hanno l’obbligo. Non si registrano epidemia o minacce alla salute pubblica.

Non ci resta che pensare che questa legge che rende i vaccini obbligator­i è un grosso regalo alle società farmaceuti­che che faranno così grandi affari. Le potentissi­me lobby farmaceuti­che attaccano chi minaccia il loro fatturato e se per far questo c’è da scatenare l’in- CARO FURIO COLOMBO, uno strano titolo gira fra i nostri giornali da metà maggio. Dice: “Cinquecent­o soldati italiani nel deserto per fermare l'esodo nelle nostre coste”. Non può essere che uno scherzo. Machi ha voglia di ridere su una materia così dolorosa? PURTROPPO NON SI TRATTAdi uno scherzo, ma di una nuova, astuta strategia italiana che (leggo su Repubblica del 17 maggio) è stata messa a punto dall’infaticabi­le ministro italiano dell’Interno (sì, dell’Interno) Marco Minniti, per una iniziativa che è descritta così: “L’operazione Deserto Rosso non sarà per niente facile. Schierare un contingent­e militare italiano nelle dune del Niger settentrio­nale comporta rischi e costi altissimi. Serviranno almeno 500 uomini, con veicoli blindati ed elicotteri, che dovranno venire interament­e riforniti da aerei e saranno costretti a muoversi sempre nella sabbia. Agire in Libia è impossibil­e. E allora si cerca di sbarrare la rotta dei disperati più a sud (...) La macchina dell’intervento però è in marcia. Pochi giorni fa, i ministri degli Interni Marco Minniti e Thomas de Maizière hanno chiesto a Buxelles di autorizzar­e la spedizione”.

Qualcuno ricorderà una vignetta di Altan in cui il personaggi­o era perplesso e nel fumetto si leggeva: “Mi domando a chi vengono in mente le cose che dico”. Bi- ferno lo fanno tranquilla­mente abusando dei media e comandando i politici. Una delle loro fonti maggiori di fatturato sono proprio i vaccini e ne creano ogni giorno di nuovi per malattie varie.

Se ci si è precipitat­i sulla obbligator­ietà, non si sente però parlare di gratuità. E chi non si può permettere di pagarli?

La farsa della famiglia Renzi ha prodotto risvolti utili

Renzi Jr non è così stupido da pensare di non essere intercetta­to. E proprio perché era consapevol­e di essere sotto torchio, ha preparato una bella sceneggiat­ura per una telefonata che lo qualifica come persona rigorosa, persin dura, nei confronti del proprio padre. Ha ideato, agli occhi di molti, un “maquillage morale” che compensa il danno (dubbio per molti e al quale io stessa credo poco) causato da Ferruccio de Bortoli. Siamo in una situazione di parità, 1-1, e di nuovo la palla è nel mezzo. Matteo Renzi ora non può che ringraziar­e. Si è liberato dallo spettro sogna infatti domandarsi a quale adulto può venire in mente di mandare nel deserto dell’Africa profonda 500 soldati italiani per intercetta­re spostament­i di esseri umani di tali dimensioni da farne il problema più grande e più grave del mondo da due decenni e molte guerre. Stupisce anche di più che qualcuno abbia il coraggio di annunciarl­o come se fosse vero o fosse possibile, invece di querelare immediatam­ente per diffamazio­ne chi associa il suo nome a una idea del tutto priva di rapporto con la realtà, ma anche del tutto priva di senso. Il fatto è che riesce possibile immaginare l’evento soltanto come film comico, con Abatantuon­o come comandante della spedizione, ora severo, ora benevolo (e poi innamorato di una transitant­e), il tipo che, prima della fine, riesce a trasformar­e il temuto fortino italiano del deserto in un simpatico b&b. Ma la scorta culturale di Minniti ha avuto anche la pessima idea di dare a un simile progetto il titolo del più bel film di Antonioni, “Deserto Rosso”. Nel film, Antonioni si ispirava al colore rosso che aveva reso celebre il grande pittore e amico Rothko. Qui, se la storia non fosse per fortuna inventata (non dal giornalist­a ma dal ministro, per fini elettorali) “rosso” può evocare soltanto sangue.

00184 Roma, via di Sant’Erasmo n°2 lettere@ilfattoquo­tidiano.it del “Babbo ”, ora certo sarà costretto a sacrificar­e la “povera” Maria Elena Boschi, un tempo assai preziosa, e si riprenderà così la Presidenza del Consiglio. Viva l’Italia.

AAA Cercasi nuovo leader Pd che spiani la strada al M5S

Un tempo si sentiva sempre dire: “M5S che vince le elezioni? Impensabil­e”. Questa è stata l’opinione di Massimo Cacciari, De Bortoli e “l’epic fail” di Lilli Gruber. Prendendo spunto da queste dichiarazi­oni nella trasmissio­ne Otto e Mezzo della scorsa settimana, ho trovato delle conferme circa una mia ipotesi sulle vere motivazion­i che hanno spinto De Bortoli ad attaccare la Boschi: si vuole riproporre lo stesso schema adottato con Enrico Letta, che venne fatto fuori da Renzi. Sanno perfettame­nte che Renzi in un confronto diretto con il M5S ne uscirebbe sconfitto, consegnand­o così il governo in mano a Grillo. Allora cosa ti pensano? Renzi non essendosi fatto da parte e non avendo ascol-

Furio Colombo - il Fatto Quotidiano

tato i “consigli” dagli stessi che lo invitarono a far fuori Letta, ora per lo stesso motivo rischia alle prossime elezioni politiche di dare il Governo al M5S. Ergo, occorre fare in modo che Renzi esca di scena sperando di trovare un nuovo “leader” che sbarri la strada al M5S. Come dice il detto? A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si azzecca.

L’accoglienz­a ai migranti frutta più di eroina e cocaina

Ormai è certo: si guadagna di più con l’accoglienz­a dei profughi che con il commercio della droga. In Italia ci sono diversi centri per profughi. Abbiamo letto che il trattament­o che le cooperativ­e o altri incaricati riservano a queste persone è talvolta indecente e scandaloso, fatto di “cibo per maiali” e “pranzi” per la metà dei presenti. Semplifica­ndo meschiname­nte si giustifich­erebbero dicendo che “l’occasione fa l’uomo ladro”. Ma chi dovrebbe controllar­e sono le prefetture. Evidenteme­nte non lo fanno o fanno finta, perché non I conti del calcio italiano non tornano più. Ieri un tg ha riproposto un brano di una intervista a Maurizio Sarri, allenatore del Napoli, in cui dichiarò: “Finora con il calcio non mi sono arricchito ma con i prossimi contratti si vedrà”. Eppure a me un ingaggio da 1,5 milioni di euro annui non sembra poco. Ormai il mondo del calcio ruota intorno a cifre milionarie che ritengo ingiustifi­cate, o meglio ingiustifi­cabili, se non offensive. Sono tanti gli italiani che non arrivano a fine mese. Deteniamo il record europeo di disoccupat­i e di famiglie in povertà e sentire parlare di altrettant­a indigenza con certi stipendi non è propriamen­te sportivo. Il calcio è pur sempre un gioco, i milioni no.

Il nostro Belpaese non può che vivere in costante bilico

L’Italia che non si fa mancare nulla: debito pubblico in aumento, corruzione e legge elettorale non pervenuta. Un quadro che ci condanna a vivere in bilico per sempre.

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