Il Fatto Quotidiano

In Brasile è sempre tempo di impeachmen­t

Una registrazi­one inguaia l’attuale presidente: aveva dato l’ok a tangenti

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Sarà

forse un caso che l’impopolare Rede Globo abbia incendiato per l’en nesima volta l’instabile politica brasiliana? Il potere trema, ma la maggioranz­a dei brasiliani gioisce, dopo che l’ennesimo scandalo di corruzione annunciato dalla Globo minaccia di rimuovere l’impopolare Michael Temer dalla presidenza del Brasile. Il caso è esploso mercoledì, quando il sito della rete tv (il potente, ma fallito colosso mediatico della famiglia Marinho, che avrebbe intenzione di vendere al miliardari­o messicano Carlos Slim) ha diramato la notizia sui fratelli Joesley e Wesley Batista, i quali avrebbero consegnato alla Procura generale della Repubblica dei nastri in cui avrebbero registrato la conversazi­one avuta a marzo con Temer sul pagamento di una mazzetta. La tangente sarebbe servita a comprare il silenzio dell’ex presidente della Camera, ma anche compagno politico e di partito (Pmdb) di Temer, Eduardo Cunha, finito in prigione per corruzione a ottobre.

NEI NASTRI REGISTRATI dai proprietar­i di Jbs (il colosso mondiale della carne) ci sarebbero prove anche contro l’ex candidato alla presidenza del Brasile, il senatore del Psdb Aecio Neves, il quale avrebbe chiesto a Jbs 2 milioni di reais per difendersi nell’ambito dello scandalo Lava Jato. Il partito di Neves, ma anche dell’ex presidente Fernando Henrique Cardoso, è stato il pivot dell’i mpeachment contro la Rousseff ed entrato nel governo subito dopo la rimozione della presidente nel 2016. Il procurator­e generale Rodrigo Janot aveva chiesto l’arresto di Neves, ma il ministro Luis Edson Fachin, relatore del Lava Jato nel Supremo tribunale federale ha concesso solo l’allontanam­ento del senatore dall’incarico.

È già esplosa la protesta po- polare della destra, ma anche della sinistra, da ieri in strada con i propri manifestan­ti che invocano elezioni anticipate. Difficile ottenerle perché l’oligarchia economica le teme; e non solo per il fatto che potrebbe riportare l’ex presidente Lula al potere, ma perché il sistema politico prevede in questi casi elezioni indirette, ossia realizzate dal Parlamento.

SI FANNO GIÀ NOMI di possibili candidati, tra cui l’ex presidente Cardoso (1995-2003) autore delle grandi privatizza­zioni delle imprese pubbliche brasiliane; ma potrebbe essere un tecnico alla Monti a riuscire in un clima d’esasperata crisi politica ed economi- ca a realizzare le riforme impopolari care al mercato, che Temer non riesce a portare avanti. Un nuovo presidente e un rimpasto del governo farebbero comodo anche alla famiglia Marinho che, in cambio dell’appoggio mediatico, potrebbe ottenere dal nuovo governo la ristruttur­azione del colossale debito che ha nei confronti dell’erario, e di vendere il proprio colosso tv al filoameric­ano Slim.

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Ansa Anche lui ha molto da Temer Michel Temer divenuto presidente al posto di Dilma Rousseff
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