L’ALTRA JIHAD
GLI INCONTRI DEL “FATTO” Domenica 21 alle 12, nella sala 500, Marco Travaglio, Piercamillo Davigo, Marco Lillo e Silvia Truzzi dialogheranno a proposito de “La nostra idea di giustizia”. A seguire, la presentazione del libro di Marco Lillo “Di padre in figlio” della casa editrice del “Fatto”, “Paper First”, presente al Salone nel padiglione 2 allo stand J25
ECCO, È TROPPO PRESTO per azzardare previsioni su chi vincerà questo insolito derby di carta, se gli angoli retti o le linee curve. Di certo ieri al Lingotto si respirava aria di trionfo: folla all’ingresso, code per accedere agli incontri (letteralmente un assalto per Luciana Littizzetto e Maria De Filippi, ma anche per Pif, Francesco La Licata e Piero Grasso), orde di scolaresche vocianti. Nulla di nuovo rispetto agli anni scorsi, ma vuoi mettere con le foto dei vuoti di Rho del mese scorso?
Passeggiando per gli stand, per quanto gli editori evitino – comprensibilmente – di esporsi, le opinioni sono concordi: “C’eravamo a Milano e ci siamo a Torino – racconta Filippo Vannuccini di Baldini & Castoldi – certo che la competizione in questo settore davvero non fa bene. È triste non vedere qui gli stand Rizzoli e Mondadori, così come è stato triste non vedere a Milano realtà importanti come Minimum Fax, per esempio. Forse la soluzione potrebbe essere distanziare le date”.
L’unico baluardo “Mo ndazzoli” al Lingotto è il Punto Einaudi, non il solito grande stand, ma uno spazio più piccolo che salva comunque dall’onta di un Salone senza il fu torinesissimo Struzzo: “La differenza tra qui e là? – dicono – semplice, qui c’è dietro una città intera”. Appunto, il Torino Pride. Anche a Bompiani concordano: “A Milano nei primi giorni abbiamo dovuto annullare eventi anche con autori importanti – rac- E se l’armonizzazione delle tensioni all’interno del mondo islamico e del violento confronto con l’Occidente fosse in mani femminili? È questa la suggestiva ipotesi de “La Jihad delle donne”, saggio di Luciana Capretti, giornalista del Tg2, uscito ieri per Salerno Editrice, presentato oggi al Salone di Torino e di cui proponiamo un estratto. “La
nostra comunità non vede proprio alcun problema nel pregare dietro a una donna. E non lo vedo certo neppure io!”. Ani Zonneveld è una imamah molto speciale. Conduce la preghiera del venerdì. Davanti a uomini e donne. Celebra matrimoni. Etero- sessuali, omosessuali, transessuali, interreligiosi. “Il Corano non vieta nulla di tutto ciò”, mi dice con gli occhi allegri.
Il libro
SMALTO BLU sulle mani, che si agitano quando la colpa di tutto è dei sauditi, dell’ignoranza, del takfir, cosa accidente è il takfir?, mi chiede a un certo punto con gli occhi adirati e le mani che descrivono disastri nell’aria, Ani è una attivista che viaggia continuamente per diffondere l’idea che un altro Islam è possibile. Diecimila persone in tutto il mondo fanno parte oggi della sua organizzazione, Muslims for