Cronache mutanti, da Woodcock alle intercettazioni
NORMALIZZAZIONE Il Pd organizza la caccia all’uomo Il coro dei media contro il pm napoletano spaventa persino il berlusconiano Rotondi: “Una vera e propria aggressione”
Normalizzare. Era il verbo principe nella Prima Repubblica quando c’era puzza di scandali. Una specialità democristiana, che contemplava finanche la nebbia da far calare in qualche procura. Poi vennero Tangentopoli e il ventennio berlusconiano. Politica e magistratura. Leggi ad personam, bavagli e girotondi. Un Paese spaccato.
Matteo Renzi, che è il bambino centrista che si è mangiato i comunisti, sulla giustizia sta suonando lo stesso spartito berlusconiano, come abbiamo già raccontato ieri sul Fatto . Questione di padri.
RISPETTO però al suo “maestro” di Arcore, l’ex Rottamatore può contare su una formidabile arma decisiva. La descrisse bene, su questo giornale, il professore Alberto Asor Rosa nell’ottobre del 2015. Stava nascendo il Partito della Nazione di Renzi con gli ex berlusconiani passati con lui, in primis Denis Verdini, e l’autorevole intellettuale spiegò perché questa operazione era possibile solo a sinistra, e non a destra: “Per mettere in moto questo processo occorreva che la forza trainante fosse una parvenza di sinistra dietro cui nascondersi, altrimenti ci sarebbe stato un coro di sghignazzamenti, se non di manifestazioni di piazza”.
A distanza di due anni, le parole di Asor Rosa trovano conferma nel clima generale dei media dopo la pubblicazione sul Fatto dell’intercettazione ormai nota tra Tiziano e Matteo Renzi. Sui quotidiani, dopo quattro giorni, il problema non sono il contenuto della conversazione e tutti i dubbi che solleva, ma Henry John Woodcock, il magistrato napoletano che ha cominciato l’inchiesta su Consip, poi passata a Roma. Per la serie: “Woodcock nel mirino”. Ed è qui appunto la differenza con gli anni passati. Da Repubblica al Corriere della Sera, dalla Stampaal Giornale, fino al Mattino di Napoli il pm è il bersaglio principale di questa inedita campagna a una sola voce, sospettato ovviamente di aver diffuso la trascrizione del sacro colloquio familiare dei Renzi.
È questo il motivo per cui il bavaglio non è più un tabù e Libero e il Giornalenon sono più soli nel- le loro ossessioni “garantiste”. Uno schema applicabile pure nei talk-show. Merito della prospettiva ribaltata. Prima era Berlusconi da destra. Adesso Renzi da sinistra. E tutto cambia, al punto da scandalizzare persino qualche berlusconiano.
È IL CASO di Gianfranco Rotondi, democristiano e berlusconiano allo stesso tempo ed ex ministro. Sostiene Rotondi: “Il dottor Woodcock è un pm di grande notorietà. Di lui si può dire tutto tranne che possa avere delle finalità politiche. Ha indagato il nostro governo e il centrodestra ma nessuno di noi, neanche Ghedini, si è sognato mai di chiederne il trasferimento come leggo oggi sui giornali (ieri per chi legge, ndr). È impressionante come la stampa governativa abbia già confezionato e celebrato il suo processo, con una vera e propria aggressione nei suoi confronti. Per chi conserva ancora, come me, una sensibilità democratica c’è da preoccuparsi molto”.
LO SLITTAMENTO innocentista del Pd, dove c’è chi parla di “attacco alla democrazia” (Matteo Orfini) o di “accanimento giudiziario” (il sottosegretario Gennaro Migliore), ha fatto le sue prove generali due mesi fa al Lingotto di Torino, quando Renzi partì con la sua campagna per le primarie democratiche. Anche allora il caso Consip creava tensioni e paure e a tenere banco era la partecipazione all’evento del ministro Luca Lotti, indagato per la fuga di notizie sull’inchiesta Consip, nonché motore perpetuo del fatidico Giglio Magico. Così, per uscire dall’angolo, gli spin renziani fecero trapelare la notizia dell’arrivo a Torino di un militante particolare: il figlio di un assessore di Napoli che si suicidò. Era coinvolto tra l’altro in un’inchiesta su Alfredo Romeo. Alla fine il figlio non parlò, ma l’ex premier cavalcò il clamore mediatico per piazzare altri paletti. Ci fu anche chi propose di mettere nel programma del Pd “l’avviso di garanzia segreto” come strumento possibile per evitare “linciaggi mediatici” prima della fine delle inchieste.
Nel frattempo, Renzi è stato confermato segretario del Pd e la mutazione genetica continua a lambire le peripezie giudiziarie della sua famiglia. Contro di lui, però, non ci sono piazze e post-it come accadde al povero, è il caso di dire, Silvio Berlusconi. Normalizzazione è una parola di nuovo in voga. Riguarda il Pd, la gran parte dei giornali, varie procure: il trasferimento del pm Woodcock è l’assillo principale.
Il giornale unico “Corriere”, “Mattino”, “Repubblica”, “Stampa”: ormai sembrano tutti ”Il Giornale” ai tempi di B. Questo tipo di processo può essere messo in moto solo da sinistra
ALBERTO ASOR ROSA
Ha indagato il nostro governo e il centrodestra ma nessuno di noi s’è sognato mai di chiederne il trasferimento come leggo sui giornali GIANFRANCO
ROTONDI