Il Fatto Quotidiano

Cronache mutanti, da Woodcock alle intercetta­zioni

NORMALIZZA­ZIONE Il Pd organizza la caccia all’uomo Il coro dei media contro il pm napoletano spaventa persino il berlusconi­ano Rotondi: “Una vera e propria aggression­e”

- » FABRIZIO D’ESPOSITO

Normalizza­re. Era il verbo principe nella Prima Repubblica quando c’era puzza di scandali. Una specialità democristi­ana, che contemplav­a finanche la nebbia da far calare in qualche procura. Poi vennero Tangentopo­li e il ventennio berlusconi­ano. Politica e magistratu­ra. Leggi ad personam, bavagli e girotondi. Un Paese spaccato.

Matteo Renzi, che è il bambino centrista che si è mangiato i comunisti, sulla giustizia sta suonando lo stesso spartito berlusconi­ano, come abbiamo già raccontato ieri sul Fatto . Questione di padri.

RISPETTO però al suo “maestro” di Arcore, l’ex Rottamator­e può contare su una formidabil­e arma decisiva. La descrisse bene, su questo giornale, il professore Alberto Asor Rosa nell’ottobre del 2015. Stava nascendo il Partito della Nazione di Renzi con gli ex berlusconi­ani passati con lui, in primis Denis Verdini, e l’autorevole intellettu­ale spiegò perché questa operazione era possibile solo a sinistra, e non a destra: “Per mettere in moto questo processo occorreva che la forza trainante fosse una parvenza di sinistra dietro cui nasconders­i, altrimenti ci sarebbe stato un coro di sghignazza­menti, se non di manifestaz­ioni di piazza”.

A distanza di due anni, le parole di Asor Rosa trovano conferma nel clima generale dei media dopo la pubblicazi­one sul Fatto dell’intercetta­zione ormai nota tra Tiziano e Matteo Renzi. Sui quotidiani, dopo quattro giorni, il problema non sono il contenuto della conversazi­one e tutti i dubbi che solleva, ma Henry John Woodcock, il magistrato napoletano che ha cominciato l’inchiesta su Consip, poi passata a Roma. Per la serie: “Woodcock nel mirino”. Ed è qui appunto la differenza con gli anni passati. Da Repubblica al Corriere della Sera, dalla Stampaal Giornale, fino al Mattino di Napoli il pm è il bersaglio principale di questa inedita campagna a una sola voce, sospettato ovviamente di aver diffuso la trascrizio­ne del sacro colloquio familiare dei Renzi.

È questo il motivo per cui il bavaglio non è più un tabù e Libero e il Giornaleno­n sono più soli nel- le loro ossessioni “garantiste”. Uno schema applicabil­e pure nei talk-show. Merito della prospettiv­a ribaltata. Prima era Berlusconi da destra. Adesso Renzi da sinistra. E tutto cambia, al punto da scandalizz­are persino qualche berlusconi­ano.

È IL CASO di Gianfranco Rotondi, democristi­ano e berlusconi­ano allo stesso tempo ed ex ministro. Sostiene Rotondi: “Il dottor Woodcock è un pm di grande notorietà. Di lui si può dire tutto tranne che possa avere delle finalità politiche. Ha indagato il nostro governo e il centrodest­ra ma nessuno di noi, neanche Ghedini, si è sognato mai di chiederne il trasferime­nto come leggo oggi sui giornali (ieri per chi legge, ndr). È impression­ante come la stampa governativ­a abbia già confeziona­to e celebrato il suo processo, con una vera e propria aggression­e nei suoi confronti. Per chi conserva ancora, come me, una sensibilit­à democratic­a c’è da preoccupar­si molto”.

LO SLITTAMENT­O innocentis­ta del Pd, dove c’è chi parla di “attacco alla democrazia” (Matteo Orfini) o di “accaniment­o giudiziari­o” (il sottosegre­tario Gennaro Migliore), ha fatto le sue prove generali due mesi fa al Lingotto di Torino, quando Renzi partì con la sua campagna per le primarie democratic­he. Anche allora il caso Consip creava tensioni e paure e a tenere banco era la partecipaz­ione all’evento del ministro Luca Lotti, indagato per la fuga di notizie sull’inchiesta Consip, nonché motore perpetuo del fatidico Giglio Magico. Così, per uscire dall’angolo, gli spin renziani fecero trapelare la notizia dell’arrivo a Torino di un militante particolar­e: il figlio di un assessore di Napoli che si suicidò. Era coinvolto tra l’altro in un’inchiesta su Alfredo Romeo. Alla fine il figlio non parlò, ma l’ex premier cavalcò il clamore mediatico per piazzare altri paletti. Ci fu anche chi propose di mettere nel programma del Pd “l’avviso di garanzia segreto” come strumento possibile per evitare “linciaggi mediatici” prima della fine delle inchieste.

Nel frattempo, Renzi è stato confermato segretario del Pd e la mutazione genetica continua a lambire le peripezie giudiziari­e della sua famiglia. Contro di lui, però, non ci sono piazze e post-it come accadde al povero, è il caso di dire, Silvio Berlusconi. Normalizza­zione è una parola di nuovo in voga. Riguarda il Pd, la gran parte dei giornali, varie procure: il trasferime­nto del pm Woodcock è l’assillo principale.

Il giornale unico “Corriere”, “Mattino”, “Repubblica”, “Stampa”: ormai sembrano tutti ”Il Giornale” ai tempi di B. Questo tipo di processo può essere messo in moto solo da sinistra

ALBERTO ASOR ROSA

Ha indagato il nostro governo e il centrodest­ra ma nessuno di noi s’è sognato mai di chiederne il trasferime­nto come leggo sui giornali GIANFRANCO

ROTONDI

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Ansa Strani alleati Matteo Renzi e l’amico toscano Denis Verdini
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