Napoli, il Csm si spacca sul nuovo procuratore
Favorito Melillo, ex capo di gabinetto di Orlando. La Procura resta sotto esame
In pieno caos politico-istituzionale per il caso Consip, è entrata nel vivo la partita al Csm per la nomina del nuovo procuratore di Napoli, dopo che a febbraio Giovanni Colangelo è andato in pensione. La Procura partenopea è sempre stata un ufficio molto delicato, crocevia di inchieste sulla camorra e su tutte le collusioni che ne conseguono, figuriamoci adesso che è nell’occhio del ciclone per aver avviato l’ind agi ne sulla centrale pubblica degli appalti, la Consip, nella quale è incappato Tiziano Renzi, padre del leader del Pd ed ex presidente del Consiglio, Matteo Renzi.
GLI SCHIERAMENTI dentro al Csm sono ancora liquidi, si possono tracciare, però, i primi orientamenti. Ma prima, vediamo quali sono i candidati: Giovanni Melillo, sostituto procuratore generale a Roma, ex capo di Gabinetto del ministro della Giustizia Andrea Orlando, ex pm della direzione nazionale antimafia, ex procuratore aggiunto a Napoli, dove ha coordinato l’ufficio anticamorra(Dda).
Federico Cafiero de Raho, procuratore di Reggio Calabria, anche lui ex aggiunto ed ex capo della Dda a Napoli. Il figlio avvocato e l’attuale moglie gip a Napoli rappresentano una incompatibilità parentale, ma questa situazione può mutare.
Leonida Primicerio, procuratore generale di Salerno ed ex pm della procura nazionale antimafia. Il 29 maggio la Quinta commissione ascolte- rà i tre magistrati, così come fece in vista della nomina del procuratore di Milano. Anche allora tra i candidati c’era Melillo. Il suo incarico governativo pesò non poco sulla sua esclusione, senza nulla togliere agli apprezzamenti che ebbe Francesco Greco, poi nomina- to. E non sembra un caso che Melillo, al momento il candidato favorito, a febbraio si sia dimesso da capo di Gabinetto.
Dalla sua parte ci sono i componenti laici del Csm, di centrodestra e di centrosinistra, con un’unica eccezione, al momento: Pierantonio Zanettin (quota Fi), che non ha ancora deciso. Divisi i sette consiglieri di Area, la corrente di riferimento di Melillo: tre sono con lui; due con Cafiero de Raho e due incerti. Le prossime audizioni e discussioni interne potrebbero far cambiare i numeri. Quanto a Uni- cost, formalmente i cinque consiglieri stanno con Cafiero de Raho, storicamente della corrente centrista, ma uno di loro, si vocifera, vorrebbe Melillo. Divisi anche i 3 consiglieri di Magistratura Indipendente (destra): due sono per Cafiero de Raho e uno è per Melillo. Dice che deciderà dopo le audizioni, Aldo Morgigni, l’unico togato di Autonomia e Indipendenza (la corrente di Davigo). E a Napoli che aria tira? Alcuni magistrati ritengono inopportuno che Melillo, pur essendo tornato a fare il magistrato, diventi procuratore: sono appena passati 3 mesi dal suo incarico di governo. Ma tra i pm, anche in vista, c’è chi fa il tifo per Melillo.
A METÀ GIUGNOla proposta, o più probabile, le proposte della Quinta commissione al Plenum, che dovrebbe votare entro metà luglio. Quindi, ci sono parecchie settimane davanti e gli equilibri prospettati possono mutare. Quel che è certo è che la Procura di Napoli resta una sorvegliata speciale del Comitato di presidenza del Csm (Legnini, Canzio, Ciccolo) che ci tiene a far sapere del suo monitoraggio sul contorno, si fa per dire, Consip (fughe di notizie) pronto a chiedere l’apertura di una pratica. Attende gli sviluppi dell’azione disciplinare a carico di Henry John Woodcock e la relazione degli ispettori sull’intercettazione tra Renzi padre e figlio, pubblicata dal Fatto. Il presidente dell’Anm Eugenio Albamonte, ieri, ha detto che è “apprezzabile la cautela del Csm” e anche il suo segnale di “vigilanza su una vicenda che sta creando fibrillazioni”. Oggi il Comitato, a prescindere dalla sua volontà, non può chiedere l’apertura di una pratica perché non c’è alcuno spunto per imputare ai pm di Napoli, che indagano su Consip, una incompatibilità ambientale. Domani chi lo sa…
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