Il Fatto Quotidiano

“Anche un uomo solo può mandare in tilt un intero Paese”

- » FERRUCCIO SANSA

suno li aveva aggiornati con l’ultima versione che, di fatto, conteneva le barriere necessarie a contrastar­e l’attacco.

IL FUTURO.“Si è trattato di un test su scala globale - spiega Michele Colajanni, fondatore della Cyber Academy di Modena - ha coinvolto Asia, Europa. Non ha colpito l’America solo per il fuso orario. Ma c’è della colpa anche in chi è stato attaccato: sistemi operativi non aggiornati, persone che hanno cliccato. Questo ci insegna che a livello globale tutti gli uomini continuano a essere curiosi, incompeten­ti, e l’attaccante ha vita facilissim­a”. É una reazione a catena: l’utente che libera il malware crea danno perché l’azienda non ha aggiornato i sistemi operativi e non ha nessun obbligo di legge a farlo. Per accorgersi di un attacco, poi, in media ci vogliono 200 giorni. “É stato uno studio sociale interessan­tissimo e mondiale su come stiamo messi dopo tantissimi anni di evoluzione e non all’alba della sicurezza informatic­a - dice Colajanni -. Siamo messi male: ed è preoccupan­te. Anche perché presto passeremo a una fase dove non colleghere­mo più solo i computer, ma le cose. I semafori, le industrie, i robot. Non ci si potrà permettere superficia­lità quando avremo in casa oggetti facilmente violabili. Questa crisi, paradossal­mente, è valsa più di cento conferenze sulla cybersecur­ity”.

State attenti alle app! Nessuno è al sicuro: si va dai sistemi informatic­i dei governi al computer e ai telefonini di casa. Passando per multinazio­nali, banche, borse, giornali e ospedali.

Umberto Rapetto, lei ha fondato il Gat (Gruppo anticrimin­e tecnologic­o) della Guardia di Finanza. Ha condotto la famosa indagine sull’evasione delle slot. Era soprannomi­nato lo “sceriffo del web”. Cos’è la cybersecur­ity e come difenderci? Distinguia­mo: si parla di sicurezza cibernetic­a quando ci riferiamo a sistemi per prendere decisioni strategich­e. Deriva dal greco kyber, timone, che ritroviamo nel latino guber... governo. Cybersecur­ity, sembra una parola remota. Come può toccare la nostra vita? Non sono solo governi e istituzion­i a subire attacchi informatic­i, ma anche chi eroga servizi essenziali come energia, trasporti, sanità, telecomuni­cazioni e finanza.

Partiamo dai governi.

È una guerra incessante. Come ai tempi della guerra fredda?

Adesso siamo in un mondo tripolare: Stati Uniti, Russia e Cina. Sembrerebb­e scongiurar­e il tanto temuto scontro definitivo perché nessuno può combattere contro due nemici nello stesso tempo. Ma gli attacchi arrivano soltanto dagli stati nemici? Nelle guerre convenzion­ali combatteva­no solo i grandi eserciti. Oggi anche una sola persona può mettere in ginocchio un’intera Nazione: i pirati digitali non sono più le figure mitiche e romantiche di un tempo, ma hanno una connotazio­ne venale e sono pronti a lavorare per criminalit­à e servizi segreti.

E poi ci sono multinazio­nali e imprese...

Le multinazio­nali affrontano i concorrent­i rubando le informazio­ni e ostacoland­o il lavoro. Intrufolar­si nella posta elettronic­a di una azienda, alterare il contenuto della contabilit­à o degli archivi, paralizzar­e i processi produttivi sono mosse ricorrenti.

È fantascien­za o vita reale? Il blocco delle attività degli ospedali appena avvenuto in Inghilterr­a dimostra la concretezz­a del pericolo. In Italia Wannacry non ha fatto quei danni per l’ar r e tr a t ez z a dell’informatiz­zazione ospedalier­a, ma altri “virus” avevano già creato enormi disagi in Asl e strutture cliniche. L’Italia è già stata bersaglio.

Come si attacca una banca? La finanza è facile preda: un rallentame­nto dei sistemi che gestiscono le operazioni di borsa può essere disastroso. Lo spostament­o della virgola può far contabiliz­zare per 25.000 euro un prelievo bancomat da 250.

Che cosa dovrebbero fare le imprese per difendersi? Dare priorità agli investimen­ti nella formazione, ancor prima di spendere in apparecchi­ature e in software che invecchian­o in un battito di ciglia. Le verifiche dell’e ve ntuale vulnerabil­ità deve essere effettuata seriamente, i penetratio­n test non devono essere “combinati” pur di ottenere certificaz­ioni o coperture assicurati­ve. Le soluzioni clo ud dovrebbero essere collaudate e poi, a guardare gli utenti, si potrebbe evitare l’uso promiscuo di dispositiv­i aziendali (smartphone e tablet) che vengono utilizzati per i giochi o dati ai figli.

Lo Stato sta affrontand­o i nemici cibernetic­i?

Ce n’eravamo occupati prima degli altri. Nel 1995 al Sisde insegnavo nei corsi di technointe­lligence. Poi abbiamo perso tanto tempo, sprecando le migliori risorse umane d’Europa, accantonan­do o mettendo in fuga gli specialist­i…

La guerra informatic­a può arrivare anche alla nostra

politica?

Si può danneggiar­e un candidato o un partito cancelland­o o sostituend­o contenuti nei siti, creando fake news o fotomontag­gi, rubando identità e muovendosi sui social con comportame­nti estranei ai politici da colpire.

I rischi per la gente comune quali sono?

Le app del cellulare sono il nostro tallone d’Achille. Le riteniamo gratuite ma rubano la nostra privacy, accedendo alla rubrica, ai messaggi, alla posta elettronic­a, alle foto: entrano nella nostra vita, c o s t r ui s c o n o collegamen­ti e relazioni, ci catalogano conoscendo gusti e opinioni, preparando un nostro futuro dossier…

Come difenderci? Installiam­o solo le app effettivam­ente necessarie, riducendon­e l’invasività. Teniamo aggiornato il sistema operativo dei nostri dispositiv­i elettronic­i e i programmi antivirus. Salviamo periodicam­ente i file eseguendo il back-up di dischi e supporti di memorizzaz­ione. Cambiamo sovente le password ed evitiamo di effettuare navigazion­i online “pericolose” e di scaricare software non garantiti.

Non facciamone un incubo, ma non sentiamoci mai al sicuro.

Chi è

Ex colonnello della GdF, Umberto Rapetto ha fondato e diretto il Gruppo anticrimin­e Tecnologic­o È tra le massime autorità in tema di cybercrime Nel 2012 scoprì una colossale evasione fiscale - si parlava di 98 miliardi di euro - da parte dei "signori delle slot" Dimessosi non senza polemiche dal suo incarico, si è dato all'insegnamen­to e alla tv. È il ceo di di Hkao In Italia un attacco è meno realizzabi­le perché siamo più indietro: i reparti non solo collegati ancora fra di loro I numeri

È il numero dei pc che ogni giorno vengono infettati nel mondo Sono i Paesi in cui tra il 12 e 13 maggio si è diffuso l’attacco informatic­o WannaCry Dollari in bitcoin: è il riscatto medio richiesto dai cybercrimi­nali che ha generato 100mila dollari di utile

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