Al Sud le cose si fanno sempre alla grande: muri nel mare
Ancora una volta, caro Coen, vince il Sud. Perché voi a Milano costruite palazzi (alla faccia del ragazzo della via Gluck), mentre qui si innalzano muri. Muri a mare, nel Mediterraneo. Ma non saranno di mattoni e cemento, altrimenti tra mafie, camorre, ‘ndranghete e politici affamati, si sarebbero mangiati pure la sabbia, ma muri di navi. Potenti e temibili imbarcazioni battenti l’unica bandiera che unisce tutta l’Europa, quella della paura e dell’egoismo, bloccheranno la grande via d’acqua che unisce l’Africa al continente europeo.
ALTRO CHE Organizzazioni non governative con a bordo i loro soccorritori volontari pervasi da quel terribile furore ideologico che si chiama solidarietà. Interverranno le divise e i cannoni e ricacceranno sulle sponde libiche donne, bambini, vecchi e uomini che vogliono fuggire da un triste destino di guerra e fame. Il muro di Berlino faceva paura e fu abbattuto. Il muro del Mediterraneo ci salverà dall’invasione. E continui pure a sgolarsi uno come Gino Strada e a dire che l’invasione non c’è. Che “l’anno scorso ci sono stati in tutto il mondo 65 milioni di persone fra rifugiati e sfollati, fra questi 500mila sono arrivati in Europa tra loro solo 180mila in Italia”. Lo 0,3% della popolazione.
Parole al vento nel Paese che vuole chiudersi e in un mondo che odia i diseredati di tutte le specie e colore. Nella commissione del Senato che ha indagato sulle Ong, mi è toccato assistere a un senatore che, dall’alto delle sue ricche prebende, puntava l’indice accusatore contro un rappresentante di Medici senza frontiere: “Quanto guadagnano i medici a bordo delle vostre navi”? Cercava la casta nel mare, l’emerito. La risposta lo ha gelato: 1.200 euro al mese. Quattro soldi per salvare, curare, offrire un briciolo di umanità. E allora vai con lo slogan dei palazzinari meneghini: “Valori nascosti che producono qualità della vita, identità, creatività…”. Siamo un paese meraviglioso. Meravigliosamente di merda.