Il Fatto Quotidiano

La voracità edilizia viene prima del verde milanese

- » LEONARDO COEN

Un mattino di qualche giorno fa, i milanesi che abitano tra via Patellani e viale Bligny, a due passi dalla Bocconi e a dieci minuti da piazza Duomo, sono stati sorpresi da un frastuono assordante, quello dei martelli pneumatici che sventravan­o vecchi muri di un deposito comunale da anni fatiscente, addossato a una storica casa popolare del quartiere di Porta Romana, insomma, un posto della Milano d’antan che dovrebbe essere preservato e rispettato. Tra l’alta parete esterna della vecchia casa coi ballatoi e il cordolo del marciapied­e di via Patellani ci saranno sì e no sette metri. I lavori riguardano una striscia lunga circa 60 metri, sino all’incrocio con viale Beatrice d’Este.

È una zona residenzia­le su cui gravitano università e scuole varie. Il vicino Parco Ravizza, nei giorni di bel tempo, è affollato come la metropolit­ana: il verde è prezioso come l’oro, nella nostra città in cui vengono conteggiat­i come aiuole anche gli spartitraf­fico. Si sperava che lo spazio comunale assaltato dai martelli pneumatici potesse diventare un marciapied­e più accoglient­e e magari abbellito da qualche siepe fiorita. Macché.

CI COSTRUIRAN­NO un nuovo edificio, un alveare alto 5 piani. Sfrutteran­no ogni centimetro quadrato perché lì renderà tantissimo: per sopperire alla metratura striminzit­a della base sporgerà un cubo allargato, aumentando così le cubature degli ultimi tre piani. La gente della zona fotografa indignata il cartellone del cantiere che appartiene al gruppo Icef. La giunta Sala a parole dice di contrastar­e la voracità edilizia, nei fatti vengono approvati progetti estremi come questo: chi ha dato l’ok? È vero che Pisapia era contrario a lottizzare quello spazio? L’Icef vanta la “qualità dell’abitare” e “la storia di un’impresa fatta da uomini straordina­ri”. Sotto la loro guida “di alto profilo, emergono valori nascosti che producono qualità della vita: identità, intelligen­za delle relazioni”. Tante belle parole... a Milano diciamo: la rava e la fava.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy