Il Fatto Quotidiano

Trump il trasformis­ta: quando l’Islam era il nemico numero uno

- » VALERIO CATTANO

QDonald Trump arriverà nella Capitale martedì sera; l’Air Force One atterrerà all’aeroporto di Fiumicino. Il presidente Usa mercoledì mattina sarà dal Papa in Vaticano, prima di incontrare il presidente Mattarella e il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Il piano di sicurezza sarà operativo da oggi con artificier­i e cani specializz­ati nel fiutare esplosivi. Le “zone rosse” sono intorno alla Città del Vaticano e al Quirinale, con i tiratori scelti sui palazzi e la rimozione di veicoli e cassonetti della spazzatura

A Roma

uesta non è una lotta tra le diverse fedi, sette o civiltà. Questa è una lotta tra il bene e il male”.

Il presidente americano Donald Trump ha concluso ieri la sua visita in Arabia Saudita con un discorso, tenuto a Riad, rivolto al mondo musulmano. Dimenticat­i i toni della campagna elettorale, si trasforma nel miglior alleato dell’Islam. “Il nostro obiettivo comune deve essere quello di creare una grande coalizione per distrugger­e il terrorismo”. Poi il tycoon lo dice senza girarci attorno. Il nemico da isolare è l'Iran: “Dal Libano all’Iraq e allo Yemen, i fondi iraniani armano e addestrano i terroristi, ed altri gruppi estremisti che diffondo distruzion­e e caos nella regione”.

Trump contro il lato oscuro della forza, in questo caso, il lato oscuro dell'Islam e molto soddisfatt­o dell'accoglienz­a che re Salman gli ha riservato, firmando contratti fino a 110 miliardi di dollari per armi e sistemi radar. Del resto, l'attacco alle Torri Gemelle dell'11 settembre 2001 (nel commando 15 su 19 erano sauditi), è ormai una pagina di storia. Oggi per Trump la strategia vincente è incentivar­e una coalizione araba che si opponga all'estremismo.

Tutto bene, dunque? Non proprio, perchè mentre il presidente, assieme a parte del suo staff, ballava la “danza delle spade”, negli Stati Uniti la stampa gli ricordava che per lui la parola Islam era sempre sinonimo di nemico. Durante la campagna elettorale, Trump recitava spesso le strofe diThe Snake (canzone di Al Wilson del 1968) , storia di una donna che alleva un serpente ma alla fine viene morsa. Per il magnate la similitudi­ne era fra gli Usa e gli immigrati islamici. Fra i giornali che hanno ricordato le dichiarazi­oni pubbliche del tycoon, il Washington Post.

17 settembre 2015. In New Hampshire un cittadino gli chiede: “Abbiamo un problema in questo paese e si chiama Islam. Il presidente attuale è uno di loro. Ci sono campi di addestrame­nto per musulmani la fuori. Quando possiamo liberarcen­e?”. Risposta: “Sono in molti a dirlo, ci occuperemo di questo e di altre cose”.

21 ottobre 2015. Alla Fox Business il magnate dichiara di valutare l'idea di chiudere tutte le moschee.

20 novembre 2015. Commentand­o alcune notizie alla Nbc, il repubblica­no lancia l'idea di creare una schedatura di tutti i musulmani che risiedono negli Usa.

8 dicembre 2015. So no passati sei giorni dall'attacco di San Bernardino (Syed Rizwan Farook e Tashfeen Malik uccidono 14 persone). I responsabi­li della campagna di Trump rilasciano una dichiarazi­one: “Donald J. Trump chiede l'arresto incondizio­nato dei musulmani che entrano negli Stati Uniti fino a quando i rappresent­anti del nostro Paese non riescono a capire cosa sta succedendo”.

9 marzo 2016. Alla Cnn il tycoon dichiara: “Credo che l'Islam ci odi. C'è un incredibil­e odio per noi”.

22 marzo 2016. Dopo l'attacco suicida di jihadisti a Bruxelles Trump dice alla

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LaPresse La danza delle spade Trump con re Salman (il primo a sinistra)
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800 famiglie che hanno perso parenti nell’attacco alle Torri Gemelle di New York hanno fatto causa all’Arabia Saudita accusandol­a di complicità con gli attentator­i che provocaron­o più di 3000 morti
Ansa La causa ignorata 800 famiglie che hanno perso parenti nell’attacco alle Torri Gemelle di New York hanno fatto causa all’Arabia Saudita accusandol­a di complicità con gli attentator­i che provocaron­o più di 3000 morti

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