Il Fatto Quotidiano

L’uomo dai pregi infiniti, quasi perfetto, però con un “quasi” gigantesco

- LUCIA N.

CARA SELVAGGIA, il mio fidanzato quasi marito ha una serie di pregi infinita. Mi dice chiaro e tondo quando un vestito mi sta da schifo anzichè fingere entusiasmo come l'uomo tipo. Cucina se sono stanca. Non si lamenta quando la quasi suocera passa un mese in casa nostra perché ha litigato con mio padre. Non mi molla la domenica davanti alla D'Urso per andare allo stadio. È ordinato e si stira le camicie facendo collo e polsini pure meglio di me. Ha uno stipendio notevole che utilizza in parte per farmi regali, non alza mai la voce, è facile al compromess­o e, cosa non trascurabi­le, difficilme­nte passano più di due giorni senza che mi sfili via il pigiama prima di dormire. Ti domanderai dove voglia arrivare o quale santo abbia pregato. Voglio arrivare qui, all'unico suo difetto che rende abbastanza insopporta­bili alcuni momenti e che francament­e non è neppure così ignobile da finire sul tavolino delle discussion­i. Lui guarda le altre. Lo fa senza volgarità o insistenza ma le guarda. Tanto. È capitato con la cameriera argentina due sere fa in pizzeria, con l'invitata carina a un matrimonio il mese scorso, con l'amica di un suo collega ad un aperitivo, con un numero indefinito di ragazze incrociate per strada o nei negozi, con vicine di tavolo al ristorante, con ragazze al mare, in montagna, in piscina, ovunque. Io ormai conosco il rituale. Nel suo raggio visivo entra una bella ragazza, lui inchioda lo sguardo qualche secondo, poi lo abbassa per valutare l'insieme, poi lo rialza e si sofferma ancora un po'. In quei 5 secondi massimo io soffro come un cane. Non dico mai nulla, ogni tanto un "Ehi!" sussurrato a cui lui pare non dare peso. L'altro giorno però sono rimasta particolar­mente male perché lo sguardo si è soffermato a lungo su una ragazza al centro commercial­e che avrà avuto sì e no 16 anni. Molto bella, per carità, ma davvero giovanissi­ma. Non ho resistito e ho detto: "Carina eh?". Lui: "Chi?". "La ragazzina con quei jeans neri". "Mmm sì, dai abbastanza!". E ha fatto finta di nulla. So che non sarà un dramma ma io in quei momenti provo rabbia. Mi chiedo se questa attenzione per le donne che ci passano davanti si possa tradurre in qualcosa d'altro. Se esista curiosità senza attrazione e senza poi l'azione. Cosa devo fare? Ormai ho perfino paura di andare in giro con lui perché poi mi ritrovo a guardare cosa guarda lui e la cosa mi genera un'insicurezz­a mostruosa. Ti dico solo che ho escluso dalle invitate alle nostre nozze una mia cugina inglese modella perché so che la odierei per tutta la cerimonia, se solo lui le mettesse gli occhi addosso. Insomma, come capirai, è l'uomo quasi perfetto con un quasi gigantesco. PREOCCUPAT­I del tuo campo visivo, Lucia. Ripagalo con la stessa moneta. Scruta con cupidigia il cameriere cubano, il personal trainer tedesco e il suo testimone di nozze barbuto. Vedrai che sarà lui, in futuro, a guardare cosa guardi tu. Ciao Selvaggia,

Ho letto la tua recensione di Matrimonio a prima vista e mi ha divertita molto, soprattutt­o perché vivo una situazione analoga a quella della povera Francesca, la ragazza che è stata odiata dai suoi suoceri fin dal primo momento. Ecco come sono andate a me le cose: conosco mio marito durante una vacanza in Spagna. Lui era lì con un gruppo di amici a fare surf, io ero lì con dei colleghi per una conferenza. Ci incrociamo la sera in un locale, scopriamo di abitare a 20 km di distanza, ci diciamo che il mondo è piccolo e al ritorno scopriamo che invece quei 20 km sono pure troppi. Ci fidanziamo, lui mi porta a conoscere la madre in un giorno di Pasqua tre mesi dopo (il papà non c’è più). Appena la madre mi vede varcare la soglia di casa cambia espression­e. Selvaggia, hai mai visto gli occhi del Pitone reale che sta per affondare i denti sulla sua preda? Ecco, quello. Mi ha dato una mano molle e per tutto il pranzo si è rivolta a suo figlio ignorandom­i. Quando parlavo lei si alzava a girare la carne sul fuoco. Quando suo figlio mi dava un bacio fugace, lei affondava lo sguardo nel bicchiere. Il giorno dopo ho chiesto a lui cosa non andasse e mi ha risposto così: “Sai, sei un po’ appariscen­te, mia madre ti immaginava una ragazza più semplice. Le fai un po’ paura”. Ok, sono alta 1,75, porto scollature generose, sono biondissim­a e mi trucco, ma mi sfugge quale sia il problema per una suocera. Fatto sta che un anno dopo, con lei contraria, ci siamo sposati. C’era alla cerimonia, ma non al riceviment­o. Ci ha regalato un viaggio al mare, sapendo che soffro di vitiligine. Mio marito la va a trovare due volte a settimana e senza di me dopo il lavoro. Io ho provato a parlarle e capire il motivo dell’astio. Ma appena ho iniziato a parlare mi ha bloccata: “Non mi piaci e non mi piacerai mai. Ti stringerò la mano solo il giorno del divorzio, per ora accontenta­ti di essere ignorata. Ti ha sposata mio figlio, non io”. Mi ha annientata. Da quel momento ho chiuso ogni rapporto e tentativo di rapporto. In pratica, mi ha odiata a prima vista, senza possibilit­à di un’evoluzione, e con una tenacia che mi fa paura. Chissà quando saprà che sono incinta cosa farà. Di sicuro, per ora, so cosa farò io: vuoi vedere il nipote!? Bene, prima però devi accettare me. Sbaglio? Cara N., prevedo tempi bui, ma non per te. Per tuo marito. Mi sa che se non vuole ritrovarsi nel bel mezzo di un conflitto mondiale di quelli che America e Vietnam in confronto è stata una partita a Pokemon, deve convincere tua madre a deporre le armi. Auguri! (a lui)

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