Il Fatto Quotidiano

Etruria, Boschi non osa querelare De Bortoli

Due settimane dopo Nessuna traccia di denunce, ma il libro che rivela la richiesta di salvare la banca di papà è in testa alle classifich­e

- » STEFANO FELTRI E CARLO TECCE

Maria Elena Boschi aveva promesso di ricorrere alle vie legali per difendere la propria reputazion­e. Ma dopo due settimane, della querela contro Ferruccio de Bortoli non c’è traccia. Secondo quanto risulta al Fatto, il gruppo di legali che segue il sottosegre­tario a Palazzo Chigi sta ancora approfonde­ndo la questione e non ha depositato alcun atto. Qui non si tratta di analizzare le carte, perché l’unico documento al centro della questione è di poche righe, la pagina 209 di Poteri forti (o quasi), il libro appena pubblicato da De Bortoli dove si legge: “L’allora ministra delle Riforme, nel 2015, non ebbe problemi a rivolgersi direttamen­te all’amministra­tore delegato di Unicredit. Maria Elena Boschi chiese quindi a Federico Ghizzoni di valutare una possibile acquisizio­ne di Banca Etruria. La domanda era inusuale da parte di un membro del governo all’amministra­tore delegato di una banca quotata. Ghizzoni, comunque, incaricò un suo collaborat­ore di fare le opportune valutazion­i patrimonia­li, poi decise di lasciar perdere”.

L’ANTICIPAZI­ONE del libro inizia a circolare l’8 maggio. Da allora Poteri forti (o quasi) è arrivato al primo posto della classifica dei saggi più venduti. Se di diffamazio­ne si trattasse, il danno di immagine si sarebbe ingigantit­o col passare dei giorni. La Boschi ha smentito di aver cercato di salvare la banca di cui era vi- cepresiden­te suo padre Pier Luigi (e lei stessa piccola azionista), il 9 maggio, via Facebook: “Non ho mai chiesto all’ex ad di Unicredit, Ghizzoni, né ad altri, di acquistare Banca Etruria. Ho incontrato Ghizzoni come tante altre personalit­à del mondo economico e del lavoro ma non ho mai avanzato una richiesta di questo genere”.

Dopo quelle dichiarazi­oni abbiamo saputo molte cose. Come ricostruit­o dal Fatto, già nel 2014 Maria Elena Boschi si occupava di Banca Etruria e appena nominata ministro aveva partecipat­o a una riunione a casa sua a Laterina: era il marzo del 2014 e il capo di Veneto Banca, Vincenzo Consoli e l’allora presidente di Etruria, Giuseppe Fornasari, di- scutevano con la ministra e il padre Pier Luigi i destini dell’istituto toscano che un anno dopo sarebbe stato commissari­ato e poi smantellat­o dal governo, per colpa delle nuove regole europee che vietano salvataggi pubblici. L’ex amministra­tore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, si è prima chiuso in un silenzio che già sembrava una conferma. Poi, inseguito dai giornalist­i, ha di fatto confermato l’interessam­ento del ministro: “Adesso non parlo, perché non si può mettere in mano a un privato cittadino la responsabi­lità della tenuta di un governo. È un caso della politica, sarebbe dovere e responsabi­lità della politica risolver- lo”, ma si è detto disponibil­e a rispondere alle domande nel caso venisse convocato davanti a una commission­e parlamenta­re. Ma la rivelazion­e di De Bortoli ha già trovato molti riscontri, sappiamo anche il nome della dirigente di Unicredit che ha analizzato l’ipotesi di acquisizio­ne di Etruria, fornendo poi gli argomenti per bocciarla: Marina Natale, all’epoca capo delle strategie della banca e oggi ad della Fiera di Milano e membro del cda di Mediobanca.

LA BOSCHI SI È RIVOLTAa due avvocati: il civilista Vincenzo Zeno Zencovich e la più famosa penalista italiana, l’ex ministro Paola Severino. Il loquace Zencovich, intervista­to da Radio2, è partito all’attacco di De Bortoli: “Se la fonte gli racconta che Gesù Cristo è morto di raffreddor­e, e lui dice confermo al 100 per cento la mia fonte mi ha detto che è morto di raffreddor­e... Io non metto in dubbio che qualcuno possa aver detto a De Bortoli chissà cosa, ma forse direi che quella fonte non è molto attendibil­e”. La Severino come sempre è rimasta in silenzio.

Ogni azione legale in questo caso rischia di avere una conseguenz­a indesidera­ta per il cliente: il primo passo sarebbe chiedere a Ghizzoni di dire come sono andate le cose. Anche se il silenzio dello schivo banchiere ha già detto molto, forse tutto.

Pochi dubbi

Il banchiere Ghizzoni ha di fatto già confermato tutto, ora il tribunale è un rischio

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LaPresse Difesa a parole Maria Elena Boschi, sottosegre­tario a Palazzo Chigi. Sotto, Ferruccio de Bortoli
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