Etruria, Boschi non osa querelare De Bortoli
Due settimane dopo Nessuna traccia di denunce, ma il libro che rivela la richiesta di salvare la banca di papà è in testa alle classifiche
Maria Elena Boschi aveva promesso di ricorrere alle vie legali per difendere la propria reputazione. Ma dopo due settimane, della querela contro Ferruccio de Bortoli non c’è traccia. Secondo quanto risulta al Fatto, il gruppo di legali che segue il sottosegretario a Palazzo Chigi sta ancora approfondendo la questione e non ha depositato alcun atto. Qui non si tratta di analizzare le carte, perché l’unico documento al centro della questione è di poche righe, la pagina 209 di Poteri forti (o quasi), il libro appena pubblicato da De Bortoli dove si legge: “L’allora ministra delle Riforme, nel 2015, non ebbe problemi a rivolgersi direttamente all’amministratore delegato di Unicredit. Maria Elena Boschi chiese quindi a Federico Ghizzoni di valutare una possibile acquisizione di Banca Etruria. La domanda era inusuale da parte di un membro del governo all’amministratore delegato di una banca quotata. Ghizzoni, comunque, incaricò un suo collaboratore di fare le opportune valutazioni patrimoniali, poi decise di lasciar perdere”.
L’ANTICIPAZIONE del libro inizia a circolare l’8 maggio. Da allora Poteri forti (o quasi) è arrivato al primo posto della classifica dei saggi più venduti. Se di diffamazione si trattasse, il danno di immagine si sarebbe ingigantito col passare dei giorni. La Boschi ha smentito di aver cercato di salvare la banca di cui era vi- cepresidente suo padre Pier Luigi (e lei stessa piccola azionista), il 9 maggio, via Facebook: “Non ho mai chiesto all’ex ad di Unicredit, Ghizzoni, né ad altri, di acquistare Banca Etruria. Ho incontrato Ghizzoni come tante altre personalità del mondo economico e del lavoro ma non ho mai avanzato una richiesta di questo genere”.
Dopo quelle dichiarazioni abbiamo saputo molte cose. Come ricostruito dal Fatto, già nel 2014 Maria Elena Boschi si occupava di Banca Etruria e appena nominata ministro aveva partecipato a una riunione a casa sua a Laterina: era il marzo del 2014 e il capo di Veneto Banca, Vincenzo Consoli e l’allora presidente di Etruria, Giuseppe Fornasari, di- scutevano con la ministra e il padre Pier Luigi i destini dell’istituto toscano che un anno dopo sarebbe stato commissariato e poi smantellato dal governo, per colpa delle nuove regole europee che vietano salvataggi pubblici. L’ex amministratore delegato di Unicredit, Federico Ghizzoni, si è prima chiuso in un silenzio che già sembrava una conferma. Poi, inseguito dai giornalisti, ha di fatto confermato l’interessamento del ministro: “Adesso non parlo, perché non si può mettere in mano a un privato cittadino la responsabilità della tenuta di un governo. È un caso della politica, sarebbe dovere e responsabilità della politica risolver- lo”, ma si è detto disponibile a rispondere alle domande nel caso venisse convocato davanti a una commissione parlamentare. Ma la rivelazione di De Bortoli ha già trovato molti riscontri, sappiamo anche il nome della dirigente di Unicredit che ha analizzato l’ipotesi di acquisizione di Etruria, fornendo poi gli argomenti per bocciarla: Marina Natale, all’epoca capo delle strategie della banca e oggi ad della Fiera di Milano e membro del cda di Mediobanca.
LA BOSCHI SI È RIVOLTAa due avvocati: il civilista Vincenzo Zeno Zencovich e la più famosa penalista italiana, l’ex ministro Paola Severino. Il loquace Zencovich, intervistato da Radio2, è partito all’attacco di De Bortoli: “Se la fonte gli racconta che Gesù Cristo è morto di raffreddore, e lui dice confermo al 100 per cento la mia fonte mi ha detto che è morto di raffreddore... Io non metto in dubbio che qualcuno possa aver detto a De Bortoli chissà cosa, ma forse direi che quella fonte non è molto attendibile”. La Severino come sempre è rimasta in silenzio.
Ogni azione legale in questo caso rischia di avere una conseguenza indesiderata per il cliente: il primo passo sarebbe chiedere a Ghizzoni di dire come sono andate le cose. Anche se il silenzio dello schivo banchiere ha già detto molto, forse tutto.
Pochi dubbi
Il banchiere Ghizzoni ha di fatto già confermato tutto, ora il tribunale è un rischio