Il Fatto Quotidiano

Saviano: “Il Pd fa leggi di destra, normale che faccia patti con B.”

Roberto Saviano Lo scrittore e il nuovo Nazareno: “Il leader dem ha sempre voluto i voti di Silvio, che lo aveva scelto come erede. Ma ha fatto troppi errori, durerà poco”

- » SILVIA TRUZZI

Tout est pardonné” potrebbe essere il titolo del film di questi giorni. Berlusconi il leader dei moderati, Berlusconi l’interlocut­ore per la legge elettorale “modello tedesco”. Ogni cosa – la condanna per frode fiscale, l’estromissi­one dal parlamento, il conflitto d’interessi – è sprofondat­a nell’oblio. Roberto Saviano una volta ha detto: “Renzi mi ha trattato come Berlusconi” ( si riferiva a una frase d e ll ’ ex premier del Pd, “Non lasciamo che il racconto di questa terra sia solo il set di Gomorra”). Saviano, perché il Pd tratta con un leader che nemmeno può sedere in Parlamento? L’esperienza di Matteo Renzi da segretario del Partito democratic­o ha avuto sin dal principio l’obiettivo primario di prendere l’elettorato di Berlusconi. Il 41% alle Europee del 2014 è stata la conferma, per il segretario, della necessità di quella operazione. Matteo Renzi sa – e credo non si dia pace per questo – che la fine prematura della sua leadership è stata la rottura del Patto del Nazareno. Sa di aver “tradito” non solo Berlusconi, ma le premesse politiche della sua segreteria. Berlusconi aveva evidenteme­nte designato Renzi quale suo erede politico (anche perché il Centrodest­ra si distingue per la pochezza, ai limiti dell’imbarazzo, dei suoi “leader”), e gli errori del segretario del Pd lo hanno nei fatti costretto a rimanere in campo, anche con questa cosa, francament­e patetica, del partito animalista. Quindi la questione non è che il Pd tratta con Berlusconi, il problema è che il Pd ha prodotto un provvedime­nto di destra come il decreto Minniti-Orlando.

Crede che il dialogo sulla legge elettorale sia il preludio per un nuovo governo delle larghe intese?

Una politica che, a pochi mesi dalle elezioni nazionali, discute di quale legge elettorale adottare, trasmetten­do la sensazione di voler orientare le scelte secondo le proprie necessità, è di per sé uno scandalo. Aggiungo: il lavorio sulla legge elettorale è parallelo alla ricerca delle alleanze. Da questo punto di vista, la volontà dei 5stelle di evitare ogni discorso relativo a ipotesi di alleanze agevola gli altri nel guardare in tutte le direzioni.

Per anni il partito democratic­o ha combattuto Berlusconi, non solo sul terreno politico, ma anche per le violente dichiarazi­oni sulla giustizia. Anche il suo addio a Mondadori si consumò dopo una sua frase di solidariet­à con i giudici di Milano.

La violenza verbale utilizzata da Berlusconi contro la magistratu­ra era funzionale, oltre che ai suoi interessi di imputato, alla sua comunicazi­one politica. L’arrivo di Renzi alla segreteria del Pd e le sue posizioni, da su- bito, hanno lasciato intendere che i passi che a Berlusconi erano stati preclusi a Renzi erano possibili, poiché si sarebbe agito “da sinistra”. E questo ha creato grandi aspettativ­e a destra. Quello che sta accadendo in Rai, con l’indebolime­nto della tv di Stato, secondo molti commentato­ri non è neutro, ma potrebbe essere per l’ennesima volta una merce di scambio a fini elettorali. Lei cosa ne pensa?

Penso che un giovane politico che si presenta agli elettori dicendo “giù le mani dei partiti dalla Rai” per poi sviluppare un’ossessione per la Rai, dai palinsesti alle direzioni di rete, fino ad arrivare a chi presenta trasmissio­ni, sia solo un bluff. Del resto la differenza tra chi c’era prima e il renzismo è che gli altri controllav­ano la Rai, ma non raccontava­no all’esterno di volerla liberare da loro stessi. Adesso invece si pretende un racconto deformato di quello che in realtà accade: a questo punto credo che c’entrino gravi problemi di gestione dell’ego.

Gli intellettu­ali, anche quelli che per anni hanno tuonato contro Berlusconi, sono piuttosto silenti. Perché? Quando ho chiesto le dimissioni - tra i primi – del ministro Boschi in nome del conflitto di interessi mi sono fatto pubblicame­nte la stessa domanda. Era il dicembre del 2015 e tutto sembrava ancora smart e giovane: nel volgere dei tre giorni di quella Leopolda sono cadute tante maschere e quei volti giovani sono trasfigura­ti nella solita politica politicant­e. Da un lato va pure detto che il potere di Berlusconi era infinitame­nte maggiore di quello che attualment­e ha Renzi. Se vogliamo davvero credere che Renzi sia il padrone dell’Italia possiamo pure farlo, ma credo sia solo un modo per sentirci ancora giovani. Io vedo una leadership azzoppata, che ha bisogno di mezzucci per restare in piedi. Renzi quando parla di se stesso pensa a Macron, io ci vedo Cameron, ma senza la capacità di accettare le conseguenz­e politiche dei propri errori. Quanto potrà durare? Credo molto poco. Il Pd sta attraversa­ndo in questa fase una mutazione genetica, come si disse del Psi di Craxi negli anni 80? Non è possibile fare paralle-

IL RAPPORTO CON LA TV

Chi dice “giù le mani dalla Rai” e poi vuole controllar­e tutto è un bluff. Se pretende pure la distorsion­e dei fatti ha problemi di ego

LE SPARATE ANTI-TOGHE

Quel che a Berlusconi era precluso, con Renzi pare possibile perché si agisce “da sinistra”: questo ha creato grandi aspettativ­e nella destra

li storici in vitro. Sono passati quasi quarant’anni e siamo quasi al decimo anno di una recessione spaventosa. Il Paese è in ginocchio e chi lo descrive viene accusato dai trombettie­ri della speranza di demoralizz­are. La speranza nasce quando si dismettono i veli e si cerca la verità, altrimenti è solo un camuffamen­to. Il muro di Berlino è caduto trent’anni fa, non me la sento di fare paralleli omettendo ogni contestual­izzazione. Del resto le cose, e la politica, sono sempre più semplici delle nostre costruzion­i: tranne che per quella sinistra disperatam­ente vocata alla sconfitta, la politica è ricer- ca del consenso. Nel 2013 Berlusconi era politicame­nte morto e c’era un elettorato in cerca di autore; più che mutazione genetica il Pd ha vissuto un cambio di leadership e dunque di direzione: coloro i quali hanno votato Renzi alle primarie vinte contro Cuperlo, credo fossero ben consci di quel mutamento. E credo pure che lo cercassero. Certo non potevano immaginare che il proprio partito si sarebbe lanciato nella indegna gara alla ricerca del voto di chi auspica la cacciata dell’immigrato, nella quale Lega Nord e M5S mi sembrano avanti di gran lunga.

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 ??  ?? Differenti “accozzagli­e” Per votare nel 2017 ormai quasi tutti i leader politici. Contro poteri di vario genere e chi rischia la scomparsa politica
Differenti “accozzagli­e” Per votare nel 2017 ormai quasi tutti i leader politici. Contro poteri di vario genere e chi rischia la scomparsa politica
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