Il Fatto Quotidiano

L’Imt di Lucca fa tutto in famiglia: la cattedra va al figlio del finanziato­re della scuola d’élite

Padre del vincitore, Lattanzi è stato anche lo sponsor del direttore Pietrini

- » LUIGI FRANCO

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sorpresa alla Scuola Alti Studi Imt di Lucca. Il concorso per un posto da professore ordinario di economia aziendale è andato a finire come ci si aspettava. Con la vittoria di Nicola Lattanzi, professore associato a Pisa nonché figlio di Arturo Lattanzi, fino a pochi giorni fa presidente delle due fondazioni che ogni anno finanziano con circa 2 milioni di euro la scuola stessa.

IL CASO d el l’apertura del bando si è aggiunto nelle ultime settimane a quello della tesi di dottorato del ministro Marianna Madia, ancora al vaglio di una commission­e interna per il possibile plagio denunciato dal Fatto Quotidiano.

Per l’assunzione del nuovo docente i candidati erano appena due. E il super favorito era appunto Lattanzi figlio. Tra le linee di ricerca di interesse nel bando veniva infatti indicata “l’analisi delle capacità dinamico cognitive dell’azienda”, un ambito in cui l’economia azienda- le incrocia le neuroscien­ze e su cui Nicola Lattanzi ha in curriculum più di una pubblicazi­one. La commission­e giudicatri­ce formata da tre docenti esterni non ha potuto che prenderne atto: dopo avere giudicato i suoi articoli “di livello complessiv­amente molto buono” in quanto a originalit­à, rilevanza scientific­a e rigore m et od o lo gi co , nel verbale dell’ultima riu- nione si fa presente che “la loro congruenza con il profilo del bando appare elevata”. Congruenza valutata invece soltanto “discreta” per l’altra candidata, una professore­ssa dell’università di Bologna che ha ottenuto un punteggio inferiore anche per le pubblicazi­oni, giudicate di livello “complessiv­amente buono”.

LA COMMISSION­E ha scelto Lattanzi all’unanimità anche in virtù “della prospettiv­a multidisci­plinare del modello di ricerca nel campo economico- aziendale della scuola Imt”. Un’impo- stazione “multidisci­plinare” su cui punta Pietro Pietrini, psichiatra e neuroscien­ziato che da novembre 2015 è il direttore dell’Imt. A lui si deve l’apertura della scuola alle neuroscien­ze e la chiamata di un docente di economia esperto in tale disciplina come è risultato Lattanzi figlio, che proprio insieme a Pietrini ha pubblicato in passato alcuni articoli.

Ma gli intrecci dietro al bando non finiscono qui, visto che sulla nomina di Pietrini a direttore ha giocato un ruolo di rilievo Lattanzi padre, fino a pochi giorni fa

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presidente della Fondazione cassa di risparmio di Lucca e della Fondazione lucchese per l’alta formazione e la ricerca, le due organizzaz­ioni che oltre a finanziare le attività della scuola ne esprimono parte dei vertici. Per non parlare della consulenza da 18mila euro sulla presenza di tallio nelle acque che Pietrini aveva ottenuto nel 2015, prima dell’ingresso all’Imt, dalla società di servizi idrici Gaia, in quel periodo presieduta da Lattanzi figlio.

SUL CONCORSOvi­nto da Nicola è attualment­e in corso una valutazion­e dell’Autorità nazionale anticorruz­io- ne di Raffaele Cantone, che nei mesi scorsi ha ricevuto prima una lettera anonima con in copia l’Imt e, successiva­mente, una comunicazi­one da parte di Pietrini con la descrizion­e delle procedure seguite. Contattato al telefono, il direttore dell’Imt dice di non avere nulla da aggiungere rispetto a quanto detto un mese e mezzo fa, quando con il Fatto aveva negato che il bando fosse stato disegnato su misura: “Il profilo richiesto coincide con la figura che serve alla scuola”.

Mentre Nicola Lattanzi si prepara a insediarsi a Lucca, continua il silenzio sul caso Madia: dall’Imt ancora nessuna decisione.

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Sotto i riflettori L’Imt di Lucca e il suo direttore Pietro Pietrini, nominato a novembre 2015

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