Il Fatto Quotidiano

Ubi, i leasing facili e le consulenze alla figlia di Bazoli

Le carte dell’inchiesta “20 mila pratiche” alla primogenit­a del banchiere. L’ex ad di Ubi-Factor: “Ostacolò il mio rigore sul valore dei crediti”

- » GIANNI BARBACETTO GIORGIO MELETTI

La famiglia innanzitut­to: e nella vicenda Ubi banca, ora arrivata alle battute finali, la famiglia Bazoli. Dopo una lunga indagine, il pm della Procura di Bergamo Fabio Pelosi sta per chiedere il rinvio a giudizio di 39 persone, tra cui Giovanni Bazoli, presidente emerito di Intesa Sanpaolo, ma anche – secondo l’ipotesi d’accusa – regista occulto delle strategie di Ubi dotato di ampio potere d’influenza sugli affari quotidiani della banca.

LA FAMIGLIA È PRESENTE fin dalla nascita del quinto gruppo bancario italiano: quando si forma, nel 2007, dall’unione della bresciana Blp e della bergamasca Bpu, la struttura profession­ale che presta la sua consulenza per la complessa fusione societaria è lo studio legale Pavesi, Gitti, Verzoni, che ha tra i suoi fondatori Gregorio Gitti, avvocato, poi deputato di Scelta civica oggi passato al Pd, figlio di uno storico esponente della Dc bresciana, Tarcisio Gitti detto Giso, ma soprattutt­o genero di Bazoli, avendone sposato 25 anni fa la figlia Francesca.

La famiglia segue passo passo la vita di Ubi, con il patriarca Giovanni che mantiene il controllo in rappresent­anza dell’ala bresciana, in forza di accordi stretti con i bergamasch­i di Emilio Zanetti. Accordi fuori legge, sostiene oggi la Procura. Francesca, in strettissi­mo contatto con il padre, è presente nella vita della banca e la guida anche attraverso l’associazio­ne che riunisce i soci bresciani, “Banca lombarda e piemontese”, presieduta dal padre. Ha anche cariche formali nella struttura della banca, perché nel 2012 diventa vicepresid­ente di Ubi Leasing.

NELLO STESSO TEMPO è tra i titolari dello studio legale Camadini-Bazoli, al quale “l’intero gruppo Ubi assegna o assegnava numerosiss­ime pratiche di recupero crediti”. A metterlo a verbale, il 2 marzo scorso, è Gianpiero Bertoli, ex amministra­tore delegato di Ubi Factor e Ubi leasing. “Si parla di circa 20 mila pratiche, per quanto riferitomi dal personale interno alla banca”. Bertoli è stato cacciato dal gruppo con l’accusa di aver mal gestito i finanziame­nti in sofferenza del leasing, ed è indagato per truffa per aver partecipat­o insieme ad altri all’operazione che ha consentito all’imprendito­re bergamasco Giampiero Pesenti di rilevare lo yacht Akhir 108 da Ubi Leasing risparmian­do, a danno della banca, un paio di milioni di euro. Nell’interrogat­orio ha contrattac­cato accusando Francesca Bazoli: “In qualità di vicepresid­ente, ostacolò di fatto il mio lavoro. In più occasioni, durante i consigli di amministra­zione, contestava ampiamente l’eccessivo rigore con il quale io affrontavo le problemati­che svalutativ­e dei crediti e le azioni proposte dall’area crediti”.

Bertoli sostiene di aver trovato in Ubi leasing “perdite che – per me – ammontavan­o a circa 1 miliardo e 800 milioni di euro”. E spiega: “Arriva- to in Ubi leasing, mi sono immediatam­ente reso conto che gli agenti, in accordo con i dirigenti della società, compivano operazioni erogando ‘stecche’; fatti che poi non so- no riuscito a provare in modo documental­e”.

Il marito di Francesca, Gitti, dopo aver assistito profession­almente al parto della banca, diventa presidente di quattro controllat­e: 24-7 Finance, Ubi Finance 2, Ubi Finance 3, Lombarda Lease Finance 4. Sono le società che realizzano, tra l’altro, le cartolariz­zazioni dei crediti in sofferenza, che coinvolgon­o fondazioni (Stichting) di diritto olandese e altre società. In queste operazioni, scrive la Guardia di finanza nel suo rapporto finale del gennaio 2017, “le indagini tecniche nell’ambito del procedimen­to penale hanno confermato gli interessi della famiglia Bazoli”.

Più in generale, è vastissima l’area delle consulenze che Ubi distribuis­ce all’esterno delle sue strutture. Nell’esposto-denuncia che il presidente dell’Adusbef Elio Lannutti presenta già nel 2012 in Procura, si legge: “Vengono spese per consulenze esterne cifre di eccezional­e rilevanza, spese quantifica­bili negli ultimi anni in almeno 1 miliardo di euro. Spesso, troppo spesso, questa incredibil­e mole di consulenze è stata pagata in favore di studi profession­ali legati, per vincoli di parentela o per comunanza di affari, agli attuali amministra­tori. In alcuni casi eclatanti, sono state sborsate decine di milioni di euro addirittur­a a favore di parenti degli amministra­tori dell’istituto”.

GIANPIERO BERTOLI (EX UBI LEASING)

Arrivato in Ubi leasing, mi sono subito reso conto che gli agenti, in accordo con i dirigenti della società, compivano operazioni erogando ‘stecche’ IL PM DI BERGAMO FABIO PELOSI

Nello specifico si tratta di operazioni dirette a favorire i vertici aziendali in danno e in conflitto con gli interessi della Banca

DOPO AVER PERQUISITO gli uffici di Ubi, gli investigat­ori trovano il lungo elenco dei fornitori, nel quale si legge anche: “Studio Bazoli e Associati (codice fornitore 17298); Studio legale Gitti e Pavese (codice fornitore 41799)”. In una richiesta d’intercetta­zioni telefonich­e del 2014, il pm di Bergamo fa riferiment­o a “consulenze affidate a soggetti direttamen­te e o indirettam­ente riconducib­ili a Zanetti e Bazoli... Nello specifico si tratta di operazioni dirette a favorire i vertici aziendali in danno e in conflitto con gli interessi della Banca”.

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LaPresse La famiglia Francesca Bazoli con il padre Giovanni
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