“Lavoro in cambio di voti per l’uomo di Angelino”
Agrigento, le rivelazioni dell’architetto pentito sull’onorevole Gallo Afflitto
C’era il cognato del sindaco di Agrigento Lillo Firetto e il figlio e la nuora dell’ex presidente della Provincia Eugenio D’Orsi, una lista di persone segnalate da Marco Zambuto, ex presidente del Pd siciliano e dal suocero Angelo La Russa, inossidabile democristiano e persino il figlio di un boss: “Il 90% delle assunzioni a Girgenti Acque non è gestito da nessun settore risorse umane, sono tutte assunzioni dirette che fa Campione (Marco, ndr) con l’interesse di acquisire favori. Gli unici con una professionalità sono gli idraulici, basta entrare nell’ufficio e vediamo dalla casalinga disperata alla fashion blogger, che non c’entrano nulla’’ ha dettato a verbale l’architetto pentito degli affari agrigentini tra mafia e massoneria Giuseppe Tuzzolino, inter- rogato il 13 febbraio scorso dai pm Andrea Maggioni e Matteo Delpini che hanno depositato il verbale in un processo per corruzione di alcuni funzionari dell’Agenzia delle Entrate. L’uomo sottoposto al programma di protezione che sta svelando i segreti del triangolo mafia-politica-affari nell’Agrigentino ha raccontato come la società di distribuzione idrica sponsorizzata da Angelino Alfano e Totò Cuffaro si sia trasformata in un ufficio di collocamento dell’intreccio mafia-politica, un “assumificio”, come lo ha definito l’ex procuratore aggiunto della città dei Templi Ignazio Fonzo, oggi contestato dall’avvocato ambientalista Giuseppe Arnone che ha anticipato un esposto nei suoi confronti: “Sapeva delle notitiae criminis, ma non vi ha mai dato seguito”. Secondo Tuzzolino a gestire la gran parte delle assunzioni era il deputato di Forza Italia, allora fedelissimo del ministro Al-
Il verbale
Il professionista racconta Girgenti Acque, sponsorizzata da Alfano e Cuffaro
fano, Riccardo Gallo Afflitto, che aveva una lista di persone e a Campione diceva: “Famiglia dei panellari: dammi un posto come autista a quello di là perché mi hanno dato 50 voti”.
Alla fine del verbale l’architetto pentito racconta il suo controverso percorso di collaborazione, iniziato, ha rivelato, con un accordo con l’avvocato Salvatore Pennica, difensore di alcuni boss: “Le condizioni, per così dire, pattuite, erano quelle che avrei dovuto collaborare fino ad un certo punto, da dichiarante, da esterno… in modo che avrei fatto arrestare i miei concorrenti del traffico di stupefacen- ti…’’. In quel periodo, era agosto 2013, Pennica gli avrebbe procurato un appuntamento con Gallo che lo avvertì di “non nominare la parola mafia, perché sarebbe cambiata la distrettualità delle Procure’’. E lo invitò a presentare un curriculum per Girgenti Acque; ma l’assunzione non arrivò mai, e così Pennica gli suggerì di approfondire la collaborazione: “Adesso la buttiamo giù qualche parola su Riccardo, così vediamo se qualcosa si muove… Ecco perché io cominciai a parlare anche di Riccardo, della massoneria, di Silvio Cuffaro’’.