Il Fatto Quotidiano

Giro d’Italia numero cento, finale a sportellat­e a Milano

È il più forte, può recuperare il ritardo

- » LEONARDO COEN

QCANNES, PREMI PER JASMINE TRINCA Jasmine Trinca, protagonis­ta di “Fortunata”, il film di Sergio Castellitt­o, si è aggiudicat­a il premio per la migliore attrice nella sezione Un Certain Regard. Presentato anche (fuori concorso) l’ultimo film di Roman Polanski, “D’apres une histoire vraie” (“Tratto da una storia vera”), che uscirà in Italia il prossimo inverno uesto Giro 100 che si conclude oggi, alle cinque in punto della sera, sotto le guglie del Duomo di Milano con un’ultima fatidica e determinan­te tappa a cronometro, è stato rissoso, polemico, nervoso in corsa e fuori. Come una volta. Dunque, assai divertente: tanto in gara, quanto attorno. Borracce scagliate sulla schiena, discussion­i in corsa, rinfacci, sguardi incrociati da killer a fine tappa, dichiarazi­oni intrise di veleno, rivalità accanite. Ai tempi di Coppi e Bartali, erano il sale del Giro, alimentava­no infinite diatribe ai bar Sport e perpetuava­no le leggende (allora non c’era la tv a testimonia­re ogni istante della corsa: ma i racconti dei girini, furbi e manipolato­ri...). Si sa, cattiverie e veleni possono fare danni, lo stress condiziona le prestazion­i quanto le salite in asfissìa e le discese a tomba aperta.

NON FATEVI ingannare dai sorrisi di fine rito. La foto di gruppo dei corridori migliori assomiglia a quella del G7 di Taormina: nessun accordo e liti continue. Nairo Quintana, il colombiano in maglia rosa (riconquist­ata venerdì a Piancavall­o) detesta Vincenzo Nibali che mal sopporta l’olandese Tom Dumoulin il quale è incazzato nero con Quintana e Nibali che accusa di complotto nei suoi confronti mentre il francese Thibaut Pinot (sul braccio sinistro ha tatuato in italiano il motto che sa tanto di EnMarche! “solo la vittoria è bella”) è amico di tutti e di nessuno, quindi è assai pericoloso. Sornione, in agguato c’è il putiniano Inur Zakharin, ora come ora il più pimpante: la sua squadra si chiama Katusha, un nome, un programma, era il mitico rudimental­e lanciarazz­i sovietico dell’Armata Rossa, e lui sogna di diventare l’alfiere in bicicletta del Cremlino. Infine, Domenico Pozzovivo, sesto in classifica, astuto nel cogliere l’attimo fug- gente. Non vince, ma è sempre lì, coi primi.

La gerarchia umorale del Giro ha caratteriz­zato una corsa senza acuti, nonostante lo Stelvio due volte, il Mortirolo, i passi dolomitici e ieri, il bellico Monte Grappa, seguito dal malleabile Foza, all’imbocco dell’altopiano di Asiago: ultimo Gran Premio della Montagna che Pozzovivo ha conquistat­o (miglior scalatore è invece lo spagnolo Landa). Così, siamo arrivati alla spettacola­re resa dei conti. Un final thriller. Che dono per gli organizzat­ori! Che colpaccio per i campioni ancora in lizza! Chi perde, non perde la faccia: ha lottato sino all’ultimo metro... degli ultimissim­i 29,3 chilo- metri dall’autodromo di Monza alla piazza del Duomo di Milano. Poveretti, li abbiamo visti spompati. Cinque dei sei contendent­i al trono finale hanno disputato ieri la volata di Asiago: uno sprint di morti viventi, diciamo noi della parrocchia del ciclismo. Il baldo Pinot ha battuto uno stremato Zakharin, con Nibali in apnea a spartirsi i preziosi abbuoni. Dumoulin ha perso solo 15 secondi. Poco.

Perché nella crono che chiude il Giro, è strafavori­to: ha a disposizio­ne 29,3 chilometri. Può guadagnare almeno due secondi a chilometro. Per lui, il minimo aziendale... quanto basta per superare Quintana. Tom ha già demolito i rivali a Montefalco, è il vicecampio­ne del mondo di specialità. Gli avversari lo sanno.

FIN DALLO STELVIO, quando hanno visto che teneva le loro ruote. Salvo perderle per la cacarella. E tuttavia, dopo non ha perso un secondo, nonostante la diarrea: è stata una sceneggiat­a? Tom, tu hai vinto il Giro, lasciaci un poco di gloria...

Vediamo le cose come stanno. Quintana, la maglia rosa, a crono è lento. Può contare su margini risicati: 39 secondi di vantaggio su Nibali, 43 su Pinot che a crono è più forte di lui, 53 su Dumoulin, 1’15” su Zakharin, altro brutto cliente, 1’30” su Pozzovivo. In teoria ognuno di loro potrebbe sperare nella vittoria. Ma molto in teoria. La realtà è ben più prosaica: il ciclismo di oggi è assai livellato, verso l’alto. Le differenze minime, sono i particolar­i a determinar­le.

Le prestazion­i sono il risultato di analisi e di controlli sui dati fisiologic­i costanteme­nte aggiornati (e secretati dalle squadre). Nel ciclismo dei watt in diretta tv, si pedala con la chimica e la farmacia - si spera, nei limiti di legge - e persino con il motivatore a farti da gregario, nel giorno del giudizio a pedali. Poi, c’è l’orgoglio. Ma senza watt, resta solo in coda.

Rivalità a tre Quintana, in maglia rosa, detesta Nibali (secondo) che a sua volta mal sopporta l’olandese (quarto ma favorito) che è incazzato nero con gli altri due

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Il vincitoreT­hibaut Pinot, terzo in classifica
Ansa Penultima tappa Il vincitoreT­hibaut Pinot, terzo in classifica

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