Il Fatto Quotidiano

Una provocazio­ne: niente giudici, potere ai ministri

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Chi scrive è un dipendente del ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo. Nella mia vita mi è capitato più volte di dovermi rivolgere ad un giudice per far valere i miei diritti: ho sempre accettato la sentenza, anche se sfavorevol­e, nel rispetto delle istituzion­i. Non capisco perché alcuni politici attacchino la Magistratu­ra . Renzi ha commentato la sentenza del Tar sui direttori dei grandi musei italiani, dicendo “sì, la sentenza va rispettata, ma governo e parlamento devono occuparsi della riforma dei Tar e non delle nomine di direttori dei musei”. Vorrei ricordargl­i che tre giudici in primo grado hanno dato ragione ad una ventina di dipendenti MiBACT (sottoscrit­to incluso) dopo aver lavorato per due anni come funzionari sen- za percepire uno stipendio adeguato grazie a dirigenti ministeria­li che hanno ritenuto di dover applicare la legge Brunetta, al momento in cui siamo stati nominati funzionari, dopo 6 lunghi anni dall’inizio delle procedure concorsual­i. Perché non introducia­mo il dono dell’infallibil­ità, quantomeno per la Presidenza del Consiglio e di Ministri, viceminist­ri e sottosegre­tari? Comportere­bbe un notevole risparmio economico: si potrebbero chiudere tutti i tribunali, compiendo così un vero e corposo taglio della spesa pubblica. DAVIDE GUARNIERI

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