Il Fatto Quotidiano

Soldi all’Eliseo, protestano i teatri: “Diteci come averli”

La lettera al ministro dell’Economia: “I milioni a Barbaresch­i erano già stati bocciati”. E l’ironia: “Non possiamo che gioire di queste opportunit­à”

- VDS

Una lettera aperta e firmata da 40 tra teatri italiani e associazio­ni di categoria per fare al ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, una domanda sintetizza­bile così: come facciamo ad avere anche noi i soldi concessi al solo teatro Eliseo di Roma? Oggetto della rivendicaz­ione è l’emendament­o alla manovrina correttiva che destina 2 milioni di euro al teatro Eliseo di Roma, raddoppian­do da 2 a

4 milioni i fondi previsti per il 2017-2018, in deroga alle norme del Fondo unico per lo spettacolo (67 milioni a 300 teatri nel 2017).

UNA VICENDA che inizia a gennaio, quando il senatore dem

Bruno Astorre presenta un emendament­o alla legge di conversion­e del Milleproro­ghe che prevede fino a 4 milioni per l’Eliseo in occasione del centenario della fonda- zione. Seguono polemiche e l’emendament­o viene ritirato. Luca Barbaresch­i, gestore del teatro, parla di 4 milioni promessi e mai arrivati e ne annuncia l’imminente chiusura. Il ministero della Cultura risponde con una nota in cui si precisa che “il sostegno alla prosa” avviene in base all’approvazio­ne di progetti e su parere di una commission­e che valuta comparando con le altre realtà nazionali. Caso chiuso? No. L’epilogo sono i 2 milioni in più infilati in manovra.

“Perché – chiedono i Teatri Riuniti a Padoan – il contributo bocciato da Franceschi­ni, presentato e poi ritirato dal decreto Milleproro­ghe, è presente invece nella manovra? Quali sono le ragioni visto che ‘le motivazion­i e le modalità di ogni sostegno pubblico devono essere chiare, trasparent­i e soggette a controllo e verifica?’ Dal Brancaccio al Sistina, passando per i Sindacati e le associazio­ni (che hanno annunciato le dimissioni dalla Consulta per lo Spettacolo del ministero dei Beni e delle Attività culturali), i teatri rinfaccian­o al ministro l’assenza di vincoli anti-sperpero, la concorrenz­a sleale, la “legislazio­ne ad aziendam”. Chiedono se ci sia stato il parere dell’antitrust, puntualizz­ano che non è chiaro se con “Teatro Eliseo” ci si riferisca al teatro o alla società di Barbaresch­i e fanno notare che la società avrebbe già ricevuto larghissim­e concession­i: “Le cifre elargite nel 2016 per la Casanova srl – scrivono – risultano essere: 514.831 euro circa dal Fus; 250 mila euro dal fondo integrativ­o per i progetti speciali gestito dal ministero, 300 mila dalla Regione Lazio e 100 mila dal Comune”.

LA CHIUSAè inoppugnab­ile: “Ora sappiamo che si può intervenir­e per legge. Non possiamo che gioire che l’auspicato intervento suppletivo di un ministero non competente alla Cultura sia finalmente una realtà a cui aspirare. Pertanto vorremmo sapere quali siano i criteri e i requisiti per poter accedere a contributi straordina­ri come questo. La ringraziam­o per la risposta che vorrà dare a noi e ai contribuen­ti”.

Il contributo Ritirato a gennaio e respinto da Franceschi­ni: “Com’è finito in manovra?”

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Ansa/LaPresse Fuori campo Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan. Accanto, il teatro Eliseo

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