Il Fatto Quotidiano

Chiesa violenta, Trudeau chiede il conto

Il premier a Papa Francesco: condanni le angherie sui minori indigeni

- » ROBERTA ZUNINI

Prima

di indossare la maglia di Totti, fare visita alle comunità terremotat­e e partecipar­e al G7 di Taormina, il premier canadese Justin Trudeau era stato ricevuto da Papa Francesco. Ora che il tour italiano del giovane ed empatico Trudeau si è concluso, l'emittente pubblica britannica, Bbc, ha rivelato che il primo ministro ha chiesto a Francesco di condannare pubblicame­nte gli abusi psicologic­i e morali commessi per oltre un secolo da ll a Chiesa cattolica ai danni dei bambini indigeni separati dalle loro famiglie e affidati alle cure di preti e suore presso i collegi cattolici. Questi furono aperti a partire dal 1880 assieme ad altri guidati da anglicani, presbiteri­ani e altre confession­i cristiane. Lo scopo dichiarato dalle autorità canadesi era quello di separare i piccoli indigeni dai genitori affinché venissero assimilati il più possibile alle logiche della società canadese “bianca” che aveva, come nei confinanti Stati Uniti, usurpato, ucciso e costretto nelle riserve le tribù native, conosciute come indiani d'America. L'ultimo collegio cattolico è stato chiuso nel 1996.

“Gli ho spiegato quanto sia ritenuto fondamenta­le dai canadesi arrivare a una vera riconcilia­zione con le popolazion­i indigene e ho sottoli- neato l'importanza della pubblicazi­one di scuse pubbliche con richiesta di perdono da parte del Vaticano”, ha confermato lo stesso Trudeau, aggiungend­o di aver invitato il pontefice a farlo quando visiterà il Canada.

IL NUMERO dei bambini indigeni strappati ai propri cari è di 150 mila. Molti di loro hanno raccontato le angherie a cui erano sottoposti dai religiosi che sarebbero dovuti essere i loro mentori e sostituti dei genitori. Molti hanno subito abusi sessuali e ai più piccini, che terrorizza­ti dall'ambiente si facevano la pipì addosso, le suore usavano “redimerli” imbrattand­o loro il viso con le lenzuola ancora intrise di urina per poi farli stare in ginocchio per ore sul cemento. A chi invece osava parlare nella lingua madre (eschimese, inuit, ecc) veniva riempita la bocca di sapone per mondarla. Peccato che molti di loro non sapessero né il francese né l'inglese, le lingue dei conquistat­ori europei. Trudeau sta tentando di corroborar­e con questa richiesta direttamen­te rivolta a Francesco i lavori della Commission­e per la verità e la riconcilia­zione con l'intento di aiutare le vittime ancora in vita e i loro discendent­i a superare il trauma di quello che la maggior parte degli studiosi ritiene essere stato “un genocidio culturale” a opera delle varie chiese.

Quelle cristiane coinvolte hanno già emesso scuse formali e pubbliche mentre il Vaticano non ha ancora confermato se farà lo stesso per quanto riguarda quella Cattolica.

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Reuters Trudeau e Papa Francesco

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