Csm: Procura di Napoli, per il nuovo capo decisivi i voti di sinistra
La corrente “Area” divisa tra Melillo, ex capo gabinetto di Orlando, e De Raho
Sarà Area, la corrente di sinistra dei magistrati, maggioritaria all’interno del Csm, l’ago della bilancia nella partita, delicatissima, per la nomina del nuovo procuratore di Napoli, l’ufficio dei pubblici ministeri più “a tten zion ato” d’Italia, di questi tempi, perché lì è nata l’inchiesta Consip che ha coinvolto il ministro Luca Lotti, più renziano di Renzi e Tiziano Renzi, babbo del segretario del Pd Matteo.
LUNEDÌ pomeriggio, per oltre cinque ore, a porte chiuse, la Quinta commissione del Csm ha ascoltato i tre candidati: Giovanni Melillo, sostituto procuratore generale a Roma, già capo di gabinetto del ministro della Giustizia Andrea Orlando e in passato consigliere giuridico del Quirinale con Carlo Azeglio Ciampi, ex pm della Direzione nazionale antimafia (Dna), ex procuratore aggiunto a Napoli, dove ha coordinato l’ufficio anticamorra (Dda), vicino ad Area; Federico Cafiero de Raho, procuratore di Reggio Calabria, anche lui ex capo della Dda a Napoli (Unicost, la corrente centrista); Leonida Primicerio, procuratore generale di Salerno ed ex pm della Dna. Come già anticipato, la partita è tra Melillo e Cafiero de Raho: il primo più “politico”, organizzatore, vuole Napoli “polo sperimentale del processo penale telematico”; il secondo
Il magistrato napoletano Henry John Woodcock, dalle cui indagini è partita l’inchiesta sul megaappalto europeo in cui è coinvolto Tiziano Renzi
più “pragmatico”, concentrato sulle indagini anticamorra.
I sette consiglieri di Area puntano a scegliere un solo uomo ma al momento ci sono divisioni tra chi vorrebbe votare Giovanni Melillo (3), chi Cafiero (2) e chi si dice ancora incerto (2). La questione è se Melillo, fino a due mesi faaveva l’incarico “politico” di capo di gabinetto del ministro della Giustizia, possa ricoprire un incarico di vertice.
Il gruppo dirigente di Area pensa che non sia opportuno: teme che la nomina di Melillo a Napoli, a torto o a ragione, sia vista come una sorta di “commiss ariamen to”. Napoli ha trasmesso a Roma l’inchiesta Consip ma indaga ancora sull’imprenditore Alfredo Romeo e i diversi fascicoli confinano tra loro: il nuovo procuratore del capoluogo campano potrebbe trovarsi a decidere anche sul deposito della famosa intercettazione di Renzi figlio a Renzi padre svelata da Marco Lillo nel libro Di padre in figlio (Paper First). La settimana prossima i consiglieri di Area decideranno sul voto.
MELILLO, DURANTE l’audizione, ha escluso qualsiasi risvolto politico del suo ruolo: la mia funzione, ha detto, era “al servizio dell’organizzazione degli uffici giudiziari”. Ha pure aggiunto che non si può essere contro i “fuori ruolo” a prescindere e ha citato Falcone per dire che anche lui era andato al ministero ma contrastava la mafia. A porre la domanda era stato Luca Forteleoni, togato di Mi, la corrente di destra, che appoggia Cafiero de Raho come il suo collega di gruppo Lorenzo Pontecorvo e i 5 togati di Unicost. Il terzo di Mi, Claudio Galoppi, finora è con i laici, quasi tutti con Melillo: incerti solo Zanettin ( FI) e Zaccaria(M5s).
ANCHE CAFIERO de Raho, in audizione, ha avuto una domanda “imbarazzante”: a proposito della sua situazione familiare. Ha un figlio adottato durante il primo matrimonio che fa l’avvocato penalista a Napoli. Cafiero de Raho ha tenuto a specificare che con lui non ha rapporti da “tantissimi anni”. Inoltre, sua moglie fa il gip a Napoli. È Paola Piccirillo, sorella di Raffaele, direttore generale della giustizia penale al ministero, vicino a Orlando. La giudice, però, potrebbe trasferirsi in un altro distretto.
Ed è ancora incerto se i capi di Corte, Giovanni Canzio e Pasquale Ciccolo, filo Melillo ai tempi della sua candidatura a Milano, voteranno o no
Consip